Rai, omofobia, Lorenzin

1 – un comunicato delle «Famiglie Arcobaleno»; 2 – un commento di Fabrizio Melodia

1 –

Produzione di mmofobia di Stato su RaiUno, l’Ordine degli psicologi smentisce Lorenzin
Storie di ordinaria ignoranza: il ministro della Salute a «Porta a Porta» aveva affermato che, per la letteratura scientifica, figli e figlie necessiterebbero di genitori di sesso diverso. Anche gli “Psicologi Italiani” denunciano: «Bugia».
La televisione è un linguaggio. La funzione dell’ospite in studio è quella dell’esperto. Può anche essere la persona più ignorante e intrisa di preconcetti del mondo: basta sederla in uno studio televisivo e piazzarle davanti una telecamera accesa, per accreditarla agli occhi del grande pubblico come una che “ne sa”. Figurarsi se è anche ministro della Salute: le sue parole sembreranno “Tavole della Legge”.
Peccato che ciò che è andato in onda mercoledì 17 settembre, in seconda serata, sul primo canale broadcasting dello Stato, sia una carrettata di sciocchezze. L’avevamo già detto _qui_ <http://www.huffingtonpost.it/giuseppina-la-delfa/omogenitorialita-porta-a-porta-bugiardo-e-il-ministro-lorenzin-impreparato-o-in-malafede_b_5841518.html> ma questa volta lo ripete un comunicato stampa ufficiale del presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi <http://www.psy.it/comunicati-stampa/allegati/2014_09_20-comunicato-stampa.pdf>, Fulvio Giardina.*
Mercoledì scorso NON abbiamo assistito a una trasmissione di contenuto informativo, in cui fossero eventualmente rappresentati punti di vista diversi, ma a una vera e propria operazione di omofobopoiesi (produzione di omofobia) da parte di un parterre di “esperti” composto da omofobi “doc” e astanti impreparati, come il ministro della Salute.
Ciò non è sfuggito al dottor Giardina, che scrive: «Probabilmente considerazioni meramente ideologiche possono aver portato la ministra alla Salute, Beatrice Lorenzin, a dichiarare testualmente, nella puntata di “Porta a Porta” del 17 settembre scorso, che “la letteratura psichiatrica, da Freud in poi, riconosce la necessità per un bambino di avere una figura materna e paterna”, visto che questa tesi non è assolutamente supportata da ricerche e fonti scientifiche accreditate».
Nella trasmissione tv nulla traspare della realtà. Bruno Vespa e i suoi ospiti hanno saltato a pie’ pari il “piccolo particolare” che da anni l’Italia è ufficialmente succube di una minoranza omofoba che fa sui media e nei ministeri il bello e il cattivo tempo, un Paese in cui la cittadinanza ha o non ha diritti e doveri derivanti dall’ordinamento giuridico, per il solo fatto di costituirsi in un’unione etero piuttosto che omo-affettiva.
Ci sembra rilevante che, a causa di questa discriminazione omofobica, una pletora di cittadini e cittadine italiani, non goda della medesima considerazione di tutti gli altri e le altre da parte della legge, specie i minori che hanno l’unico torto di avere genitori omosessuali.
Quanto al delirio del ministro Lorenzin, per completezza d’informazione riportiamo le altre parole del presidente dell’Ordine degli Psicologi, Fulvio Giardina: «Non è certamente la doppia genitorialità a garantire uno sviluppo equilibrato e sereno dei bambini, ma la qualità delle relazioni affettive» e «La letteratura scientifica e ricerche in quest’ambito sono concordi nell’affermare che il sano ed armonioso sviluppo di bambini e delle bambine, all’interno delle famiglie omogenitoriali, non risulta in alcun modo pregiudicato o compromesso».
Prima di parlare di ciò che non conosce, il ministro della Salute farebbe meglio a costituirsi un’opinione scientifica.
Giuseppina La Delfa
presidente@famigliearcobaleno.org
www.famigliearcobaleno.org  

2 –  Purtroppo non è una novità

di Fabrizio Melodia

In molti pensano che i bambini abbiano bisogno di genitori etero per crescere sessualmente “sani”. Non è da molto tempo che non si tenta più la carta della omosessaulità come malattia, soprattutto dopo l’ignominioso epilogo della esperienza sanremese di Giuseppe Povia, il quale con la canzone «Luca era gay» aveva decisamente toccato il fondo.
«Ci sono 486 specie animali che contemplano l’omosessualità. Quindi questa non è una caratteristica puramente umana. Non è una devianza, ma fa parte della natura. L’omosessualità è un’attitudine umana» scriveva Benvenuto Italo Castellani. Credo che mai considerazione fu più azzeccata.

Non mi dilungherò a ricordare come nella Grecia antica l’omosessualità fosse una componente essenziale della società mentre le donne al contempo erano invece considerate purtroppo solo per mettere al mondo figli legittimi. Una storia famosa è sicuramente quella fra Patroclo e Achille nel mito; nel reale invece vanno ricordati Socrate e Alcibiade, al quale il primo salvò la vita in battaglia e i due ebbero poi una relazione amorosa serena e felice, nonostante Socrate fosse sposato con Santippe, come ricorda Senofonte.

L’antica società romana aveva usi e costumi sessuali “castigati”. Eppure vi furono molte eccezioni come vediamo anche dalle pitture di Pompei. L’omosessualità nell’antica Roma era ufficialmente praticata solo nell’unico modo in cui lo spirito guerriero poteva concepirlo, ovvero come rapporto fra schiavo e padrone.

Con l’arrivo del cristianesimo e poi la sua conquista a “religione di Stato” (sotto l’imperatore Teodosio) continuò la linea dura, in testa Tommaso d’Aquino.

Ma ovviamente l’omosessualità sopravvisse a ogni repressione pur se molte/i fecero le spese di una società che aveva “cancrenizzato” in schemi un’indole essenziale della natura umana.

Non a caso Oscar Wilde avrebbe penato in carcere, componendo la triste e dolorosa «Ballata del carcere di Reading» e lo struggente «De profundis».

Una parte della società in cui viviamo insiste a porre al massimo grado la famiglia in senso “romano”, buona soprattutto per la produzione di manodopera o soldati; non certo per il puro spirito d’amore, come invece avrebbe fatto piacere a Gesù.

Ogni tanto sarebbe bello che le parti fossero invertite, un po’ come suggerisce la bravissima scrittrice di fantascienza Ursula K. LeGuin nel romanzo «Quelli di Anarres». Neppure la fantascienza in certi periodi e luoghi (gli Usa degli anni ’50 a esempio) viene tollerata se rompe i tabù: per il racconto «Un mondo ben perduto» a Theodore Sturgeon bruciarono la casa.

Sì, dovremmo scambiarci le parti e ricordare ogni tanto cosa significa subire il trattamento discriminatorio e repressivo di una società fortemente omofobica.

Mi viene in mente anche un episodio della serie Next Generation di «Star Trek» in cui il comandante Ryker fa la conoscenza di una razza aliena in cui tutti sono asessuati. Ogni tentativo di diversificazione sessuale è duramente represso con la violenza e la rieducazione chimica e fisica. Uno di loro entra in contatto con Ryker e la dottoressa Crusher, scoprendo a poco a poco il sesso al quale si fa più affine, scoprendosi donna e innamorata del bel comandante, che per amore non esiterà a violare la Prima Direttiva della Federazione, andando incontro a un incidente diplomatico.

Ogni tanto penso a quanto della antica cultura romana sia ancora parte della nostra: in tutti questi secoli ci portiamo dietro molta zavorra e abbiamo invece rimosso “il meglio” dei nostri antenati. Basti pensare che in latino abbiamo due modi di dire bacio: osculum e basium. Il primo è il bacio senza connotazioni erotiche, il secondo è pregno di connotazioni erotiche, come ricorda Catullo più volte nei suoi carmi amorosi.

Per noi tuttora i baci hanno connotazione erotica, ovvero appartengono alla sfera della sessualità più che dell’amore, una sessualità vissuta spesso – nella tradizione cristiana a esempio – come qualcosa di “sporco” e di “rituale”, da incanalare e controllare. Tipico di una società fortemente patriarcale e schizofrenica come la nostra.

E’ davvero ora di cambiare rotta, permettere che tutte/i possano vivere l’amore, consentire che le coppie omosessuali si vedano riconosciuti pari diritti e pari doveri, adozione compresa.

Troppi pregiudizi, troppa paura verso ciò che non si conosce. E molte persone sinceramente per bene, cioè che non farebbero male a una mosca, vengono educate a istigate a vedere nell’omosessualità un attacco alla natura, all’ordine.

Una volta tanto anche Lucia Annunziata ha detto qualcosa di interessante: «I funerali di Lucio Dalla sono uno degli esempi più forti di quello che significa essere gay in Italia: vai in chiesa, ti concedono i funerali e ti seppelliscono con il rito cattolico, basta che non dici di essere gay. È il simbolo di quello che siamo, c’è il permissivismo purché ci si volti dall’altra parte». E poi Lucio Dalla era un “vip”; fosse stato un operaio…
Come ha sottolineato Fabri Fibra: «in Italia l’omosessualità è accettata solo su un palco, nella realtà i gay vengono bastonati in piazza. Vorrei che questi artisti invece di mettersi il lucidalabbra facessero uscire il messaggio che si può vivere l’omosessualità, tabù in Italia, in maniera naturale».

 

Redazione
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5 commenti

  • davvero lo schifo che provo è grande… non mi riesce di farlo passare… penso solo a cosa davvero accadrebbe se fossero i normali a subire le discriminazioni a cui sono soggetti gli omosessuali… bisognerebbe ogni tanto invertire le parti… un po come se un imprenditore diventasse un operaio… e l’operaio diventasse imprenditore… non sarebbe male… se servisse a qualcosa…
    non lo so… speravo che davvero l’umanità fosse pronta… invece…

  • FRANCESCO PAOLO MAGNO

    Nel mondo degli animali, e nel mondo degli uomini l’accoppiamento omosessuale è un SURROGATO dell’accoppiamento eterosessuale. Chi vive in un carcere, in un collegio, in un seminario per preti, in un convento di monaci, o di monache, trova la via di sfogo delle pulsioni sessuali, accoppiandosi con una persona dello stesso sesso. Lo zoopsicologo polacco JEAN DEMBOWSKI ci descrive l’omosessualità, presente nel mondo delle scimmie : i maschi si accoppiano tra loro, perchè l’OVERLORD, o capo del branco, la fa da padrone, riservando solo a sè l’accoppiamento con le femmine. Quando l’ OVERLORD diventa vecchio, i giovani maschi hanno la possibilità di accoppiarsi con le femmine. L’accoppiamento omosessuale è -lo ripeto- un SURROGATO dell’accoppiamento eterosessuale : il ricorso a tale SURROGATO è causato dalla esistenza di LIMITI OGGETTIVI. Il processo evolutivo naturale , svoltosi in un lunghissimo periodo, ha portato alla distinzione di due SESSI ( il maschile e il femminile ), e, perciò, all’accoppiamento eterosessuale. L’accoppiamento omosessuale è una forma di REGRESSIONE EVOLUTIVA, cioè la forma propria di una fase assai antica dell’organismo umano.

    • Francesco Masala

      nel mondo degli uomini i commenti omofobi sono un surrogato dei commenti intelligenti.
      l’omofobia e tutti i pregiudizi sono una forma di REGRESSIONE EVOLUTIVA, cioè la forma propria di una fase assai antica dell’organismo umano.

  • Segnalo che le scimmie bonobo non hanno capobranco e fanno tantissimo sesso, praticando abbondantemente sia l’eterosessualità che l’omosessualità maschile e femminile. Roba che se fosse ancora vivo, a quello zoopsicotico di Dembowski (che comunque si chiamava Jan e non Jean) piglierebbe un colpo.

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