Resistenza umana e civile al decreto Salvini

La rivolta dei sindaci, da Palermo a Parma, da Pescara a Napoli commentata da Pier Virgilio Dastoli, Alex Zanotelli e Alessandro Dal Lago

Resistenza umana e civile al decreto Salvini

di Pier Virgilio Dastoli 

L’associazione nazionale dei sindaci lo aveva già annunciato a novembre: il cosiddetto “decreto sicurezza”, voluto dal Ministro dell’interno @Salvini, avrebbe creato insostenibili problemi giuridici e sociali alle amministrazioni comunali provocando l’effetto contrario a quello per cui ne è stata invocata l’urgenza: l’abolizione della protezione umanitaria, il prolungamento del periodo di detenzione dei richiedenti asilo, la chiusura degli SPRAR, il rifiuto dell’iscrizione anagrafica dei residenti legali non incidono sui diritti degli italiani, aumentano il numero degli immigrati irregolari e illegali e accrescono gli spazi di intervento della piccola e grande criminalità con maggiore e non minore insicurezza.


La prima questione che coinvolge direttamente i sindaci riguarda le procedure per la concessione della residenza anagrafica agli stranieri provenienti da paesi al di fuori dell’UE o con i quali l’Italia o l’UE hanno sottoscritto accordi di associazione. Con correttezza costituzionale, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando richiama gli articoli 2, 14, 16 e 32 della nostra Carta e le sentenze della Corte Costituzionale del 1997, 2001, 2005, 2006 e 2008 che affermano concordemente che “lo straniero è anche titolare di tutti i diritti fondamentali che la Costituzione riconosce spettanti alla persona… In particolare, per quanto qui interessa, ciò comporta il rispetto, da parte del legislatore, del canone della ragionevolezza, espressione del principio di eguaglianza che, in linea generale, informa il godimento di tutte le posizioni soggettive”.
Per quanto riguarda le procedure di concessione della residenza anagrafica da parte dei servizi comunali ai cittadini, la richiesta dei sindaci di sospendere l’applicazione della Legge 132/2018 (il cosiddetta “decreto sicurezza”) richiede da parte dell’autorità giudiziaria – nel caso di eventuali denunce o ricorsi preannunciati dal Ministro dell’interno – l’obbligo di sollevare in via incidentale davanti alla Consulta il dubbio di costituzionalità della Legge e la sua conformità con le norme europee e internazionali. In questo caso non ci troveremmo di fronte ad uno o più casi di disobbedienza civile ma ad un conflitto istituzionale fra lo Stato ed i Comuni che può essere risolto solo dalla valutazione delle Corte Costituzionale. Per quanto poi riguarda le norme europee, l’autorità giudiziaria nazionale può investire la Corte di Giustizia dell’Unione europea sulla base dell’art. 267 del Trattato di Lisbona.


Nel caso in cui i sindaci ritengano che la Legge viola diritti umani essenziali sanciti dalla nostra Carta o norme europee e/o internazionali per quanto riguarda la protezione umanitaria ci troveremmo di fronte a casi di Civil Disobedience che consente a qualunque autorità di ribellarsi ad una legge ritenuta ingiusta e non conforme alla Carta dei Diritti fondamentali e alle Convenzioni di Ginevra e di Amburgo.
Vale la pena di ricordare (come sta facendo il Movimento europeo pubblicando la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea www.movimentoeuropeo.it) che gli articoli 1 (dignità umana), 3 (integrità della persona), 4 (proibizione di trattamenti degradanti), 6 (libertà e sicurezza). 7 (rispetto della vita privata e familiare), 10 (libertà di pensiero e religione), 11 (libertà di espressione), 12 (libertà di riunione e associazione), 14 (diritto all’istruzione), 15 (diritto di lavorare), 18 (diritto di asilo), 19 (protezione in caso di allontanamento e di espulsione), 20 (uguaglianza), 21 (non discriminazione), 24 (diritti del minore). 25 (diritti degli anziani), 26 (diritto delle persone con disabilità), 29 (diritto di accesso ai servizi di collocamento), 30 (tutela in caso di licenziamento ingiustificato), 31 (diritto a condizioni di lavoro giuste e eque), 32 (divieto del lavoro minorile), 34 (sicurezza sociale), 35 (protezione della salute), 45 (libertà di circolazione e di soggiorno per i cittadini dei paesi terzi che risiedono legalmente nel territorio di uno Stato membro), 47 (diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale) riguardano tutte le persone che stanno all’interno dell’Unione senza distinzione fra cittadini europei e cittadini di paesi terzi.

articolo tratto da Striscia rossa

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Alex Zanotelli: “Questa legge trasuda ‘barbarie’ ed è un veleno micidiale per la nostra democrazia”

“La gravità di questo Decreto sta nel fatto che nega i principi che sono alla base della nostra Costituzione. Prevede l’abolizione della protezione umanitaria, lo smantellamento dei centri per i richiedenti asilo, la soppressione dell’iscrizione anagrafica con l’esclusione dal servizio sanitario”
Intervista di Carlo Di Cicco (Tiscali Notizie) ad Alex Zanotelli pubblicata da Peacelink

Alex Zanotelli“Il 27 novembre 2018 sarà ricordato come il Martedì Nero  della Repubblica italiana – spiega Zanotelli – perché il Parlamento  ha trasformato in legge il Decreto Sicurezza che è in netta contraddizione con i principi della nostra Costituzione.  E questo è avvenuto senza una discussione parlamentare e senza la possibilità di inserire emendamenti. Altro che centralità del Parlamento! E’ un brutto segnale per la nostra democrazia!”

Lei formula una domanda o afferma una convinzione su un pericolo reale per la democrazia?
La gravità di questo Decreto sta nel fatto che nega i principi di solidarietà e di uguaglianza che sono alla base della nostra Costituzione. Infatti questo Decreto prevede per i migranti l’abolizione della protezione umanitaria, il raddoppio dei tempi di trattenimento nei Centri per il Rimpatrio(CPR), lo smantellamento dei centri SPRAR (Sistema per i richiedenti asilo e rifugiati) affidati ai Comuni (un’esperienza ammirata a livello internazionale, per non parlare di Riace), la soppressione dell’iscrizione anagrafica con pesanti e concrete conseguenze, l’esclusione all’iscrizione del servizio sanitario nazionale e la revoca di cittadinanza per reati gravi.

Ma Lei non era stato finora preoccupato per la sorte dei migranti?
Trovo particolarmente grave nel Decreto il diniego del diritto d’asilo per i migranti, un diritto riconosciuto in tutte le democrazie occidentali, menzionato ben due volte nella nostra Costituzione. Questa è una legge che trasuda la ‘barbarie’ leghista e rappresenta un veleno micidiale per la nostra democrazia. Di fatto il decreto è profondamente ingiusto perché degrada la persona dei migranti e crea due classi di cittadini, rendendo lo ‘straniero’ una minaccia, un nemico e sancendo così la nascita del ‘tribalismo’ italiano, come lo definisce Gustavo Zagrebelsky. Anzi crea l’apartheid giuridica e reale”.Migranti in mare

Non Le pare che la sua analisi si ferma a un aspetto solo politico del Decreto per cui Salvini potrebbe risponderle di candidarsi invece di criticare?
L’apartheid conduce alla separazione e la separazione è peccato. Un cristiano non può restare indifferente davanti al peccato. Ed è peccato perché colpisce l’amore che è il messaggio centrale del Vangelo. Si ha un bel coprire con slogan  e motivazioni  solo apparentemente nobili per politiche che in realtà non servono il bene comune ma gli  interessi di parte. L’amore è verso tutti senza distinzioni anche verso i migranti che devono certo rispondere personalmente quando compiono un reato, ma non possono essere discriminati in quanto persone con lo slogan ingannevole che prima vengono gli italiani.

Non è tuttavia legittimo che una politica di parte si interessi anzitutto degli italiani?
Certamente , ma in realtà siamo come di fronte a pubblicità ingannevole. Infatti  questo Decreto che si chiama sicurezza, sicurezza non offre,  perché moltiplicherà il numero dei clandestini e degli irregolari che verranno sbattuti per strada. E l’effetto è già sotto i nostri occhi: tre migranti su quattro si sono visti negare l’asilo, migliaia di titolari di un permesso di soggiorno sono stati messi alla porta, circa quarantamila usciranno dagli SPRAR. E sono spesso donne con bambini che hanno attraversato l’inferno per arrivare da noi! Così entro il 2020 si prevedono oltre 130.000 irregolari per strada. E gli irregolari verranno rinchiusi nei nuovi lager, i CPR. A questi verrà ingiunto, entro sette giorni, di ritornare nei loro paesi. Ma né i migranti né il governo hanno i mezzi per farlo. Così rimarranno in Italia mano d’opera a basso prezzo per il capolarato del nord e del sud. E’ questa la conclusione amara di un lungo cammino xenofobo di questo paese, iniziato con la Turco-Napolitano (i CIE!), seguito dalla Bossi-Fini, dai decreti Maroni e dalla legge Orlando-Minniti, oltre che al criminale accordo di Minniti con la Libia. Mi dica quale maggiore sicurezza abbia rappresentato questo percorso per gli italiani e quali benefici darà loro se non un illusorio chiudersi nel gretto provincialismo pensando che i loro mali vengono dagli immigrati anziché da un sistema economico “che uccide” per dirla con Papa Francesco.

Tuttavia il Decreto non mette  il dito anche su irregolarità nel fare il bene che possono essere presenti talvolta nelle azioni anche delle ONG?
Questo Razzismo di Stato  è  sfociato in una guerra contro le ONG presenti nel Mediterraneo, per salvare vite umane, e alla chiusura dei porti, in barba a leggi nazionali e internazionali! Non c’è più Legge che tenga, la legge la fa la maggioranza di turno al governo! E’ in ballo il diritto, la legge, la nostra stessa democrazia. E’ grave che ora anche il Presidente della Repubblica abbia firmato questo Decreto. Non possiamo più tacere. Dobbiamo reagire, organizzare la resistenza per salvare la nostra comune umanità.

Ma chi sono i suoi interlocutori se non è soddisfatto neppure del Presidente Mattarella?
Non intendo criticare il Presidente della Repubblica che stimo grandemente come integrità e come voce politica che richiama continuamente i politici e le istituzioni a seguire il bene comune, difende il primato delle persone sul colore della pelle e sulle provenienze di origine e ammonisce sul dovere di preservare la libera informazione. Constato un singolo atto dove immagino potesse essere più energico. Ma l’appello a fare causa comune per la giustizia e la democrazia  è rivolto ad altri organismi pubblici rappresentativi, civili e religiosi.

In particolare a chi rivolge l’appello?
Alla Corte Costituzionale, perché dichiari il Decreto sicurezza incostituzionale; ai Giuristi, perché portino queste violazioni dei diritti umani alla Corte Europea di Strasburgo; alla Conferenza Episcopale Italiana perché abbia il coraggio di bollare questo Decreto e la politica razzista di questo governo come antitetici al Vangelo; agli Istituti missionari , perché facciano udire con forza la loro voce, mettendo a disposizione le loro case per ‘clandestini’come tante famiglie in Italia stanno facendo; ai Parroci , perché abbiano il coraggio di offrire l’asilo nelle chiese ai profughi destinati alla deportazione, attuando il Sanctuary Movement, praticato negli USA  e in Germania; ai Responsabili degli SPRAR, CAS  e altro, perché disobbediscano , trattenendo nelle strutture i migranti, soprattutto donne con bambini; ai Medici, perché continuino a offrire gratuitamente servizi sanitari ai clandestini; alla Cittadinanza attiva, perché in un momento così difficile e buio, si oppongano con coraggio a questa deriva anti-democratica, xenofoba e razzista anche con la ‘disobbedienza civile’ così ben utilizzata da Martin Luther King che affermava:”L’individuo, che infrange una legge perché la sua coscienza la ritiene ingiusta ed è disposto ad accettare la pena del carcere per risvegliare la coscienza della comunità riguardo alla sua ingiustizia, manifesta in realtà il massimo rispetto per la legge!”

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I diritti dei migranti sono semplicemente umani

articolo di Alessandro Dal Lago pubblicato dal quotidiano “il manifesto” e ripreso da Osservatorio Repressione

I partiti al governo creano un conflitto illusorio tra i supposti “diritti sociali”, che sarebbero difesi da loro, e i diritti “civili e borghesi” difesi dalle élite. Un versione caricaturale della realtà e una trappola ideologica in cui tanti elettori tradizionali della sinistra sono caduti quando hanno scelto di votare Lega e M5S

Se c’è una disposizione apparentemente insensata nel cosiddetto Decreto Salvini è l’articolo 13, che impedisce ai richiedenti asilo, provvisti di regolare permesso di soggiorno, di avere una residenza, e quindi di accedere al servizio sanitario nazionale e ad altri minimi diritti sociali. Ma è così insensata, soprattutto dal punto di vista di chi l’ha voluta e l’ha appoggiata, cioè Salvini e Di Maio?

Che questa norma, insieme all’altra sulla chiusura degli Sprar, getti letteralmente sul lastrico decine di migliaia di migranti e richiedenti asilo è fuori discussione.
Gli stranieri non possono curarsi, andare a scuola se sono minori, trovarsi un alloggio decente e così via.

Che la norma sia ampiamente incostituzionale, in quanto viola il principio della parità di chi risiede nel territorio nazionale è abbastanza evidente, come hanno riconosciuto persino sindaci di destra e del M5S (e ha stabilito due mesi fa una commissione del Consiglio superiore della magistratura).
Ma qualcuno pensa che Salvini si preoccupi di queste ricadute perverse, non solo per il destino di tanti esseri umani, ma anche per la giustizia e il funzionamento delle amministrazioni locali?

Quando promuove le sue leggi (dal Decreto sicurezza alla legittima difesa), Salvini sa quello che vuole: in primo luogo riattivare continuamente un’emergenza immigrazione che non esiste se non per i migranti, e quindi fare della criminalità l’oggetto ossessivo della paranoia pubblica.

Basterà, vedrete, che uno straniero commetta un’aggressione, perché questo ministro, presente sui social più che negli uffici del ministero, si metta a sbraitare contro i migranti ed eserciti il suo ruolo di demagogo-capo del governo.

Il caso di Di Maio è diverso e non ha a che fare con le strategie rozze ma efficaci di Salvini. Forse qualcuno spiegherà a Di Maio, prima o poi, che perseverando nel suo ruolo di appoggio servile a Salvini, il consenso del M5S si ridurrà a metà di quello della Lega…

In gioco, tuttavia, non ci sono solo strategie politico-elettorali, ma un sistema di gestione dei conflitti sociali che, pur nel quadro formale di una democrazia costituzionale, privilegia – in chiave totalitaria – l’odio sulla riflessione e l’illusione sula conoscenza della realtà.

Le strombazzate riforme del cambiamento del governo gialloverde (ma sarebbe ora di chiamarlo giallonero), flat tax e reddito di cittadinanza, si stanno rivelando poco più di fake news.

Nell’indifferenza generale, grillini e leghisti si sono impadroniti della Rai e attentano ai diritti dell’informazione con la legge sull’editoria. E soprattutto, creano un conflitto illusorio tra i supposti “diritti sociali”, che sarebbero difesi da loro, e i diritti “civili e borghesi” difesi dalle élite. Un versione caricaturale della realtà e una trappola ideologica in cui tanti elettori tradizionali della sinistra sono caduti quando hanno scelto di votare Lega e M5S.

La verità è che i diritti dei migranti sono semplicemente «umani», sono di tutti, e hanno a che fare con le condizioni minime di esistenza di una società civile.
Contestando il Decreto sicurezza, i sindaci di alcune tra le più grandi città d’Italia – altro che i quattro gatti di cui parla Salvini – li hanno riaffermati con forza.

Indipendentemente da come finirà il loro conflitto legale con questo ministro intimidatore, i sindaci hanno segnato un punto a favore della civiltà. E non è affatto detto che i metodi di Salvini, basati sulla manipolazione ela violenza verbale, non gli si ritorcano contro.

 

Redazione
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3 commenti

  • Gian Marco Martignoni

    Questa la lettera del sindaco di Palermo Leoluca Orlando inviata al funzionario dell’anagrafe di Palermo, io la condivido e la faccio girare. Fallo anche tu se la condividi la società civile deve reagire alle leggi razziali

    Al Sig. Capo Area Servizi al Cittadino SEDE

    OGGETTO: Procedure per residenza anagrafica degli stranieri.

    Nella mia qualità di Sindaco della Città di Palermo, da sempre luogo di solidarietà e di impegno in favore dei diritti umani, in coerenza con posizioni assunte e atti deliberativi adottati da parte di questa Amministrazione comunale, che considera prioritario il riconoscimento dei diritti umani per tutti coloro che comunque risiedono nella nostra città, Le sottopongo una richiesta di ponderazione e una precisa indicazione riguardo alla Legge 132/2018.
    Tale impianto normativo continua a suscitate riflessioni, polemiche e allarmi diffusi anche a livello internazionale per il rischio di violazione dei diritti umani in caso di errata applicazione, con grave pericolo di violazione anche della legge umanitaria internazionale.
    À tal proposito si richiama la nostra Carta costituzionale (mi piace qui ricordare che quest’anno si è celebrato il 70° anniversario della entrata in vigore) con particolare riferimento all’art. 2 (laddove il rifiuto di residenza anagrafica limita il soggetto nell’esercizio della partecipazione alle formazioni sociali); all’art. 14 (laddove l’inviolabilità del domicilio verrebbe incisa da un provvedimento negativo in materia anagrafica); all’art. 16 (laddove la libertà di movimento verrebbe condizionata, se non addirittura disumanamente compressa, in caso di incisione del diritto di residenza oltre ogni ragionevole protezione di altri interessi pubblici eventualmente concorrenti); all’art. 32 (laddove il diritto alla salute potrebbe essere meno garantito in ragione della differente area di residenza anagrafica, o peggio, della mancanza assoluta di residenzialità formale). Non solo: è la giurisprudenza stessa della Corte Costituzionale che da sempre afferma e statuisce “che lo straniero è anche titolare di tutti i diritti fondamentali che la Costituzione riconosce spettanti alla persona (…) In particolare, per quanto qui interessa, ciò comporta il rispetto, da parte del legislatore, del canone della ragionevolezza, espressione del principio di eguaglianza, che, in linea generale, informa il godimento di tutte le posizioni soggettive” (Sentenza n. 148/2008; si vedano altresì le sentenze n. 203/1997, n. 252/2001, n. 432/2005, n. 324/2006).
    Ebbene, al fine di evitare applicazioni ultronee delle nuove norme, che possano pregiudicare proprio l’attuazione di quei diritti ai quali lo scrivente responsabilmente faceva riferimento e ossequio, Le conferisco mandato di approfondire, nella Sua qualità di Capo Area dei Servizi al Cittadino, tutti i profili giuridici anagrafici derivanti dall’applicazione della citata L.132/2018 e, nelle more di tale approfondimento, impartisco la disposizione di SOSPENDERE, per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge 132/2018, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, rifermento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica.

    Distinti saluti.
    Sindaco Leoluca Orlando

    Ritengo di grande importanza questa lettera, poichè in assenza di una sinistra di opposizione, può innescare una opportuna reazione.

  • domenico stimolo

    9 GENNAIO MANIFESTAZIONE A CATANIA

    Apriamo i porti. Fermiamo il razzismo.

    Dopo l’approvazione del Decreto Salvini il clima di intolleranza e la continua negazione dei diritti fondamentali dei migranti ha purtroppo preso ancor più vigore.

    Due navi delle Ong Sea Watch e Sea Eye ( che insieme ad altre hanno salvato migliaia di vite umane e che per questo vengono sempre più criminalizzate) con una quarantina di persone a bordo (tra cui molti bambini) sono da oltre due settimane respinte da ogni porto italiano ed europeo e la situazione sta diventando di ora in ora sempre più drammatica.

    Centinaia di richiedenti asilo vengono espulsi dalle strutture di accoglienza (riversandosi senza alloggio nelle strade delle nostre città) perché di punto in bianco il decreto ha fatto venire meno i requisiti necessari per l’ospitalità, e vengono costretti all’illegalità pur avendo titolo di permanenza in Italia.

    Moltissimi titolari di Permesso di Soggiorno per motivi Umanitari con il nuovo decreto non riescono ad ottenere un rinnovo.

    La cancellazione della possibilità di avere la residenza anagrafica di fatto toglie diritti fondamentali, primo fra tutti quello alla salute, a cittadini che a pieno titolo soggiornano nel nostro paese.

    I sindaci di numerose città si stanno opponendo all’applicazione della legge (in)sicurezza. Da Catania, città che ha dato un grande segnale di Solidarietà alle migranti ed ai migranti sequestrati nella nave Diciotti lo scorso agosto, dobbiamo costruire una forte mobilitazione di tutte e tutti coloro che sono rimasti umani e si oppongono concretamente al dilagante razzismo.

    Manifestazione mercoledì 9 gennaio ore 18,30

    piazza Duomo-via Etnea, Catania

    La storia siciliana ce l’ha insegnato: emigrare non è reato

    Catania città aperta e solidale: nessuna persona deve essere illegale!

    ANTIRAZZISTE E ANTIRAZZISTI CATANESI

  • Segnaliamo Welcoming Europe: il 12 gennaio mobilitazione di Altromercato contro le politiche razziste e a sostegno dei migranti.
    http://welcomingeurope.it

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