Ravenna Festival: «Non danzate con l’apartheid israeliana»
Un appello da BDS Italia e associazioni di Ravenna
#DirittiInBallo: Chiediamo al Ravenna Festival di cancellare lo spettacolo della compagnia di danza israeliana Batsheva, a causa della sua complicità con il governo israeliano.
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BDS Italia e associazioni di Ravenna lanciano una campagna contro la partecipazione della compagnia di danza israeliana Batsheva al Ravenna Festival.
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Batsheva, finanziata dal governo di Israele, svolge un ruolo di “ambasciatrice culturale” dell’occupazione e dell’apartheid.
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La partecipazione di Batsheva è in contrasto con la dedica del Festival a Nelson Mandela, difensore dei diritti dei palestinesi.
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Appelli sono arrivati dalla Palestina, da Israele e dal Sudafrica per il ritiro dell’invito a Batsheva.
BDS Italiai e altre associazioni impegnate per la difesa dei diritti umani e che sostengono il diritto del popolo palestinese alla libertà, alla giustizia e all’uguaglianza, hanno lanciato un appello alla mobilitazione ii per chiedere al Ravenna Festival di ritirare l’invito alla compagnia di danza israeliana Batsheva, cancellare lo spettacolo in programma per il 6 luglio e di rompere le relazioni con l’Ambasciata di Israele in Italia e le altre istituzioni israeliane non accettando finanziamenti diretti o indiretti.
Batsheva si esibisce con il patrocinio dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata israeliana ed è finanziata dai Ministeri israeliani della Cultura e degli Affari Esteri. Il governo israeliano promuove un uso propagandistico della cultura e dell’arteiii e Batsheva si presta ad un ruolo di foglia di fico per occultare l’apartheid israeliana e le politiche di oppressione, discriminazione e occupazione militare che negano i diritti fondamentali alle donne e agli uomini palestinesi. Quando gli artisti si rendono complici dell’oppressione di un popolo vanno boicottati.iv Così come nella lotta contro l’Apartheid in Sudafrica, il boicottaggio culturale gioca un ruolo importante nella lotta dei palestinesi per i loro diritti e sono tante le star internazionali che hanno aderito.v
La partecipazione di Batsheva al Ravenna Festival è in contrasto stridente con l’intitolazione del Festival a Nelson Mandela. Mandela, oltreché leader della lotta contro l’apartheid in Sudafrica, non a caso fu anche strenuo sostenitore dei diritti dei Palestinesi: ricordiamo la sua dichiarazione ”la nostra libertà è incompleta senza la libertà dei Palestinesi”. È inaccettabile vedere il nome di Batsheva, sponsorizzata da un governo razzista che impone un regime di occupazione e di apartheid a milioni di persone, associato al nome di chi ha combattuto contro razzismo e apartheid in Sudafrica e ha sostenuto i diritti dei palestinesi.
La richiesta di ritirare l’invito alla Batsheva Dance Company è stata già avanzata nelle scorse settimane alla Direzione Artistica del Ravenna Festival con l’invio di lettere da parte di BDS Italiavi, PACBIvii, BDS Sudafricaviii e di attivisti israeliani di Boycott From Withinix. Tuttavia nel corso di un incontro con una delegazione di BDS Italia i rappresentanti del Ravenna Festival, pur riconoscendo la validità dei nostri argomenti, hanno affermato che non è possibile cancellare lo spettacolo di Batsheva.
Nel caso che la nostra richiesta non trovi una risposta positiva, ci troveremo costretti a mettere in campo iniziative di protesta contro la partecipazione di Batsheva Dance Company al Ravenna Festival, invitando il pubblico a disertare lo spettacolo del 6 luglio.
Libertà, giustizia e uguaglianza per le/i palestinesi.
BDS Italia
i BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all’appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale (http://bdsitalia.org/)
ii Vedi appello (link)
iii Nel 2005 Nissim Ben-Sheetrit del Ministero degli Esteri israeliano ha affermato: “Consideriamo la cultura come uno strumento hasbara (di propaganda) di primo ordine e non facciamo differenza tra propaganda e cultura” (http://www.haaretz.com/misc/article-print-page/about-face-1.170267 )
iv La campagna di boicottaggio culturale verso Israele, sulla base delle linee guida stabilite dalla Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (PACBI), non è contro gli artisti israeliani in quanto tali, ma è rivolta alle istituzioni israeliane e ai meccanismi attraverso cui gli artisti diventano strumenti della propaganda di regime. http://bdsitalia.org/index.php/campagne/bac/1523-linee-guida-bc-luglio-2014
vi Vedi lettera BDS Italia (link)
vii Vedi lettera PACBI (link)
viii Vedi lettera BDS Sudafrica (link)
ix Vedi lettera BFW (link)
Io invece la voglio vedere , la compagnia israeliana. Pago le tasse, sono romagnola, partecipo al festival delle culture e Son felice ci sia Israele nel mondo.
Hanno una elevata tecnologia ed uso i loro prodotti, se mi capita. Sono l’unica democrazia in medio oriente e i loro cittadini godono parità di diritti. Ho letto la storia e resto allibita nei confronti di un manipolo di facinorosi che per sbaglio non si sono trovati a dirigere i campi di concentramento negli anni hitleriani ed ora mi vogliono impedire di vedere uno spettacolo!!!! La dittatura non mi piace. Sono o no anche io cittadina del mondo? Quindi voglio vedere la performance! Grazie!
buondì Annamaria, non ci conosciamo ma spero che si possa dialogare. Io non parteggio per la distruzione di Israele né per la persecuzione degli israeliani o degli ebrei. Come mi batto – nel mio piccolo – contro ogni forma di razzismo e sessismo, così mi impegno per mettere fine alle discriminazioni dei palestinesi e alle violazioni degli accordi in merito che i governi israeliani hanno messo in atto. Se questa analisi è giusta, il boicottaggio (una forma nonviolenta, ne converrà) è una strada possibile, come pensano anche molti dissidenti israeliani; se vuole perdere qualche minuto qui in bottega troverà a esempio un post intitolato «Intervista a Gideon Levy».
Lei però pensa che siamo di fronte alla «unica democrazia in Medio Oriente» (io lo chiamo Vicino Oriente ma insomma ci siamo capiti): molte persone israeliane e molti ebrei nel mondo sorriderebbero amaramente a questa sua convinzione, soprattutto ora che i governi di Tel Aviv non solo negano i diritti dei palestinesi ma cercano in ogni modo di bloccare il diritto al dissenso degli stessi cittadini israeliani.
Lei scrive che chi propone il boicottaggio è «un manipolo di facinorosi che per sbaglio non si sono trovati a dirigere i campi di concentramento negli anni hitleriani», questa è una frase offensiva e ingiustificata per molte ragioni. Fra chi propone il boicottaggio non ci sono nazi-fascisti, tutt’altro. E nessuna/o ritiene colpevole il popolo israeliano nel suo insieme per i crimini commessi dai suoi governi; credo che la differenza le sarà chiara… Del resto anche in Italia e in altre democrazie – più o meno imperfette quanto a sistemi elettorali – è capitato purtroppo che la maggioranza dei votanti abbia affidato l’incarico di governare a dei malfattori: molto di recente è accaduto anche in Italia di vedere mafiosi ai posti di comando. Mi fermo qui, grazie per l’attenzione.