Ricordo di Flo

Ecco Ii “karate verbale” di Florynce R. Kennedy, femminista, avvocata, autrice fra l’altro di “The Pathology of Oppression“. Flo è mancata nel 2000 all’età di 84 anni. Gloria Steinem, che ha raccolto queste e altre sue citazioni, disse di lei: “Così come c’era una sola Marilyn o un solo Mao, c’era una sola Flo”. La selezione e la traduzione sono di Maria G. Di Rienzo che aggiunge: “l’ultima è la mia preferita”. E io mi associo…. ma sono stato a lungo incerto perché son tutte splendide. (db)

“Dovremmo dare al Pentagono il budget del Dipartimento per la Salute, l’Istruzione e il Welfare, e viceversa. Allora avremmo abbastanza denaro per curare cancro, anemia e distrofia muscolare, e i telethon li faremmo solo per la Pentagonorrea”.

“Come le donne parlano dei loro diritti, qualcuno dice che dovrebbero fare i militari di leva. Praticamente, è come se gli uomini dicessero: Se non mi lasci tenere aperta questa porta per te, te la sbatto sulla mano”.

“Essere madre è cosa nobile, giusto? Allora perché la faccenda cambia se ci si aggiunge la parola nubile o bisognosa?“.

“L’oppressione ha almeno quattro dimensioni. La personale o psicologica, che è quando tu stessa credi di essere uno zero totale perché la società continua a dirti che lo sei. La privata, che ad esempio è il modo in cui vieni trattata quando cerchi lavoro. La pubblica, che è quando il governo prende i soldi di cui tu hai bisogno per gli asili e li usa per uccidere gente in Indocina. E la culturale, che è quando i libri di storia attribuiscono tutto quello che noi abbiamo fatto e inventato a qualche tizio per cui lavoravamo”.

“Se sei stato picchiato un bel po’, tendi ad essere dolorante per un certo periodo. Tentare di aiutare una persona oppressa è come abbracciare qualcuno che sia pieno di ustioni”.

“La sindrome del perdente si dà quando la gente oppressa sta seduta a pensare alle ragioni per cui non può fare qualcosa. Be’, fate quella cosa e basta. Pensare alle ragioni per cui non potete farla è lavoro del sistema, non vostro”.

“La malaria non si cura dormendo con chi ne è affetto, e la povertà non si cura andando a vivere nel ghetto. Si va invece a Wall Street e a Washington, a far pressione su chi la cura ce l’avrebbe”.

“Non agonizzare. Organizza”.

“Se gli uomini potessero restare incinti, l’interruzione di gravidanza sarebbe un sacramento”.

“I miei genitori hanno dato a noi figli un senso fantastico di sicurezza e valore. Quando gli intolleranti ci dicevano che non valevamo nulla noi sapevamo già di valere”.

“Quando ci trasferimmo a Kansas City, alcuni membri del Ku Klux Klan vennero davanti a casa nostra a dirci che avevamo 10 minuti per andar via dal quartiere. Mio padre uscì imbracciando un fucile e disse: Sparerò al primo uomo che metterà il piede su questo portico, dopo potrete pure prendermi e portarmi via. E sapete una cosa, quei tizi del Klan non si fecero mai più vedere.”

“Lo so, siamo termiti. Ma se tutte le termiti lavorano insieme, la casa crolla”.

“Devi scuotere la porta della tua gabbia. Devi far sapere loro che sei là dentro e che vuoi uscire. Fai rumore. Fai casino. Magari non vincerai proprio subito, ma nel frattempo ti divertirai un sacco”.

“Alla mia età e nelle mie condizioni intendo fare quello che mi pare: veramente, non ho il tempo per nient’altro”.

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