RENZI 6
Di Mauro Antonio Miglieruolo
Molti stanno iniziando a chiedersi cosa differenzi, al dunque, la politica del “nuovo che arretra” Renzi da quella dei rottamandi che pretende di asfaltare. Non è arrivato anche lui a soggiacere alla seduzione del male, l’illusione (una illusione significativa, segno di una continuità che non promette nulla di buono) di poter tessere accordi con il pregiudicato di Arcore? Offrendogli in cambio una preziosa sponda mediatica che nelle circostanze date lo stesso, maestro illusionista, non riusciva a procurarsi?
Una volta tanto io, disestimatore per vocazione del nuovo segretario del PD, non lo criticherò per aver rimesso al centro dello scontro politico chi oramai sembrava esserne ai margini. Costretto dalle circostanze, l’essere straniero in patria nel partito che rappresenta; preso nella morsa tra le facili promesse con le quali ha sedotto un elettorato fin troppo ansioso di lasciarsi sedurre (un elettorato ormai alla disperazione) e l’inerzia del recalcitrante governo Letta, il quale ha timore anche della più piccola turbolenza politica ed è chiuso in un irrigidito attendismo; non gli è rimasto che calarsi nella fossa del leone, anche se vecchio leone un poco spelacchiato. Sperando si tratti del male minore.
Per lui, se riesce a scapolarsela con poco danno, certamente lo è, un male minore. Per gli italiani il peggiore.
Qualunque sia il destino di Renzi, un oppressore come tanti, una dei tantissimi dei quali la classe dominante ha grandissima disponibilità, resta questa ulteriore gratuita occasione offerta al padre padrone della sgangheratissima destra italiana, di continuare a tessera la sua tela di ragno nella quale catturare il poco di buono che sopravvive nella società civile italiana. Berlusconi in questo è stato veramente grande: nell’essere riuscito a effettuare la sintesi della fittizia alternativa che da sempre viene presentata all’elettore del nostro paese, o la pesta o il colera. Lui riesce a essere ambedue, peste e colera.
Credevamo essercene liberati. Invece no, sta ancora lì, tessendo e corrompendo, pronto a trionfare. C’è proprio da pensare, lassù qualcuno ci vuol male.