Raùl Zurita .. poesia antidoto alla paralisi
di Sandro Sardella
Risuonano le onde il gorgoglio borbottante e profondo che
ha accolto e nascosto i corpi dei desaparecidos lì scaraventati
dall’odio barbarico dei militari cileni ..
Risuonano i muri muti scheggiati rugginosi di sangue che
hanno assorbito urla di corpi torturati straziati dall’odio
barbarico dei militari golpisti cileni ..
Risuonano i versi di Raùl Zurita innervati di dolore di memoria
di gioia urlata del resistere all’odio barbarico dei fascisti
militari golpisti cileni ..
Risuonano le parole della sofferenza perché tra la polvere
della sabbia del deserto fanno rivivere i corpi offesi dall’odio
barbarico dei padroni militari golpisti cileni ..
Raùl Zurita testimone della brutalità della dittatura fascista
cilena con la sua voce moltiplica nel tempo e nello spazio le
voci delle vittime .. la sua poesia produce deflagrazioni .. il
suo Requiem rompe e sfida omertosi silenzi .. ..
Raù Zurita : “ZURITA – quattro poemi – a cura di Lorenzo Mari – traduzione di Alberto Masala – Valige Rosse – 2019.
SE SOLO UDISSI
Ora odi questo presagio, sì grazioso amore, odi questa
Profezia:
I quartieri di baracche avanzeranno fra le alte pareti
d’acqua del mare e ci saranno ambulanze con cani
antidroga e veterani di guerra che scrutano in ogni
angolo.
E le autostrade del paese di sete avvizziranno come linee
di polvere nello squarcio delle acque
aperte
e sarà la follia oh sì amore
e sarà la solitudine oh sì amore
e sarà la disfatta oh sì amore
E vedremo un paese di tavole di traverso nel mezzo del
corridoio del mare, ragazzi con l’acne e
ritratti di mamma in un grande frigo, lo vedrai
dolce amore
Lo vedrai dolce amore
Lo vedrai dolce amore
E i nostri corpi fracassati si abbracceranno nel fondo del
mare come ponti aggrovigliati.
Ma nessuno ode amore
Requiem
Addio Raùl. Lo dico al vento. Il cielo, il mare e il
vento si sono mischiati, si sono fusi, però suppongo
che se non fosse così neanche io potrei capire
perchè ho gli occhi annebbiati. Le facce
di Sileba, Sebastiàn, Ivàn e Felipe sono come
macchie bianche, e lontano, dall’altra parte della baia,
si vedono le luci di Valparaìso. Metto la mano nella
piccola urna e prendo l’ultima manciata di ceneri.
Gettandole in mare lasciano una scia sottile,
come fumo, e spariscono nell’aria.
Alcuni gabbiani si levano dal nulla
e vi si scagliano sopra per virare subito come se si
sentissero defraudati. Poi alzo l’urna e la scuoto, quasi
come se stessi per lanciarla in mare, come un messaggio
in bottiglia: Raùl, che Dio ci salvi. E le ceneri
che ho preso in mano, che erano quel Raùl Zurita
Canessa che un tempo abitò in questo mondo,
vorticano e se lo porta il vento,
e la cenere si fa vento e il vento si fa Raùl
o la materia di cui siamo fatti.
E di fronte, le cataratte del Pacifico risplendevano.
Raùl Zurita Canessa (Santiago del Cile, 1950) è uno dei
più importanti esponenti della poesia contemporanea
latinoamericana e mondiale. Arrestato e torturato
durante la prima fase della dittatura di Pinochet, la sua
produzione artistica e poetica è prova di innovazione
formale e al tempo stesso strategia di resistenza.
Nota obbligata : “Città Ciudades” – Alberto Masala-Raùl Zurita-Marco Colonna – ModoInfoshop – Bologna -2021 – con prefazione di Lorenzo Mari (fatto a mano) ..
due grandi poeti e un grande musicista in questo prezioso libro vivono portano una molteplice esperienza di incontro .. la poesia e la musica percorrono .. con un nomadismo libertario .. luoghi invivibili per abitarli ..
la poesia la strada la resistenza la memoria vibrano poi in sette partiture disegnate da Marco Colonna .. inventando un’opera che urgente .. fuori di retorica .. si offre alle mani agli occhi e alle orecchie “degli uomini e delle donne di buona volontà .. “