Rigaglie: alla forza di gravità

di Andrea Appetito (*)

Che destino per un uccello essere schiantato da un’automobile e giacere sull’asfalto. Da bambino pensavo che gli uccelli toccassero terra solo per alcuni istanti. Mi sembrava che tutta la loro vita si svolgesse nell’aria. Mi domandavo perché un essere celeste facesse il nido sulla terra. Il cielo mi sembrava così perfetto, ignoravo del tutto la forza di gravità. Ancora oggi per acquietare la mente guardo il cielo e le nuvole. I gatti amano molto gli uccelli, è una passione che sconfina nella golosità e sono convinto che un gatto con le ali sarebbe una creatura perfetta. Il cielo diventerebbe uno spettacolo unico vedendo un gatto con le ali che ne insegue un altro o corteggia una gatta in calore. Una nuvola in calore, l’azzurro dietro la siepe, le piccole storie randagie sono la maniera migliore di sostare ai margini di una giornata e trascorrere qualche istante in compagnia della vita, ridere con lei sazi di abbracci e lasciarci la sera un po’ brilli per abbozzare una lettera che comincia con un uccello schiantato e finisce con una dichiarazione d’amore. Ci sono molti modi di amare la vita, sappiamo che non ne esiste uno solo, ma dove finirebbero gli uccelli se non ci fosse la forza di gravità?

Nella foto Andrej Tarkovskij e un piccolo amico.

(*) Dal 9 gennaio ogni domenica – alle 14 – in “bottega” trovate «Rigaglie» ovvero recensioni molto velate e riflessioni stimolate da una citazione iniziale. Qui le ultime quattro: Rigaglie: io e il randagio, Rigaglie: il dono oscuro, Rigaglie: a domani e Rigaglie: le balene e il mio magone

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *