Riaprite le biblioteche

un appello promosso da Giulia Abbate

Dal 6 novembre 2020 il nostro Paese fronteggia una nuova prova: il governo  impone nuove misure restrittive in risposta alla seconda ondata di infezione da nuovo Coronavirus, per cercare di arginare il contagio e il collasso del nostro sistema sanitario pubblico.

Queste misure restrittive sono un enorme sacrificio che si impone alla popolazione, l’ennesimo. Dopo una durissima primavera di chiusura e un’estate passata a contare i danni, eccoci in autunno: zone rosse, attività produttive limitate, e soprattutto scuole chiuse e l’intero settore culturale (musei, teatri, cinema) sprangato.

Siamo felici che almeno le librerie possano stare aperte, e che l’ultimo DPCM abbia definito il libro “un bene essenziale”.
Sulla base di questo ci chiediamo: E LE BIBLIOTECHE PUBBLICHE?

Le biblioteche pubbliche sono custodi e ammistratrici del patrimonio librario nazionale, e artefici sul campo del diritto allo studio e all’istruzione: perché sono state chiuse?

Le biblioteche pubbliche già da mesi si sono attrezzate a rispondere all’emergenze con accessi contingentati e sistema di appuntamenti, misurazione della temperatura, igienizzazione costante dei volumi in entrata, sono quindi “tra i luoghi pubblici più sicuri e raccomandabili dove recarsi”: perché sono state chiuse?

Le biblioteche pubbliche garantiscono un “bene essenziale” anche a chi non ha i soldi per comprarselo: perché sono state chiuse?

Le biblioteche pubbliche  sono indispensabili a studenti e studentesse, a ricercatrici e ricercatori, a studiose e studiosi per le loro ricerche e la loro formazione culturale: perché sono state chiuse? 

Il prestito librario già ora funziona con un contatto assolutamente minimo e garantisce un po’ di formazione, di studio, di cultura, anche solo di FELICITA’ a lettori e lettrici: perché è stato sospeso?

I beni essenziali sono necessari alla sopravvivenza: ci si ammala anche di tristezza, di noia, di paura, di mancanza di senso, di povertà di stimoli. Questo lo dice l’OMS, lo dice la scienza, lo dicono i fatti.

Ci uniamo quindi all’appello di Rosa Maiello, Presidentessa dell’Associazione Italiana Biblioteche (lettera qui: https://www.aib.it/attivita/comunicati/2020/86268-libri-essenziali-biblioteche-chiudono/ ) e a più forte ragione

CHIEDIAMO:

1 – di consentire l’APERTURA al pubblico delle sedi delle biblioteche su tutto il territorio nazionale, ALMENO perché possano effettuare il PRESTITO bibliotecario dei libri;

2 – di adottare MISURE STRUTTURALI per sostenere il potenziamento dei servizi bibliotecari e la continuità del lavoro professionale dei bibliotecari, tanto in sede quanto in modalità “lavoro agile”, per la gestione delle biblioteche e dei loro servizi locali e digitali.

#vogliamoleggere!

Chiediamo che siano rispettati i nostri diritti fondamentali (come quello all’istruzione e alla formazione culturale) e di tornare presto a poter fruire di un bene essenziale che deve essere pubblico e garantito sempre.

Grazie!

 

Al Ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, On. Dario Franceschini
Al Ministro per la Salute, On. Roberto Speranza
Al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, On. Francesco Boccia
Al Ministro dell’Istruzione, On. Lucia Azzolina
Al Ministro dell’Università e della Ricerca, Prof. Gaetano Manfredi

Per conoscenza:
Al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Prof. Silvio Brusaferro
Al Presidente della Conferenza delle Regioni, Sig. Stefano Bonaccini
Al Presidente dell’Associazione nazionale dei Sindaci, Ing. Antonio Decaro
Al MiBACT – Direttore Generale per le Biblioteche e Diritto d’autore, Dott. Paola Passarelli
Al Presidente del Centro per il libro e la lettura, Dott. Diego Marani
Al Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Prof Ferruccio Resta

 

Giulia

8 commenti

  • La situazione è drammatica. Aumentano i contagi e i decessi e voi parlate di riaprire le biblioteche?

    • Buongiorno, Sergio.
      Esatto: la situazione è drammatica E chiediamo di riaprire le biblioteche.
      Non è una richiesta che viene dal nulla. In primo luogo, le biblioteche sono i luoghi pubblici con le procedure forse più accurate e stringenti previste, hanno lavorato per mesi e si sono dotate di sistema di appuntamenti, doppia misurazione, spazi contingentati… per poi ora essere richiuse. E le librerie aperte. Che senso ha?
      Inoltre chiediamo ALMENO il prestito, che non significa riapertura totale.
      Il momento è drammatico, è vero! E QUINDI vogliamo le biblioteche aperte e VOGLIAMO leggere, e istruirci, ed essere FELICI leggendo. Ci si ammala anche di noia, di tristezza, di paura, di mancanza di stimoli e di senso, mentre se si è più sereni anche le difese immunitarie aumentano.
      E poi, proprio perché il momento è drammatico vogliamo che siano rispettati i nostri diritti (che le biblioteche garantiscono) e, detta anche in modo più prosaico, dato che dobbiamo stare in casa e non c’abbiamo più una lira per piangere, vogliamo leggere gratis e vogliamo RIDERE.
      Detta così è così brutta?
      La invito comunque a leggere, dalla petizione, la lettera della presidente dell’Associazione Biblioteche Italiane che è molto pragmatica.
      Saluti!

  • un’incomprensibile misura! Aderisco totalmente a questo appello grazie

  • Cara Giulia,

    mi permetto di rimanere della mia opinione. La situazione è anche peggiore di quella di marzo e vanno presi provvedimenti adeguati.
    Ne va della salute di tutti.
    Desidero la libertà, ma non quella di morire.
    La ringrazio e le invio i miei più affettuosi saluti.

    • Grazie, Sergio,
      evidentemente abbiamo concetti diversi di “provvedimento adeguato” e “salute” (e forse anche “tutti”?).
      Ricambio i saluti, buone cose!

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