Rill raddoppia

 Ogni anno il trofeo detto «Rill e dintorni» offre un’interessante panoramica (vecchi e nuovi nomi) sul fantastico italiano. Essendo questo 2011 il penultimo anno del pianeta – taluni Maya dissero e Hollywood confermò – i volumi diventano due. Prima di illustrarli la premessa d’obbligo per distratte/i.

Dal ’94 l’associazione Rill ovvero Riflessi di luce lunare (il sito è www.rill.it neanche a dirlo) bandisce un concorso – anzi un “trofeo” – di racconti fantastici: spazio libero alla fantascienza, all’horror, al fantasy e alle varie sfumature del non realismo. Sono uscite 9 antologie. Quella che esce in questi giorni, ore, minuti, nanosecondi si intitola «Il funzionario (e altri racconti)», inaugura la collana Mondi Incantati in coedizione con la Wild Boar edizioni, rimane la collaborazione con Lucca comics & Games e la copertina dell’ottima Valeria De Caterini: sono 192 pagine per 9 euri e 50 centesimi. C’è però il secondo volume del quale dirò poi.

I soliti 18 racconti del «Mondi incantati» sono così almanaccati. I primi 4 spettano ai vincitori del XVII trofeo Rill (ben 216 i racconti inviati) poi ci sono le opere di 7 giurati del concorso, infine i migliori testi della SFIDA (il tutto maiuscolo non è mio che lo riservo solo all’ex ministro FRATTINI, faro in ogni notte e spina dorsale di tutto l’esistente) ovvero un premio parallelo riservato agli ex finalisti.

Mettetevi a vostro agio, siore e siori, che vado a cominciare.

Il racconto che dà il titolo all’antologia (carina questa scelta, no?) è appunto «Il funzionario» di Massimiliano Malerba. Il quale è laureato in ingegneria aerospaziale ma qui non sembra visto che racconta di vampiri (o simili). Una struttura narrativa moderna e complessa al punto giudsto, premio meritatissimo.

Seguono tre belle storie: «La scintilla della vita» (forse l’impianto è un pochino deja vu) di Matteo Doglio; il grazioso «La locanda dell’ippogrifo» di Antonella Mecenero (una delle sole due donne in un’antologia un po’ troppa “macha” per i miei gusti); «L’uomo con la ghironda» è di Andrea Galla, un medico che mi ha ricordato – forse concorderete leggendo – l’ottico Dippold di Edgar Lee Masters (e De Andrè).

Seguono i 7 giurati (dunque esperti) che, a mio avviso, faticano assai a stare al passo dei novizi. Di mio gusto «L’uomo che perse il Filo» di Massimo Pietroselli e «In un mondo perfettamente felice» di Donato Altomare che riesce a sorprendere reinventando la classica storia della letizia obbligatoria. Ben scritti ma così così quanto a vicende «Nihil boni ex Africa» di Giulio Leoni, «Cuore di drago» di Andrea Angiolino, «A cena con un polimorfo di nome Ada» di Massimo Mongai e «Nuova lettura politica del Paracarrismo…..» di Sergio Valzania e «Un terribile rimpianto» di Gordiano Lupi.

A chiudere il volume 6 storie costruite su una “sfida”: ogni anno l’associazione Rill infatti invita finaliste e finalisti dei concorsi passati a costruire un racconto partendo da 5 tasselli (se ne può scartare uno solo). Stavolta ci si doveva muovere in questa gabbia: il personaggio era Giovanni Segantini; il luogo «la casa delle bambole»; l’oggetto «una capsula»; la frase (di Osho Rajneesh) «Ci sono molti insegnanti ma pochi maestri»; la parola «patriarca». All’interno del gioco ovviamente massima libertà.

A me sono particolarmente piaciuti «Bella senz’anima» di Alberto Tarroni, «Richiesta di trasferimento» (una delle più tenere e insieme dure storie d’amore che abbia letto nella mia non corta vita) di Antonio Milanese, «Il segreto» di Luigina Sgarro e «Nella notte assetata» del citato Malerba che sembra scorrere nel filone “esageratissimo” per poi fulminare chi legge spiazzando ogni ovvietà. Ho gradito meno «Le cose che perdemmo nel fuoco» (anche nell’altro libro del quale poi dirò), «Il giorno che gli Amish presero il fucile» di Enrico Di Addario e «Castelli di carte» di Matteo Carriero.

Nel complesso una buona antologia. Forse ci sono state annate anche migliori ma secondo me è comunque una bella rassegna di idee e stili.

Segnalo qualche chicca: un master in «micro-organizzazione delle esistenze»; una bella variazione sull’antico tema (ricordate il film «Sogni» di Kurosawa?) del quadro che risucchia persone o esistenze; la micro-storia (cioè all’interno del racconto ma sganciata da esso) di Luigina Sgarro.

Finisco proprio come l’anno scorso.Se vi interessa partecipare alla 18esima edizione del concorso a-f-f-r-e-t-t-a-t-e-v-i che avete tempo solo sino al 20 marzo 2012: sul sito che è appunto www.rill.it tutte le istruzioni, gli sponsor, premi e cotillons. E’ probabile che vincitori e vincitrici dell’anno prossimo saranno pubblicati appena in tempo prima della fine del mondo (taluni Maya eccetera): è una soddisfazione direi unica.

 

Quest’anno però Rill ha raddoppiato proponendo «Memorie dal futuro» ovvero «i migliori racconti di Emiliano Angelini»: 112 pagine per 9 euri, stessa co-edizione di sopra.

Angelini mi piace o piaciucchia quasi sempre ma in almeno 4 occasioni mi ha arpionato. Ad esempio qui troverete un paio di frasi («nulla si mosse» oppure «25 anni a dialogare con il vento» per chi leggerà questo libro) che da sole valgono i migliori romanzi: perle all’interno dell’ostrica cioè del racconto che considero più riuscito – doloroso, ma anche beffardo, a tratti geniale – cioè «L’immagine riflessa»; non oso riassumerlo per doppio rispetto, verso chi ha scritto e verso chi leggerà. Azzeccato anche «L’ultimo giorno buono dell’anno», talmente bradburyano che si apre con una citazione di… Bradbury. All’opposto (cioè anti-Bradbury che più non si potrebbe) «Morte prematura» che come «Memorie della sabbia» tira fuori idee come fosse il primo mattino del mondo.

POST SCRIPTUM

Ho lamentato qualche tempo fa su codesto blog che Urania prima annunciasse la ristampa del «Titano» di John Varley per poi farlo sparire. Bene, è ricomparso questo mese (integrale cioè senza i piccoli tagli fatti nella precedente edizione): correte in edicola che ne vale la pena. Vedo che, in coda a «Titano», si annuncia un Lois Mc Masters che non mi sovviene ma soprattutto la ristampa (per febbraio) di «Dove stiamo volando», splendido libro di Vittorio Curtoni: un doveroso omaggio al grande scrittore (oltrechè traduttore, animatore culturale e giornalista) da poco scomparso.

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • Daniele devo come al solito ringraziarti per le belle parole che spendi nei confronti dei miei racconti (e uso non a caso la parola spendi, dato che si tratta di palese corruzione :). Passare dal mago Cacolio e il fido giullare ai temi di “Richiesta di trasferimento” è stato un bel salto, motivato più dal voler vedere la faccia che avrebbe fatto Alberto vedendo che c’ero io dietro entrambi i racconti che da altro! Scherzi a parte ti ringrazio ancora per il commento positivo e la recensione annuale 😉

    Antonio Milanese

    • mi devi 1300 euri (no, troppo volgare)
      dovere (formula abusata)
      la smetta di infastidirmi, è chiaro che l’avevo confusa con un altro (hai tremato, eh?)
      se passi da queste parti, fatti vivo (sì, ma è debole)
      potresti invitarmi dalle tue parti a fare una serata di fantascienza (suona ricattatorio?)
      sicuro di aver scritto al blog giusto? (ho quasi finito il repertorio)
      ….

Rispondi a unidays Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *