
di Pabuda
s’intende, no?
detesto
il lavoro salariato:
più del sudore,
dell’insonnia
e della ripetizione
trovo davvero molesto
tutto l’armamentario
di moine, cerimonie
e salamelecchi
compreso nel contratto.
tipo:
sentirmi chiamare
“collaboratore”
dal padrone
oppure “collega”
dall’amministratore
delegato.
sono un ingrato?
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net