Ricordando PPP… e chi migra

A 100 anni dalla nascita. Il 5 marzo a Cervia letture di Michele Zizzari

Michele Zizzari è uno “scomodo” poeta, attore e regista napoletano che da anni vive in Romagna. Per ricordare Pasolini, il più scomodo fra gli intellettuali italiani del ‘900, ha recuperato alcuni testi e li leggerà sabato 5 marzo – dalle 16,30 – nella biblioteca Maria Goia di Cervia con musiche e canzoni di Priscilla Casadei.

Solo in un punto Zizzari si è discostato dal testo originale pasoliano, rivisitando a modo suo una famosa «Profezia» (ma è nota anche come «Alì dagli occhi azzurri») che oggi si trova nella raccolta «Poesia in forma di rosa» e intitolandola «L’Orda che verrà». Questa attualizzazione – di una profezia che si è realizzata con le nuove migrazioni – è piaciuta molto alla “bottega” che ha chiesto a Michele Zizzari di poterla pubblicare: la trovate qui sotto.

Chi desiderasse confrontarla con il testo pasoliniano e non avesse sottomano il libro può ascoltarla qui Profezia, una poesia di Pier Paolo Pasolini (1964) e/o inquadrarla qui Alì dagli occhi azzurri, profezia di Pier Paolo Pasolini. In “bottega” l’avevamo proposta più volte: cfr “Profezia” di PPP e Buon primo marzo in lotta.

 

L’orda che verrà

di Michele Zizzari

omaggio a Pier Paolo Pasolini, dando seguito alla sua Profezia

Come noi sono, erano del Mondo, i figli sbarcati, spiaggiati in Sicilia.

Figli dei figli di quelli che sbarcarono, assetati

di civiltà, affamati, tre quattromila anni fa

portando otri colmi d’ogni ben di dio

bagagli, papiri e scartafacci zeppi d’arti e conoscenze.

E ora questi? Figli ideali di fiabe morte, figli reali d’orridi tiggì…

spiaggiati, come rifiuti o pesci soffocati

non dalle burrasche ma dall’umane tempeste,

sull’altra sponda dello stesso Mare…

sbarcano sulle nostre coste cementate, tra scheletri di case vuote,

campi senza terra, greti senz’acqua, orti senza verze,

porcili senza porci, stalle senza capre, fienili senza fieno,

giardini d’aranci secchi e arance marce non raccolte…

Coltivate da un Sole crudo, da una Luna nuda, sono le campagne

abbandonate, che le miti stagioni non amano più…

Eppure questo amore poteva cominciare, e non cominciò.

Questi figli hanno occhi di nocciole tostate, l’odore di paglia bruciata,

sguardi senza paura, che vedono tutto il Male del Mondo…

Forse sanno poco della nostra politica viziata

dell’agricoltura andata a puttane,

delle lotte tradite, delle riforme mancate,

dei politici corrotti e impuniti, degli enti ladri benefattori,

dei fondi neri migrati (questi sì senza dazio) nei paradisi fiscali,

dei rivoluzionari da talk show, dei comici da pulp-ito, dei web-Savanarola,

dei nuovi populismi, del Pareggio di Bilancio imposto dalla Legge,

del Mercato Globale, delle Imprese de-localizzate,

delle Finanziarie succhia sangue, dello Spread, delle Agenzie di rating,

degli indici di Borsa giudici che li condannano alla fame, alla morte…

Ma hanno occhi per vedere,

orecchie per udire

e carne da immolare…

E vengono a noi, come Cristo volle, questi figli

profeti di libertà, messaggeri di dignità

con la speranza di non essere più servi

delle guerre, delle leggi e dei padroni.

E noi, ora, figli precari del Mondo Avanzato

(soprattutto negli anni, nell’ingordigia e nella corruzione)

stupefatti, allucinati dal successo scintillante dei mediocri divi dello Schermo

abbiamo anche smesso d’invidiare l’agio dei borghesi

che veneravamo come dei Signori che non badavano a spese…

Quanto tempo ancora ci lamenteremo in televisione

solo per le tasse, lo stipendio, la cassa integrazione,

la tredicesima e gli scatti d’anzianità della pensione?

Quanto tempo ancora delegheremo a sindacati, senatori e deputati

il rispetto dei diritti, negati, cancellati dai mercanti e dai mercati?

Quanto tempo ancora sopporteremo la razzia dei faccendieri

chini sull’ultimo pasto

a dilaniare come iene il Corpo già smembrato del Pianeta?

Quando smetteremo di pensare la Politica

come a un mero falso affare di bilancio?

Quando invece pretenderemo dignità per ogni figlio della Terra?

Quando stracceremo gl’ipocriti velluti ai siparietti della Ricchezza

per mostrare cosa accade realmente dietro le quinte dell’Illusione?

L’alchimie degli azzeccagarbugli hanno esaurito le magie!

Dalle loro casse truccate, per le platee, neppure più un centesimo riluce

ma solo l’avaro spettro d’una cupa miseria!

Apriremo gli occhi? A noi e a quelli che tra questi nuovi migranti

porterebbero ancora in dono i loro esotici frutti, gli animali,

gli oscuri feticci e i manufatti sopravvissuti al genocidio perpetrato dall’Industria

per deporli ancora con l’orgoglio di un rito superstite, nei saloni del new design digitale

tra un portatile, un climatizzatore a comando vocale, un forno a microonde

e uno schermo piatto di 46 pollici a cristalli liquidi…

come facevano i nostri padri contadini negli anni del Boom Economico

col parente fortunato che s’era sistemato, operaio o impiegato a Milano o a Torino

tra un frigorifero Ariston e un televisore Grunding o Geloso…

Ora, tempi e gioghi ancor più oscuri

s’alternano impietosi sulle Terre Madri,

sfruttate dai Comandamenti della Modernità, corrotte

da un fanatico Sviluppo Illimitato, consumate,

saccheggiate, disboscate, inquinate, sviscerate,

dissanguate, bombardate, mandate in fiamme, spopolate

sotto il Cielo che veglia perplesso e impotente

sull’immensità del danno procurato.

Di quelle Terre figli, sono i nuovi migranti…

Impareranno presto come fare… perché la Grazia del Sapere

è un vento che nella Storia cambia direzione …

Può tornare a soffiare dall’Africa, dal Sud, come nelle migrazioni originarie…

soffia già dal Medio Oriente, dall’Sud Est Asiatico…

a spazzare il Nord Europa d’ogni sua superbia.

E noi, figli spossati dalla Crisi Epocale del Consumo,

forse destati finalmente da quel molesto vento

armeremo la mano dei disillusi, dei meridionali

di tutti quelli che non hanno mai smesso di lottare per i figli…

Quei figli che a flutti già s’uniscono a noi, avventurosamente, venendo

su bagnorole di legno con motori di cavalli usurati che non reggono l’onde,

sui canotti del contrabbando, sulle carrette del mare dalle vernici scrostate

e dalle assi malmesse, remando a braccia, a vela, nuotando

nelle ultime miglia disperanti… con gli occhi dei cani randagi…

Porteranno ancora donne, capre e bambini, asini e nonne

pane e formaggio nelle carte spesse e gialle della povertà…

naufraghi temerari sui barconi rubati ai porti coloniali,

varati nei porti dei Regni della Fame…

Verranno a milioni, bagnati di sudori, di sale e di martirio

vestiti di stracci cinesi o indonesiani, che costano meno di un giorno di salario

jeans, camice e t-shirt cuciti nel terzo Mondo dai bambini…

Sbarcheranno in Puglia, in Calabria, in Sicilia, a Lampedusa…

attraverseranno (ma senza la nostra vile paura) i famigerati territori della Mala,

da Otranto, da Crotone, da Palmi, da Rosarno e da Palermo

saliranno a Napoli, a Milano, a Barcellona, a Marsiglia,

a Parigi, a Bruxelles, all’Aia, a Londra, a Francoforte, a Berlino…

con i padri, le madri, le moglie, i figli, le anime e la miseria a tracollo…

coi telefonini, gli accendini e gl’indirizzi di chi li ha preceduti nelle tasche

con addosso l’odore macerato delle bucce dei frutti stentati,

i topi, le zecche, i pidocchi, le sudice mani e le Croste Antiche della Storia…

Sapendo forse poco della Ue, della BCE che la fa da padrona

e delle Commissioni Parlamentari Europee…

o forse sapendo, decidendo anche per noi, che l’ora è ormai giunta…

E torneranno i discendenti di Annibale, a calpestare l’Europa

senza elefanti, ma con le scarpe contraffatte della Nike

da Cartagine, Sirte e Alessandria,

da Tangeri, Algeri, Tunisi, Tripoli e Bengasi…

E poi i figli degli ex colonizzati del Sahara…

Verranno dalla Somalia, dall’Eritrea, dall’Etiopia Prima Genitrice.

Verranno da tutta l’Africa Nera, da Dakar a Mogadiscio,

da Dar Es Salam ad Abidjan, muovendo dalle capanne e dai villaggi,

dalle baraccopoli, dalle bidonville delle capitali sovrappopolate,

da Khartoum, da Nairobi e da Kinshasa…

Faranno esperienza assaltando i lussuosi lodge dei Safari,

i villaggi turistici del Mar Rosso, di Malindi e Zanzibar.

Verranno, dai campi profughi del Mondo…

Da Siria, Giordania e Palestina

torneranno i mammalucchi, gl’infedeli, i saladini…

Dal Tigri e dall’Eufrate gli iracheni…

e afghani, persiani, pakistani, e una moltitudine d’indiani,

uno sciame di dalit, bengalesi, cingalesi, filippini e indonesiani…

E dall’Est, caleranno ancora l’orde di mongoli e cinesi

a stringere d’assedio la Fortezza, d’una vecchia e fiacca Europa,

cinta solo di Ricchezza, d’una oscena e ignuda banconota.

Non vi saranno mura questa volta, castelli e roccaforti a fermare l’invasione

né cannoni sufficienti, né sortiranno effetto le Leggi sull’Immigrazione

promulgate d’emergenza dai rigurgiti razziali

di Parlamenti illegittimi e Stati falliti, neppure sovrani …

sostenuti solo da sparute milizie di razzisti rapati

col volto raggrinzito d’una certa Fallaci sui bicipiti tatuati…

Questi figli del Mondo, senza visto o permesso

frantumeranno barriere, dogane e frontiere,

ovunque metteranno piede, cancelleranno confini.

E i meridionali d’Europa, siciliani, napoletani, salentini e calabresi

riconosceranno gli antichi fratelli, coi figli, il pane, il formaggio e i coltelli…

e come malandrini a malandrini, stringeranno una nuova alleanza

con gli andalusi e i marocchini, un patto di sangue e fratellanza

fuori dai trattati e dalla Legge, coi turchi, i greci e gli albanesi…

Ed essi, tutti, sempre umili, sempre ultimi, sempre deboli, timidi, dimessi

sempre poveri, sempre infimi, sempre sporchi, piccoli, sudditi, sottomessi

sempre in preghiera sulle ginocchia, con le mani giunte della supplica, imploranti

sempre ruffiani, questuanti, molestatori, analfabeti, incivili e ignoranti

sempre colpevoli, ladri, mariuoli, malfattori, farabutti e furfanti,

sempre accattoni, violenti, fuorilegge, banditi, assassini e briganti…

Essi, che si sono sempre adattati, adeguati a un Mondo sotto un Mondo,

sempre servi, schiavi, obbedienti a un Dio sempre servo di un Re.

Essi, che hanno sempre avuto la spudoratezza

di cantare alla caduta e al massacro dei Re…

Essi, che hanno sempre subito e perduto nelle guerre borghesi

macellati nelle carneficine comandate dal Capitale e dall’Alta Finanza

asserviti, alle catene incatenati, flagellati dai nuovi redentori, bastonati dai padroni,

buttati dalle stive delle navi, annegati in fondo ai mari

sempre morti di fame, di lebbra, di Aids, di febbre gialla e di malaria…

Essi, che hanno sempre patito d’inferiorità…

Essi, miserevoli stupratori, sempre sensibili al canto

di quelle veline senza veli, bianche Sirene d’Occidente

captato dalle parabole delle tivù satellitari, piantate

come bandiere di conquista sulle case di paglia, di sterco e di fango…

Essi, sempre a caccia di Fortuna, corrotti dalla Pubblicità del Benessere,

dalle Promesse del Progresso e dal Grande Sogno del Successo Personale…

Essi, che hanno sempre sperato nell’Amore delle donne,

nel coraggio dei guerrieri, nelle rivolte dei popoli, dei contadini, degli operai

nelle Rivoluzioni, nelle Lotte di Liberazione…

Essi, tutti, proprio loro, questi figli del Mondo

deponendo l’onestà delle tradizioni e delle religioni,

rimescolando identità e vincoli di appartenenza,

dimenticando l’onore della Malavita,

tradendo il candore dei popoli barbari e delle comunità selvagge,

rimuovendo ogni antica soggezione,

sposando l’audacia di una nuova spregiudicatezza

angeli violenti del Destino, innocenti assassini

senza più paura della Vita, della Morte e del Futuro

si leveranno come zombie dalla terra per terrorizzare,

usciranno dal fango e dallo sterco per rapinare,

riemergeranno dagli abissi dei mari per uccidere,

diserteranno le guerre per depredare…

Sfonderanno vetrine, strappando guanti, borse e abiti griffati ai manichini,

e nell’orchestra stonata e assordante delle sirene e degli allarmi,

delle saracinesche divelte e delle vetrate in frantumi,

saccheggeranno bancomat, uffici ed uffizi, fondazioni e consorzi,

palazzi pomposi, tenute, ville e dimore fastose.

Forse, risparmieranno qualche monastero, qualche dipinto, qualche museo.

Verranno dalle case popolari dei quartieri malfamati a svaligiar le Banche.

Sbucheranno dai vicoli bui per espropriare gli Outlet e i Centri Commerciali.

Evaderanno dalle Carceri, dai Centri d’Identificazione e d’Espulsione, per sabotare.

Evacueranno le periferie e i posti di lavoro, per sovvertire.

E altrettanto affamati, non mancheranno alla festa

gli emarginati del Continente Americano…

Torneranno da conquistatori i conquistati, dal Nuovo al Vecchio Mondo

rifacendo all’incontrario il viaggio di Colombo

dopo aver ridotto in cenere le torri di cristallo, i grattacieli di Rio e di New York.

Come pirati su insoliti vascelli approderanno ai porti sull’Atlantico

sulle grandi navi da crociera sequestrate alle Bahamas

a Los Roques o alle Isole Cayman.

E tutti questi, uniti (forse risorti) nell’Apocalisse,

in nome d’una Arcaica Comunanza,

stremati dall’Irraggiungibile, dagli eccessi di velocità della Tecnologia

che corre non si sa per chi, per cosa, né per dove, né si sa che si diviene…

sempre schiacciati nel Passato dalle classi agiate, malate di tecnopatia,

sempre dimenticati, esclusi, sfruttati, usati come cavie, minacciati

da una Scienza serva dell’Economia, malata d’autolatria

votata all’ecatombe chimica, atomica, biologica

sfuggita troppo volte di mano, sempre sull’orlo del disastro…

sempre inseguiti, perseguitati, controllati, registrati, marchiati, imprigionati

dagli uffici della Tecnocrazia e dalla polizia,

turbati dagli umani legami, mortificati, fiaccati, trasformati in simulacri

dall’inquietante, impalpabile Dominio Artificiale

sradicheranno ripetitori e antenne,

strapperanno carte geografiche, mappe e reti informatiche,

lasciando i satelliti ossidare nello spazio,

interrompendo le comunicazioni invisibili ai cuori

che passano troppo in alto sulle teste, indifferenti ai corpi…

per tornare a incontrarsi, a stringersi la mano

per tornare a parlarsi, a guardarsi negli occhi…

ché nulla più di virtuale possa ingannare la vita reale

ché mai più l’apparenza possa ammazzare l’esperienza.

Non so bene se a torto o a ragione…

Non dico che sia bene, né dico che sia male…

Sarà forse la vendetta dell’Urlo Antico e Primordiale.

La Storia in fondo non ha mai avuto una Morale

né ama assecondare le opinioni, giuste o sbagliate.

La Storia dà solo corso ai fatti.

E ovunque passeranno questi figli

abbatteranno e spaccheranno statue di bellimbusti, di notabili tromboni,

uomini di mala scienza e di malgoverno e generali a cavallo…

Senza buona uscita e a calci nel culo licenzieranno padroni,

prefetti, capi di stato e amministratori.

Assalteranno fabbriche, caserme, municipi e ministeri.

Aboliranno ogni schiavitù

spegneranno le tivù

intoneranno i canti ribelli del Passato, i liberi cori del Futuro

per spiegare ai lavoratori la gioia della Vita

per insegnare ai borghesi la gioia della Libertà

per educare i cristiani alla gioia della Morte…

Bruceranno Roma, quei figli del Mondo…

scioglieranno tutto l’Oro del Vaticano nei roghi.

Risparmieranno solo qualche buon prete,

un Papa rinsavito e le Croci di legno…

Proseguiranno verso l’Ovest e verso il Nord

eserciti nomadi, senza capi, senza divise e senza disciplina.

Distruggeranno Milano, Torino, Parigi, Londra e Berlino.

Detronizzeranno i principati, le nobili casate e le ultime regine.

Raderanno al suolo residenze imperiali e castelli,

Banche Svizzere e del Lussemburgo,

l’Aia, Bruxelles e il Parlamento Europeo.

Forse, solo gli eredi dei Vichinghi si salveranno, se si arrenderanno.

Ridurranno a brandelli ogni lembo scampato della cosiddetta Civiltà

come innocenti assassini…

Sulle rovine del Vecchio Mondo canteranno e balleranno,

come ubriachi zingari felici,

forse prendendo in prestito le bandiere rosse.

E nulla vorranno sapere di quel che era.

E tra quelle pietre senza più Storia,

deporranno il seme, libero e schietto

vergine e scapestrato

di un’antica Storia a venire, di un Futuro tutto da rifare…

 

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

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