Revenant – Alejandro González Iñárritu

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di Francesco Masala

il film inizia con lo sfondo economico sociale del tempo.
i bianchi, di origine europea, dipendenti per la sopravvivenza dalle imprese del tempo, a metà fra banditi e accumulazione originaria, il peccato originale dell’economia, sono complici e spesso convinti complici del genocidio degli indiani e lo sterminio degli animali, gli indiani li uccidevano per la sopravvivenza e il consumo, le imprese (e i bianchi) per l’accumulazione, sterminio di specie intere per le pellicce (anche oggi si fa, anche con animali allevati apposta per essere scuoiati, per non parlare di tutti gli altri, la specie umana fa proprio schifo, ma questo è un altro discorso).
i personaggi del film sono dentro lo spirito del tempo, ingabbiati in ruoli che altri hanno deciso per loro, sono uomini che si credono liberi.
Hugh Glass (Leonardo Di Caprio), come Dustin Hoffmann in Piccolo grande uomo, ha vissuto con gli indiani e ha un figlio, Hawk, al quale vuole un gran bene, figlio della donna indiana che ha amato e non c’è più.
il film è la storia di una vendetta, in mezzo a una natura madre e matrigna, ai limiti della sopravvivenza, è girato sopratutto in Canada, ma anche nella Patagonia argentina e in Messico.
grande la fotografia, grande la regia, bravi e bravissimi gli attori, più di due ore di quella terribile e mortifera ossessione che è la vendetta, a volte il film rischia di essere troppo freddo (non solo per la neve), troppo maniacale, a volte sembra ripetitivo, e però così è, prendere o lasciare.
anche con i difetti, io prendo, è cinema di serie A.
vedetevelo anche voi, non è film da salotto di casa, il cinema vi aspetta.

http://markx7.blogspot.it/2016/01/revenant-alejandro-gonzalez-inarritu.html

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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