Ricavi Hera … e la bonifica dell’amianto?
di Vito Totire (*)
Apprendiamo dal quotidiano «Il resto del Carlino» le performances di Hera: l’utile netto sarebbe cresciuto del 20,5% a 109 milioni (trimestrale?). Insomma Hera procede col vento in poppa… Ma noi comuni mortali che viviamo alla periferia dell’impero vorremmo sapere: i trecento milioni che servono per bonificare la rete di Bologna città dall’amianto (circa 500 km.) come mai non saltano fuori? Ormai il consiglio comunale di Bologna pare anestetizzato; l’ultima udienza conoscitiva sull’amianto è stata riservata alle agenzie istituzionali (più Hera ovviamente che è la vera mente della decisione di bonificare con comodo, vale a dire entro 250-500 anni).
Spesso per la sicurezza e la prevenzione si dice: “dobbiamo rinviare perché mancano le risorse”. Ma in questo caso pare che le risorse ci siano salvo che non si voglia insistere a usare i servizi erogati come pura occasione di profitto. Si continua a calpestare un criterio igienistico elementare: quello di separare totalmente il ciclo alimentare e l’igiene domestica dall’amianto.
Facciamo un esempio: ricevete un invito a cena. Accettate. Poi il vostro ospite vi dice: ho i piatti in cemento amianto! E’ ovvio che ogni persona ragionevole risponda: grazie dell’invito ma andiamo in pizzeria! A Bologna no: evidentemente, come descrive Joseph Roth in «Viaggio in Russia» (del 1926) anche la pedagogia felsinea si ispira ai princìpi dell’ipnotista Emile Coné: «comunque ogni giorno divento migliore». Così ha detto la Ausl all’ultima udienza conoscitiva: gli esami positivi per amianto sono calati.
Bologna, 11.5.2017
(*) Vito Totire è di AEA, associazione esposti amianto e rischi per la salute