Rispetto

di Maria G. Di Rienzo
Nel febbraio 2006, l’agricoltore 47enne Anthony Baidoo fu preso a fucilate dai vigilantes privati della AngloGold Ashanti, compagnia mineraria che estrae oro in Sudafrica (dove ha base), Namibia, Tanzania, Mali, Stati Uniti, Argentina, Brasile e Australia, oltre che a Teberebie in Ghana dove Baidoo risiede. L’uomo si stava allontanando durante un confronto fra contadini e vigilantes armati, in cui l’intera popolazione del luogo protestava per l’inquinamento di suolo e acqua dovuto alle attività della compagnia, nella fattispecie al non smaltimento di detriti e residui tossici (nell’estrazione dell’oro si usa cianuro). Baidoo è oggi disabile e incapace di svolgere lavori agricoli. La AngloGold, che è in parte di proprietà dei benefici geni della Banca Mondiale, ha pagato le spese mediche che hanno consentito all’uomo di sopravvivere solo dopo una fulminante campagna di pressione organizzata da Emelia Amoateng, leader dell’Associazione degli Agricoltori Preoccupati di Teberebie.
Molti in Ghana non percepiscono come “normale” o “accettabile” che una donna guidi una lotta politica e sociale, tuttavia Emelia è la voce riconosciuta e stimata della propria comunità e nessuno degli uomini di Teberebie le nega sostegno. Di base, Emelia chiede una cosa di cui compagnie transnazionali, banche mondiali, fondi monetari, agenzie di rating eccetera non conoscono purtroppo il significato. Rispetto. Rispetto per i residenti locali, rispetto dei loro diritti umani, rispetto per le acque, per la terra, per la connessione inestricabile fra vita umana ed ambiente.
Nel distretto occidentale di Wassa, dove Teberebie si situa, oltre due terzi della terra sono stati venduti a compagnie multinazionali e le miniere d’oro a cielo aperto hanno reso profughe decine di migliaia di persone. I fiumi e le sorgenti sono state contaminate, fattorie e foreste distrutte. Gli abitanti del distretto soffrono di tutta una serie di problemi di salute, dalle più “leggere” congiuntiviti croniche ed eruzioni cutanee a silicosi e tubercolosi, passando per le epidemie di malaria e le difficoltà respiratorie congenite nelle generazioni più giovani.
Emelia Amoateng ha denunciato la AngloGold Ashanti e chiede compenso per le zone agricole devastate e le esistenze distrutte: mobilitando l’intera comunità ha tracciato con sicurezza la provenienza degli inquinanti in suolo ed acque; ha guidato i suoi compaesani in una marcia attraverso il distretto sino alla sua capitale per presentare alle autorità locali la situazione; continua ad allertare i media sugli effetti della miniera detta Iduapriem, che produce oltre 300.000 once d’oro l’anno e che sarà attiva almeno sino al 2018. Gli abitanti di Teberebie hanno a che fare con i suoi mucchi di immondizia letale dal 1991; i cumuli di detriti bloccano i rivi, pile e pile di scarti ammorbano l’intera zona e gli agricoltori sono stati costretti a spostarsi sino a 18 chilometri di distanza per trovare terra di nuovo coltivabile. L’aria è talmente infusa di elementi tossici da crepare i muri delle case. L’Istituto Ghanese di Ricerca sulle Acque ha concluso che l’acqua presente attorno alla miniera non è adatta ne’ all’irrigazione ne’ agli usi di cucina, figuriamoci il berla, perché pesantemente contaminata.
Durante lo scorso anno, le attività di Emelia Amoateng hanno costretto i rappresentanti della AngloGold ad ammettere di aver versato cianuro ed altri veleni nei ruscelli usati come fonti di acqua potabile e per l’irrigazione nei campi. «Non possiamo coltivare piante sane, non possiamo raccoglierne nella foresta. I nostri diritti al cibo, all’acqua, alla salute, alla vita stessa, garantiti da leggi nazionali e internazionali, sono clamorosamente violati»  dice Emelia. Gli scherani prezzolati (pardon, i “contractors”) della compagnia mineraria continuano a sventolare in giro le loro armi e a minacciare i residenti o a usare violenza contro di loro: ogni volta in cui succede Emelia sveglia i media globalmente e chiede il sostegno di organizzazioni ambientaliste e pro-diritti umani, perché ha scoperto che la pubblicità negativa dà un po’ fastidio ai signori della AngloGold. Ed è grazie a ciò che io posso raccontarvi oggi questa storia ed essere parte del fastidio.
Emelia ha 31 anni ed è madre di due bimbi piccoli. Vuole fare il suo lavoro di attivista al meglio, soprattutto per donne e bambini a cui – come al solito – tocca una quota maggiore di sofferenze, perciò ha deciso di diventare avvocata. In questo momento, sta studiando per essere ammessa agli studi liceali.

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