Renzi è un fascista?

di Mauro Antonio Miglieruolo
***
No, nonostante si sforzi alquanto per sembrarlo, ritengo che definirlo fascista sarebbe fargli nello stesso tempo troppa ingiuria e troppo onore.

Politicamente non ha la sufficiente autonomia per poterlo includere in quella poco rispettabile compagnia che realizzava l’interesse del capitale inseguendo i propri incubi d’odio antiproletario; ma neppure manifesta una qualche inclinazione a usare olio di ricino e squadracce di sostenitori pronti a passare a vie di fatto*. Per tutto il resto che riguarda la conduzione del governo e l’ideologia con la quale la giustifica però lo è: o è pericolosamente vicino al fascismo. Lo è nell’essenziale dell’opera sua: si tratta della stessa opera la cui realizzazione ha giustificato il vecchio fascismo agli della reazione padronale, che aveva bisogno, per realizzare i propri fini, di uno strumento politico e militare che facesse i conti con la Classe operaia assumendo in prima persona l’onere di affrontare le masse in rivolta (cioè esimendo la borghesia di esporre se stessa nell’esecuzione di questo compito). I fascisti in effetti hanno ben saputo attuare negli anni venti quel che Renzi sta portando avanti in questo anticipo degli stessi decenni nel XXI secolo: servirsi degli errori e delle immani ipocrisie della “sinistra” e del sindacato per distruggere, attraverso di loro, ogni possibilità di espressione organizzata dei lavoratori.
Non si piegano altrimenti i forsennati attacchi che conduce contro il suo stesso partito, atti non a purificarlo, ma a peggiorarlo, a portarlo alla distruzione; né si spiegano i continui appelli al 41% ricevuto nelle elezioni Europee se non con considerando che probabilmente non ne ha altri da opporre (i partiti sono per altro sensibilissimi all’argomento “con me si vince”. Dovrebbe essere “con me i lavoratori progrediscono” ma questa è materia che provocherebbe “scompensi” persino in un partito comunista rivoluzionario). È possibile anche che qualche argomento lo abbia, ma non lo possa esternare, alias confessare. Può forse ammettere che i suoi compiti sono gli stessi affidati un tempo al volere dispotico e violento delle squadracce in camicia nera? No, non può. Perché perderebbe titolo a continuare a governare e perché così facendo metterebbe sull’avviso i lavoratori, i quali è certo che finirebbe con il chiedersi: se Renzi non riesce a schiacciarci definitivamente, dopo di lui cosa? Chi sarà chiamato a schiacciarci?
Il che li potrebbe indurli a iniziare a organizzarsi per evitare questo dopo, impedendo così al peggio del peggio di realizzarsi.

* Che non abbia autonomia lo si evince (anche) dalle dichiarazioni di Marchionne che ha ammesso senza infingimenti che Renzi è stato messo lì “per fare le cose che fa”.

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *