Roberto Bolaño: «Godzilla in Messico»
268esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)
Godzilla in Messico
Ascolta questo, figlio mio: le bombe cadevano
su Città del Messico
ma nessuno se ne rendeva conto.
L´aria portò il veleno attraverso
le strade e le finestre aperte.
Tu avevi appena mangiato e vedevi alla tele
i cartoni animati.
Stavo leggendo nella stanza accanto
quando seppi che andavamo a morire.
Nonostante il malessere e la nausea strisciai
fino alla sala da pranzo e ti trovai sul pavimento.
Ci abbracciamo. Mi domandasti cosa accadeva
e non dissi che stavamo nel programma funebre
ma che stavamo iniziando un viaggio,
uno nuovo, insieme, e di non avere paura.
Andando via, nemmeno la morte
ci chiuse gli occhi.
Che cosa siamo? mi domandasti una settimana o un anno dopo,
formiche, api, cifre sbagliate
nella gran zuppa putrefatta del caso?
Siamo esseri umani, figlio mio, quasi uccelli,
eroi pubblici e segreti.
[da «Los perros románticos», traduzione di Alessio Brandolini]
(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da 20 anni (compiuti l’8 aprile) invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana i versi da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. [db]