«Re dei topi»
Il nuovo romanzo di Luca Barbieri
A seguire una noticina (di db) sull’importanza di esagerare
Avviso ai maligni. Nessuno dei (due per ora) Daniele Barbieri presenti in “bottega” è parente di questo Luca Barbieri se non forse per via di migrazioni avvenute secoli – o millenni – fa.
Redattore della Sergio Bonelli Editore, Luca Barbieri ha pubblicato molti libri, oscillando fra saggistica – «Storia dei pistoleri», «Storia dei licantropi», «Guida ai supereroi Marvel» eccetera (tutti da Odoya) – e i romanzi «Amore negato» (Ananke), «Five Fingers» (Il Foglio poi Meridiano Zero) più qualcos’altro e ora arriva questa fiction etichettata scifi-we-ho. Ovvero fantascienza horror con ambientazione e tematiche weird western). Roba da Tarantino o da Valerio Evangelisti “panterato” e risciacquato nel Mississippi.. Ma a proposito di etichette chissà cosa ne pensa K. G. Sage che da un po’ è sparito: i maligni (vedi sopra) dicono che si è fidanzato con un altro “scomparso” dalla bottega (Johnny… voi sapete chi; e se non lo sapete potremmo aggiungere Sheetmetal). Ma abbandonando il plurale “maiestatis” e le divagazioni si va a concludere senz’altri fronzoli sul «Re dei topi». Qui in bottega qualcuna/o leggerà e presto vi dirà – però non ci offendiamo se avanzate candidature – ma intanto leggete la quarta di copertina e poi sbirciate sotto … se vi interessa “esagerare”.
SINOSSI
In un mondo aspro e ostile, dominato da una natura predatrice e popolato da un’umanità folle e crudele, Hermo Aymonod è un uomo disperato in cerca di redenzione, al quale non resta che avventurarsi per strade sconosciute, affrontando le insidie di sabbie solcate da pinne minacciose, sotto cieli attraversati da misteriose creature pronte a trasformare gli sfortunati viandanti in orribili mostri. La via intrapresa, però, non offre soltanto morte e sofferenza: i nemici, a volte, si trasformano in alleati, e gli occhi sottili e dolenti di una guerriera dispersa, esiliata dalla propria terra, diventano isole dove un naufrago può trovare un insperato approdo.
In “bottega” trovate un suo racconto (Luca Barbieri: «il sicario e l’alchimista») e la recensione di db (Luca Barbieri: “Storia dei licantropi”)
L’IMPORTANTE E’ ESAGERARE
A proposito/sproposito di sci-fi-we-ho e di contaminazioni, frullati, steccati a pezzi (da un lato) e mania di “imbarattolare” dall’altro. Mi torna in mente che con Riccardo Mancini nei lontani anni ’80 riflettavamo (appena appena cazzaronando?) sulle tappe successive della resistenza agli etichettamenti e/o del rilanciare i mix. Prendevamo appunti sul romanzo o film ideale in arrivo: guerra, amore e intrigo ma anche con un gioco da scoprire (tipo: le prime lettere di ogni capoverso danno un indizio fasullo e uno vero per scoprire la soluzione del gioco a pag 149); in una storia reale ma anche fantastica seminare indizi vegetali, musicali e spionistici; bibliografie fasulle tranne un titolo vero o viceversa; pubblicare un Natale le pagine pari e l’altro le dispari del romanzo inedito dei 7 fratelli Marx e delle gemelle Deledda (“Cartago Deledda est”); perchè solo tragicomico e non tristallegro, dogmeretico e/o astinlibertino? Inoltre come mai Rita Pavone (o Michel Jackson per correre dietro ai tempi), Maciste, Giggirriva -75 anni da poco: auguri – e i telegrafisti sexy o i marines drogatissimi non trovano adeguata collocazione nelle storie più filosofiche o di ricerca storica? Tutto chiaro, spero. [db]