Rifiuti e “sana diffidenza”: chiariamo sulla lana di vetro

di Vito Totire   

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Diverse settimane fa abbiamo segnalato su questa “bottega” –  cfr Rifiuti pericolosi a Monghidoro – uno smaltimento abusivo di lana di vetro a Monghidoro; è arrivato un commento che sottindendeva una sorta di “esagerazione” implicita nella nostra iniziativa. Per ragioni deontologiche e per rispetto del lavoro che Daniele e altre/i fanno col blog mi pare doveroso dialogare con chi ha fatto quel commento; peraltro dialogare solo con chi è già d’accordo con noi non serve a niente e dunque per le critiche bisogna sempre ringraziare.

Allora: abbiamo riscontrato diversi rotoloni di lana di vetro abbandonati presso i cassonetti dei rifiuti a Monghidoro, in pieno centro. Non potevamo sapere, a occhio nudo, se si trattava di lana di vetro “vecchia” o “nuova”. E’ un po’ il problema che si pone quando troviamo fibrocemento abbandonato: non si capisce a occhio se contiene amianto o no. Per questo stiamo proponendo da molti anni che quello “nuovo” (fibrocemento senza amianto) venga reso al produttore riconoscibile. L’alternativa è che rinvenuto lo smaltimento c’è l’imbarazzo di decidere se fare esami al microscopio; insomma un aggravio di costi e di incertezze e a volte di preoccupazioni inutili.

Nel caso dell’amministrazione di Monghidoro si è avviata una veloce collaborazione; il Comune ha fatto mettere in sicurezza lo smaltimento abusivo e poi ci ha comunicato che la lana di vetro rinvenuta era del tipo “nuovo” quindi non di quella classificata dalla IARC 2B cioè sospetta cancerogena. Rimane comunque un RIFIUTO SPECIALE PERICOLOSO O NON PERICOLOSO A SECONDA DELLA SPECIFICA COMPOSIZIONE CHIMICA. Secondo l’attuale classificazione i rifiuti speciali possono essere pericolosi o non pericolosi; quella rinvenuta a Monghidoro sarebbe “lana” del tipo non tossico. Non è chiaro come questo sia stato appurato, ma comunque la cosa è verosimile.

Domanda: SI PUO’ COLLOCARE QUESTO RIFIUTO FUORI DAL CASSONETTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI?

Risposta: ASSOLUTAMENTE NO.

Abbiamo verificato se possa essere collocato presso la stazione ecologica di Loiano e la risposta è ancora negativa. Abbiamo avuto un colloquio interessante e informativo con un lavoratore che coordina la gestione della stazione ecologica citata ma su questo potremo riferire in altra circostanza. Attualmente il modo per gestire questo tipo di rifiuto è conferirlo a pagamento a un’azienda privata del circondario: che tutto questo collimi con l’ipotesi di un rifiuto inerte e innocuo non quadra, quindi LA NOSTRA SEGNALAZIONE AL COMUNE E’ STATA CORRETTA.

Veniamo al problema del rischio connesso al materiale. Sull’azione irritativa pare ci sia unanimità di vedute per cui chi la manipola e la taglia deve usare ben 4 dispositivi di protezione individuale (tuta, occhiali, maschera per le vie respiratorie, guanti).

E passiamo al nocciolo del problema a cui noi, lo diciamo apertamente, ci approcciamo con “sana diffidenza”. La lana di vetro “nuova” sarebbe connotata da due fattori di protezione: spessore delle fibre superiore a 7 micron e alta biodegradabilità. Quando all’inizio degli anni 2000 interloquimmo su questo tema col professor Cesare Maltoni egli mostrò la nostra stessa “sana diffidenza” lamentando la scarsa o nulla disponibilità di controlli pubblici su queste due asserite prerogative; sullo spessore i dubbi sono evidenti. Siamo certi che distress fisici e chimici lascino le fibre nelle stesse condizioni che esistono al momento della produzione o che queste non si frantumino, col tempo, in fibre più sottili? Sulla biodegradabilità non è meglio evitare comunque la inalazione, per esempio imponendo la commercializzazione solo di lana di vetro “imbustata” il che eviterebbe la necessità di indossare ben 4 “ddppii” cioè dispositivi di protezione individuale?

La nostra “sana diffidenza” è ideologia o piuttosto “euristica delle disponibilità”? A chi go de di buone letture è noto che l’euristica delle disponibilità (cioè il valutare a partire dalla propria esperienza) può indurre a errori o “esagerazioni” ma le fregature che gli operai e i consumatori prendono da sempre sono state troppe. Per esempio dopo la prima epidemia di cancri alla vescica, certi “scienziati” modificarono la molecola della anilina dicendo che avevano prodotto una molecola innocua; tuttavia, dopo adeguato tempo di latenza gli operai ripresero a “pisciare sangue”. Il kevlar, presentato come “sostituto” dell’amianto ha mostrato di causare il mesotelioma nell’animale… comprereste un orologio col cinturino in kevlar o preferireste una “cipolla” da taschino ?

In conclusione: la lana di vetro “nuova” è senz’altro meno nociva della “vecchia”. La “vecchia” peraltro è stata considerata da Maltoni a rischio di indurre il mesotelioma anche se questa posizione non ha “convinto” la comunità scientifica per l’obiettiva difficoltà di provare che certi lavoratori ammalatisi di mesotelioma (diagnosticati appunto dal professor Maltoni) non avessero in effetti subìto esposizioni anche ad amianto oltre che a lana di vetro.

La nostra “sana diffidenza” ce la teniamo, anzi intendiamo coltivarla e diffonderla, ma è suscettibile di cedere all’evidenza se questa proverrà da strutture pubbliche affidabili. E ANCHE LE STRUTTURE PUBBLICHE ABITUALMENTE AFFIDABILI MERITANO LA NOSTRA ATTENZIONE CRITICA. Se volessimo poi focalizzare il tema delle “certezze” scientifiche basterebbe pensare alle valutazioni diverse che sul glifosato danno queste agenzie: IARC, BFR tedesco, EFSA e OMS/FAO… Quel che pensiamo di queste discrepanze di valutazioni lo abbiamo detto in altra sede.

Nel frattempo: la lana di vetro, anche “nuova” non si mette furbescamente vicino ai cassonetti dei rifiuti urbani. Gli organi di vigilanza sono invitati a vigilare, soprattutto sui cantieri edili. I produttori sono invitati a preoccuparsi di che fine fanno i loro prodotti e i loro “avanzi”; per esempio didendo “se vi restano residui riportaceli indietro” (come si fa con altri rifiuti).

Se non facciamo questa chiarezza, domani chiunque continuerà a dire: perché preoccuparmi di smaltire correttamente? Metto tutto vicino al cassonetto e aderisco a partito della totale innocuità della lana di vetro…Tanto l’adesione è gratuita.

LA VIGNETTA, scelta dalla redazione, è di MAURO BIANI.

 

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