Rom e sinti, nazileghisti, via Gobetti, gente per bene

La manifestazione nazionale (sabato 16 maggio a Bologna) e una piccola, esemplare storia capitata a Stefano Galieni

MaialiPerBene

care e cari
spero di vedervi in tante/i sabato alla manifestazione di Bologna con rom e sinti: l’appuntamento è alle 10 in via Gobetti, poi si parte in corteo verso piazza XX settembre.

Una data non casuale. Il 16 maggio 1944, nel campo nazista di Birkenau, «gli zingari» (cioè rom, sinti e gruppi a loro assimilati) si ribellarono agli aguzzini. Fu la prima grande rivolta in un lager. Una lunga battaglia. Il 2 agosto i pochi sopravvissuti vennero sterminati.

Un luogo non casuale. In via Gobetti si consumò uno dei crimini più efferati della banda della Uno Bianca (i fratelli Savi erano poliziotti in servizio, sarà bene non dimenticarlo, e sulle tante complicità non si indagò).

«Noi oggi non vogliamo essere sterminati moralmente e socialmente, ed essere esclusi dalla società – ha spiegato Davide Casadio della Federazione Rom e Sinti – Non siamo tutti delinquenti. Chiunque commetta un reato risponde come tutti davanti alla legge ma non può pagare tutto un popolo o un’etnia».

Non solo la Lega di Salvini, ormai alleatissima con i nazisti di Forza Nuova, getta calunnie e odio contro rom e sinti. Tutte le destre bolognesi hanno cercato di far vietare la manifestazione di sabato e ora annunciano presìdi e banchetti contro quella che per loro è una provocazione e una minaccia alla città.

Alla gente “per bene” che crede alla propaganda contro rom e sinti… è dedicato questo post di Stefano Galieni (ripreso da «Corriere delle migrazioni»).

MAIALI DISTINTI

Sabato mattina, presto, troppo presto per dover uscire se non per impegni di lavoro. Prendo un trenino che da Roma collega con la città di Viterbo, uno di quei trenini che si fermano anche in tante stazioni della capitale e che, negli ultimi anni, hanno contribuito ad alleggerire il traffico urbano. Salgo stancamente e col timore di addormentarmi. Prima che il convoglio parta si avvicina un piccolo gruppo di uomini e donne rom, che si siedono con lo stesso volto di chi avrebbe voluto continuare a dormire. Di fronte a me una donna, certamente giovane, che timidamente mi sorride. Ricambio il sorriso.

Alla prima stazione sale una giovane donna elegante che ci guarda un po’ schifata e cerca posto – il vagone era quasi vuoto – nei sedili più distanti dai nostri. Nel frattempo inizio a scambiare due parole con la donna che mi sta davanti, sorpresa di non incontrare ostilità. Mi racconta di avere già quattro figli (due gemelli) e di guadagnarsi qualcosa anche chiedendo l’elemosina nei pressi di un ospedale. Sta andando anche lei al lavoro – vicino all’ospedale c’è una delle fermate del treno – anche se le piacerebbe trovare di meglio: «Le donne che incontro a volte sono gentili e lasciano qualcosa – mi racconta – con gli uomini va peggio. O mi insultano o mi chiedono “cose sporche” per pochi euro, cose che io non farei mai». Mi sussurra arrossendo, vergognandosi lei per oscenità che le vengono rivolte. Il treno raggiunge in una ventina di minuti la fermata attesa, la donna mi saluta cordialmente e anche gli altri che erano nei sedili vicini, all’altro lato del corridoio, mormorano un “ciao”.

Passano pochi minuti, una o due fermate e la donna elegante incontrata all’inizio si avvicina trafelata, guarda i sedili in cui erano seduti le persone scese da poco, ne controlla la pulizia e si siede. Ha l’aria visibilmente alterata. Dalla borsa a tracolla tira fuori il suo telefono cellulare e attiva una chiamata. Impossibile non sentire quanto afferma: «Per fortuna che ci sei! Sono sconvolta. Non puoi capire che mi è successo. Sul treno c’erano gli zingari, io mi ero messa lontana e di fronte a me si è seduto un tipo, “italiano”, sembrava distinto. Stavo leggendo e poi mi sono accorta che…. Si era aperto la patta dei pantaloni, lo aveva tirato fuori davanti a me e.. sì, hai capito bene…che schifo, ed era pure italiano, hai capito? No! E chi chiamavo? C’erano gli zingari. Appena sono scesi ho cambiato posto. Ma capisci che roba? Che schifoso….Ed era pure vestito bene. Pulito. Ma tutti a me mi capitano. Si fra poco scendo. Ciao, a fra poco».
Le ho chiesto se quello che avevo sentito era accaduto durante quel breve viaggio. Mi ha guardato con un aria un po’ diffidente (beh, uno che parla con “gli zingari”…) e poi mi ha detto di sì, che non era la prima volta che le capitava e che su quel treno salivano tanti maiali. «Evidentemente – ho pensato ma non le ho detto, era già troppo turbata – esistono anche tanti maiali distinti e italiani».

Sabato io sarò al corteo di Bologna in solidarietà.

Sarò lì contro ogni fascismo.

Contro i giornalisti bugiardi che difendono sempre i ricchi e attaccano sempre i poveri.

Contro i «maiali perbene» (di cui Stefano Galieni racconta) che sono più uguali degli altri, come nella Fattoria degli animali di George Orwell.

E sarò lì perché anche io sono orgogliosamente “in minoranza” però… mi sa che se tutte/i noi diverse minoranze ci uniamo alla fine potremmo essere maggioranza.

 

Redazione
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Un commento

  • Daniele Barbieri

    Ogni notiziola (a volte vera e altre volte gonfiata o inventata) che getta cattiva luce su rom e sinti trova attentissimi i giornalisti a “sparare” titoli. Il contrario, cioè la persecuzione degli «zingari», non interessa.
    Se un rom con un’auto pirata “uccide” un bimbo c’è grande scalpore sui media ma per i tanti non rom che in automobile uccidono e scappano … la notizia dov’è?
    Ecco l’ennesimo esempio. Il 24 febbraio a Calcio (Bergamo) due camper posteggiati in una zona isolata vengono colpiti da diversi colpi di arma da fuoco. All’interno dorme una famiglia rom: padre, madre e dieci figli. Il capofamiglia, Roberto Pantic (43 anni, incensurato) è ucciso per una pallottola che lo colpisce alla testa. Circa un mese dopo viene arrestato per omicidio, aggravato da motivi razziali un ex parà, Roberto Costelli.
    Di tutto questo ha saputo qualcosa solo chi ha seguito il caso sulle cronache locali (vedi qui: milano.repubblica.it/…/bergamo_l_ex_para_arrestato_per_l_omicidio_d…).
    Scandalo zero. Domande nessuna. Riflessioni … figuriamoci.
    Ma soprattutto, si dice in giro, Roberto Costelli non è razzista. I giornalisti che insultano i rom neppure. E, come è ben noto, Gesù Cristo morì di freddo.

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