Rigaglie: per un mondo spaesato

di Andrea Appetito (*)

L’esperienza che voglio ricordare qui è quella di un esule che torna al suo Paese dopo una lunga assenza.

da “L’uomo spaesato” di Tzvetan Todorov

 

Scrivere può diventare una forma di dipendenza, una dipendenza dalla pagina bianca. Quando c’è astinenza, prende uno struggimento particolare, un magone simile alla nostalgia. La pagina bianca è una piccola Heimat, un appuntamento con sé stessi inquietante e imprescindibile. È sempre spaesante tornare a casa. “Dépaysé” scriveva il bulgaro Todorov parlando di sé stesso. Spaesati o “depaesati” abbiamo dimenticato per strada i modi paesani, le vecchie chiavi non aprono più la serratura, eppure siamo a casa. Una casa “sempre eludente sempre altra” come la fantomatica preda del conte di Kevenhüller, mi appare così la pagina bianca. Quando la casa non è mai nello stesso luogo, benedizione!, è dappertutto. La pagina bianca è una vertigine. Ognuna, ognuno, anche senza saperlo, è spaesato con la sua piccola Heimat.

L’IMMAGINE è ripresa dal film “Sacrificio” di Andrej Tarkovskij

(*) «Rigaglie» ovvero recensioni molto velate e riflessioni stimolate da una citazione iniziale… per onorare la fonte dell’ispirazione. Qui le precedenti: Rigaglie: per Deligny, Rigaglie: per Ceronetti, Rigaglie: per Chuang-TzuRigaglie: per Tsao Chih, Rigaglie: per Victor Jara, Rigaglie: per Julien Gracq, Rigaglie: per gli alberi

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Redazione
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Un commento

  • Grande libro di un grandissimo autore che si era definito un “passatore” di confini geopolitici ma non solo. Cito spesso una sua frase (anti freudiana e anti hobbesiana) di questo testo relativa al nostro bisogno fondamentale:

    “abbiamo bisogno che qualcuno abbia bisogno di noi.”

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