Rivolta sulla riva sud

Riprendo da “Marginali-a” questo articolo di Vincenza Perilli sulla drammatica situazione dei/delle manifestanti in Algeria e Tunisia. (db)
Via Fortress Europe e Spazi Altri riproponiamo la canzone (con sottotitoli in italiano) Rais LeBlend di Hamada Ben Amor, in arte El Général, il rapper tunisino arrestato una decina di giorni fa (con un vero e proprio blitz che ha coinvolto un numero spropositato di poliziotti) proprio per aver osato criticare in questo video il presidente Ben Ali e il suo governo. Hamada Ben Amor è stato liberato l’altro ieri, ma quanto denuncia è ancora di una tragica attualità. A partire dalle rivolte di Sidi Bouzid (dove il 17 dicembre un giovane disoccupato si è suicidato dandosi fuoco davanti alla prefettura dopo che la polizia gli aveva sequestrato la merce di una bancarella abusiva con cui si manteneva – episodio che El Général evoca in una delle sue prime canzoni Tounes Bladna) manifestazioni e proteste si sono estese in tutto il paese, e gli scontri di piazza hanno già provocato la morte di decine di manifestanti. La polizia continua a sparare (in Tunisia ma anche in Algeria) e la gente a morire. E’ un’intera generazione che si ribella, la stessa generazione – come scrive Gabriele Del Grande -, “che fino a pochi mesi fa sfidava la morte in mare per raggiungere i suoi sogni sulla riva nord del Mediterraneo”. Per questo “Raccontare quelle proteste significa gettare le basi per un ponte di solidarietà tra le due rive. Il che equivale ad abbattere i muri della fortezza Europa”.

Redazione
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2 commenti

  • RESOCONTO TUNISIA 11-12 GENNAIO

    Alle 16 il bilancio della giornata parla già di “almeno dieci morti” in tre diverse città tunisine: Douz, Dagache e Qabali. E’ difficile seguire le notizie proprio per la quantità di mobilitazioni simultanee presenti in numerosissime città del paese. Proprio a Douz è stato registrato anche il suicidio di un docente universitario dopo i due morti avvenuti, questo è quanto viene riferito dalla tv satellitare Al-Arabiya. A Sfax, dove già dalla prima mattinata sfilavano in piazza più di ventimila manifestanti, ci sarebbero due ragazzi colpiti alle gambe da pallottole esplose dai militari: la polizia si sta ritirando per lasciare la città in mano all’esercito. Nemmeno Tunisi è stata risparmiata: violenti scontri e l’uso di pesanti lacrimogeni che stanno torturando i ribelli, insieme al fischio dei proiettili che sempre più spesso taglia l’aria anche a pochi passi dalla sede del Consiglio dei ministri. Qui si è parlato per un paio d’ore di due giornalisti del Tg3 aggrediti dai manifestanti proprio nel centro della capitale, ma poco fa è stata la stessa Maria Cuffaro a raccontare all’Adnkronos che l’aggressione subita da lei e dal suo operatore è stata opera di poliziotti in borghese, che hanno preso e danneggiato la telecamera, manganellato l’operatore e lanciando a terra la giornalista.

    Ben Ali, riferisce poco fa Al-Jazira, ha convocato il Parlamento per domani alle 14, per discutere della situazione. Chissà quanti altri morti ci saranno da qui a domani; le immagini che sempre più numerose affollano la rete, provengono sempre più spesso dagli ospedali che non riescono a reggere il numero dei feriti in continuo arrivo.
    La nottata è stata pesante come le precedenti: retate e perquisizioni, estremamente violente, sono avvenute in molte località del paese e ancora non si riesce ad avere un numero preciso delle persone in stato di fermo o arresto. Oggi invece, il neo ministro dell’Interno Ahmad Faria, ha ordinato l’arresto di Hama al-Hamami. Ex detenuto politico scarcerato nel 2002, portavoce del Partito Comunista del Lavoro (fuorilegge nel paese) e leader della rivolta dei disoccupati: sarebbe stato prelevato dalla sua abitazione insieme al suo avvocato, trovato all’interno dell’appartamento.
    Nell’attesa di nuovi aggiornamenti segnalo una notizia da Tozeur, città alle porte del deserto del Sahara, dove da circa tre ore il tribunale è avvolto dalle fiamme.

    http://WWW.BARUDA.NET

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