Robot numero 67: imperdibile

«Era bagnato, coperto di fango, aveva fame e freddo…»: forse lo avete riconosciuto da queste poche parole. E’ l’inizio di un capolavoro, «La sentinella» di Fredric Brown che il nuovo numero di «Robot» (192 pagine per 9,90 euri ma in versione digitale costa anche meno) ripropone in una traduzione leggermente diversa da quella più nota.

Il 67 (nuova serie) di «Robot» apre su 3 racconti di Fredric – “più veloce della luce” (quando serviva) – Brown e poi intervista un altro mito della fantascienza, Frederik Pohl: «Io, Judith Merril e i fantastici anni ’50». Poche pagine dopo Salvatore Proietti ricorda, con la sua abirtuale sapienza, «Philip Dick, 30 anni dopo». Ma se pensate che questo numero di «Robot» abbia lo sguardo all’indietro, oh come vi sbagliate. Intanto c’è un eccellente racconto di Barbara Baraldi che sin qui era nota per muoversi tra fantasy, gotico e noir: il suo «Paziente 99» mostra che se avrà voglia di dedicarsi alla fantascienza… farà felici molte persone. Poi altre 4 firme italiane: Alessandro Fambrini, Cosimo Vitiello, un browniano (nel senso di fulmineo) racconto dell’architetto Pierfrancesco Prosperi e infine Clelia Farris – moooooolto amata su questo blog – con l’ottimo «Mondo nuovo sempre vecchio». In minoranza stavolta gli stranieri: ma «Sei mesi, tre giorni» di Charlie Jane Anders (molto impegnata politicamente visto che scrive su «Mother Jones») da solo vale un tesoro. E non lo dico solo perchè ha vinto il Premio Hugo 2012. Sentite che inizio strippante: «L’uomo che può vedere il futuro ha un appuntamento con la donna che è in grado di vedere molti possibili futuri».

Ricca, varia e sfiziosa anche la parte delle rubriche. Ritratti per i suddetti Brown, Prosperi e per «il grande ingegnere», John Campbell junior. Poi due interviste: all’artista neo-surrealista George Grie (sua la copertina) russo ma poi trasferitosi in Canada, mentre Dario Tonani chiacchiera con Paul Di Filippo (il quale NON ha scritto la prefazione per «Mondo9», il nuovo romanzo di Tonani, COME AVEVO SCRITTO in una precedente versione di questo post, perchè la prefazione è dell’ottimo Salvatore Proietti). Come di consueto videogiochi, tv, fumetti. E ancora Clelia Farris fa a pezzetti (ma chi passa da qui già lo sapeva) il film «Prometeo» di Rotoloni Scottex no, scusate è un refuso: il nome giusto è Ridley Scott. Ma il colpo al cuore è quasi alla fine, ovvero nel quarto e ultimo quadratino-spot della penultima pagina (volgarmente detta terza di copertina): infatti si annuncia per febbraio il romanzo «Paradisi perduti» dell’arzilla vecchietta Ursula Le Guin… Evviva-evviva ma sarà fantascienza o “dintorni”? Forse la domanda è mal posta perchè i generi si contaminano (e nonna Ursula poi di science fiction ne ha scritta pochina, pur se splendida) e poi perchè Silvio Sosio nel suo editoriale – «La mitosi della fantascienza» – ci parla di alcune scissioni in corso. E ora correte a leggere.

 

Redazione
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4 commenti

  • Grazie Daniele te l’ ho sentito raccontare a Cagliari, lo leggo ai miei studenti, lo uso come metafora per comprendere questi tempi e lo riscopro sempre nuovo e illuminante. Geniale.

  • Ottimo numero davvero, concordo! Daniele, aspetto con molta curiosità la tua recensione di “Mondo9”. E intanto, ti ringrazio anticipatamente.

    Buona giornata! 🙂
    Dario

  • Ciao Daniele, la prefazione di Mondo9 è – come sempre nella collana Odissea – di Salvatore Proietti. Paul Di Filippo ha realizzato un’intervista con Dario che è uscita su Robot e su Fantascienza.com.

  • “Paradisi perduti” è fantascienza della più bell’acqua, tranquillo. È ambientato su un’astronave generazionale e affronta temi sociali. Niente fantasy 🙂

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