Repubbliche sorelle: Venezuela e Colombia di fronte agli Stati Uniti

Una recensione ai 12 saggi di James Petras pubblicati da Zambon Editore

di David Lifodi

“Repubbliche sorelle. Venezuela e Colombia di fronte all’imperialismo contemporaneo” rappresenta un’utile guida per comprendere ciò che avviene in questi due paesi, entrambi laboratori, pur in forma diversa, delle strategie di dominazione globale imposte dagli Stati Uniti. Proprio adesso che la pace tra l’estabilishment colombiano e la guerriglia delle Farc sembra vicina, mentre in Venezuela proseguono ancora i tentativi di destabilizzazione, il volumetto, caratterizzato da dodici saggi dell’intellettuale statunitense James Petras, propone una serie di riflessioni desde abajo su questi due paesi, nati entrambi dal processo di liberazione bolivariano.

La pax colombiana sembra essere nell’aria: lo annunciano anche i grandi mezzi di informazione che di solito si occupano della Colombia solo per dare brevi notizie sulla contabilità dei morti causati dall’esercito, dai paras o dai guerriglieri delle Farc, ai quali viene comunemente affibbiata la responsabilità legata alla gestione del narcotraffico. Il merito di James Petras, al contrario, è quello di analizzare attentamente i motivi per cui il presidente Juan Manuel Santos cerca la pace, di certo non umanitari. E allora emerge con chiarezza qual è lo scopo principale dell’oligarchia colombiana, ossia quello di premere per un disarmo della guerriglia che sancisca la fine di ostilità durate mezzo secolo senza però mettere mano alle riforme strutturali socio-economiche di base. È per questo che, mentre a L’Avana Santos passa come uomo moderato, in patria non si fa scrupoli nell’utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione per intimidire e indebolire i movimenti sociali, vedi la persecuzione giudiziaria e la criminalizzazione degli esponenti di Marcha Patriótica. La pace non è mai stata così vicina, certo, ma il passo più lungo deve ancora essere compiuto e i dubbi e le diffidenze della guerriglia sono giustificati. Attraverso la pace, Santos spera di mettere a tacere il conflitto sociale poiché “si rende conto che la sua strategia economica, e in particolare il suo interesse per la promozione degli scambi con l’America Latina… dipende dal raggiungimento di un accordo di pace con le Farc, che controllano importanti regione ricche di risorse minerarie”. In poche parole, Santos vuol raggiungere la pace per sacrificarla all’economia di mercato. In questo contesto va letto l’accordo di libero scambio sottoscritto dalla Colombia con gli Stati Uniti, l’apertura alle basi militari Usa e l’accoglienza di paramilitari non solo colombiani, ma anche venezuelani, che fanno avanti e indietro grazie al poroso confine tra i due paesi per destabilizzare Caracas. Nei saggi di Petras emerge chiaramente come Colombia e Venezuela rappresentino l’asse centrale, secondo la Casa Bianca, per riconquistare un cortile di casa che in più di una circostanza ha già sperimentato la strada dell’emancipazione. Per rovesciare la politica estera indipendente della regione, osserva Petras, è imprescindibile sottomettere quella che una volta era la Grande Colombia, sia favorendo un accordo di pace nel segno del “tutto cambi affinché niente cambi” sia promuovendo la destabilizzazione del Venezuela: gli Stati Uniti stanno procedendo in entrambe le direzioni per riaffermare il loro predominio politico, economico e sociale. E allora, evidenzia ancora Petras, da Washington vengono utilizzate forme d’attacco multiple per la modifica della congiuntura politica: il ricorso al colpo di stato (aprile 2002), il finanziamento di coalizioni elettorali, media e organizzazioni non governative e l’utilizzo di sabotatori dei risultati delle urne tramite l’azione diretta (le guarimbas). Tuttavia, nonostante alcune debolezze e contraddizioni della presidenza Maduro, peraltro assediata anche tramite minacce dirette di invasione del paese mascherate, ancora una volta, da “interventi umanitari”, gli Stati Uniti ancora non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi. In Venezuela l’integrazionismo latinoamericano ha sempre fatto muro contro le ingerenze di Washington, mentre in Colombia, nonostante la quotidiana criminalizzazione delle organizzazioni popolari, movimenti sociali e guerriglia non sembrano disposti ad accettare delle condizioni di pace imposte dall’alto a vantaggio dei soliti noti e non dell’intera società civile. Del resto, sostiene Petras, al contrario degli Stati Uniti, il Venezuela non ha invaso, occupato o sponsorizzato colpi di stato militari in altri paesi dell’America Latina, quindi un’eventuale aggressione militare a Caracas sarebbe del tutto fuori luogo”. Al tempo stesso, è proprio per questo motivo che gli Stati Uniti cercano di finanziare l’opposizione interna, come evidenziano le stesse Farc nel documento storico-politico pubblicato in fondo al volume, in cui citano i colpi di stato in Honduras e Paraguay sponsorizzati proprio dagli Stati Uniti, senza però il loro intervento diretto.

Venezuela e Colombia, le repubbliche sorelle, rappresentano due tra i paesi più importanti del continente latinoamericano, ma sono al tempo stesso nel mirino dell’ingombrante vicino del nord: dal loro futuro dipenderà anche il tipo di sviluppo verso cui andrà incontro l’intera regione.

 

“Repubbliche sorelle. Venezuela e Colombia di fronte all’imperialismo contemporaneo”

di James Petras

Zambon Editore, 2015

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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