Rinnovare il legame fra scienza e società

di Giorgio Chelidonio

Ricorrono circa 40 anni da quella riunione sindacale in cui, per la prima volta, ho sentito parlare del timore che la “morte delle ideologie” innescasse anche quella delle utopie. Osservazione doppiamente sorprendente: se da un lato l’ideologia morente doveva essere solo quella “comunista / egualitaria” (mentre quella capitalista / individualista diventava sempre più rampante e pervasiva) la perdita delle utopie non poteva che disorientare il futuro di un’umanità mentre ci si avviava a raddoppiare (da 4 miliardi nel 1975 ai 7,78 stimati per il 2020).
Quanto la pandemia in corso stia evidenziando la dimensione dei danni socio-sanitari provocati da quel declinare utopico, risulta da una recensione, pubblicata dall’editoriale dell’ultimo numero de “
Le Scienze”: un articolo intitolato “Post-pandemic science and education” (VEDI LINK) contiene un appello per affrontare le minacce poste all’umanità dalla suddetta pandemia, cioè «disgregazione sociale, conflitti e crisi per il cibo e per le risorse etc».
Inoltre vi si rileva il paradosso di «una scarsa comprensione di queste minacce in un paese (gli USA) che ha raggiunto formidabili traguardi scientifici e tecnologici, da cui tuttavia l’attuale dirigenza politica sembra del tutto disconnessa». Con la conseguenza che tali minacce «appaiono irrilevanti … ad una larga frazione dell’elettorato».
Gli autori dell’appello sintetizzano che per ricostruire i legami fra cultura scientifica, politica e società occorrano tre ordini di cambiamenti:
– nella politica, affinché possa prendere decisioni informate e razionali, al posto dell’opportunismo ideologico «che domina lo scenario attuale», una definizione ben riconoscibile nei populismi sovranisti, quello italiota compreso;
– nella cultura, per far comprendere che «il divario fra chi può affrontare le complesse questioni di oggi e il resto della società può allargarsi velocemente quanto quello tra i ricchi e i poveri»;
– nei programmi educativi, «per infondere nella società cittadini istruiti nel campo scientifico che siano mossi dalla curiosità per il mondo che li circonda e comprendano la natura e il potere del pensiero critico … che abbiano gli strumenti per distinguere l’informazione affidabile dalla propaganda e dall’illusione».
Quest’ultimo punto non può non richiamare il ruolo, ormai pluridecennale, della
pettegolitica nostrana, diffusa quotidianamente dalla comunicazione televisiva, del tutto “al soldo” del consumismo e dell’individualismo. Estremamente esemplificativa, nei social-media, la paradossale convergenza fra leghisti e negazionisti: affermano, in “nome della libertà”, che il contagio Covid sia finito e contemporaneamente accusano il governo di importarlo con i “migranti”, puntando strumentalmente agli sbarchi e glissando sulla rischiosità dell’immigrazione stagionale di manodopera, necessaria e fortemente richiesta da molti imprenditori agricoli.

Link

A firma di Roger Blandford e Kip Thorne, il primo astrofisico della Stanford University e il secondo premio Nobel per la fisica nel 2017 > https://aapt.scitation.org

LA VIGNETTA – scelta dalla “bottega” – è di Mauro Biani.

 

Giorgio Chelidonio

2 commenti

  • bruno vitale

    c’è una certa confusione tra rivista, ‘link’, lingua, …: il titolo in inglese, ma ‘le scienze’?

    l’articolo originale:

    Blandford, Roger D. and Thorne, Kip S. (2020) Post-pandemic science and education. American Journal of Physics, 88 (7). pp. 518-520.

    si trova senza difficoltà su internet

    bruno

  • Giorgio Chelidonio

    Effettivamente il link non si apre. L’ho copiato letteralmente dell’editoriale de “Le Scienze”.
    L’importante è che se ne parli !

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