Roma: le famiglie rom sgomberate e…

e le istituzioni assenti e bugiarde

Il comunicato e l’appello di «Cittadinanza e minoranze». Il 16 ottobre manifestazione di solidarietà

Comunicato stampa: le famiglie sgomberate dal campo de La Barbuta non trovano accoglienza 

L’Associazione di promozione sociale Cittadinanza e Minoranze denuncia che a distanza di 13 giorni dallo sgombero del «Villaggio della Solidarietà» – alias “campo nomadi” – de La Barbuta in via di Ciampino 63, eseguito in esecuzione di un’Ordinanza Sindacale del Comune di Roma il 23 settembre scorso, buona parte degli «ultimi 50 nomadi mandati via» (Il Messaggero del 14 settembre, pag. 47) o vaga per la Città senza alcun riparo o è stata costretta, per mancanza  di alternative, ad accettare  il cosiddetto co-housing  anche con estranei in incredibili condizioni di sovraffollamento, dentro appartamentini in pessime condizioni di abitabilità.

Dei venti nuclei familiari che secondo  quanto è stato possibile rilevare erano presenti all’atto dello sgombero   ne sono stati raggiunti e intervistati 13, di cui:

·       1 sola, composta da 1 diciottenne, 3 sorelle ed1 fratello minorenni,  , trasferiti in una casa famiglia essendo senza genitori, si dichiara soddisfatta,

·       1, composta da madre e un figlio adulto disabile, è rimasta sinora  nel Modulo 4 del Campo in quanto l’appartamento assegnatogli il 28 settembre è privo di corrente elettrica,

·       2, messi in strada, hanno trovato ospitalità da parenti (una a Roma ed una fuori),

·       2, per 1 totale di  8  persone sono assegnatarie in co-hausing di uno stesso appartamento di 80 mq, fatiscente, nel quale è rimasta una sola persona; le altre  sia per le   pessime condizioni dell’abitazione, sia per le ripetute pesanti minacce ricevute ad opera dei vicini, lo hanno abbandonato unendosi alle famiglie in strada,

·       2, per complessive 6 persone di cui  2 minori in co-housing in un appartamento di 45mq con una sola stanza da letto

·       1 per    complessive 5 persone di cui 1 minore in un appartamento di 45 mq con una sola stanza da letto,

·       4 per complessive  8 persone  vivono in strada dormendo in auto e furgone, lavandosi come e quando possono (cui si aggiungono i due nuclei che hanno  lasciato  l’appartamento)

Stamane a primissima ora una famiglia di quelle che vivono in strada si è rifugiata in un edificio che da anni appare vuoto e non utilizzato,  facente parte del complesso della Casa Generalizia delle Suore Compassioniste Serve di Maria, in Via Appia Nuova 1011, ma le suore non l’hanno accolta ma rimandata in strada, ignare o dimentiche che papa Francesco, nel suo ultimo viaggio all’estero, rivolgendosi ad un gruppo di Rom ha detto: «la Chiesa è la vostra casa».

Cittadinanza e Minoranze dichiara  con cognizione di causa che la responsabilità della  situazione conseguente allo sgombero è senza dubbio attribuibile   al decisore politico ma che nemmeno il  livello tecnico-amministrativo ne è esente, essendosi  dimostrato  inadeguato ad affrontare l’impegnativo   compito di attivare complessi e differenziati percorsi di inclusione sociale che necessariamente devono passare per il raggiungimento di un livello di autonomia economica e di emancipazione.

Alla prossima Amministrazione Comunale toccherà di puntare al superamento degli altri “campi nomadi” esistenti  non attraverso il loro svuotamento purchessia, ma come effetto collaterale dell’avvenuto accesso nell’area dei diritti di cittadinanza anche delle minoranze etniche sinora disconosciute.

Cittadinanza e Minoranze. – Roma 06 ottobre 2021


due minuti di attenzione e tanta generosita’

E’ quello che vi chiediamo: due minuti di attenzione e tanta generosità.
Il prospetto che trovate nel nostro sito è stato impostato il 30 settembre  e già il 2 ottobre avremmo potuto inviarvelo insieme a questo appello. Non lo abbiamo fatto per evitare che sulla nostra iniziativa potesse gravare il sospetto di un intento politico. A risultati elettorali noti, questo rischio non c’è più e possiamo invitarvi a leggere il prospetto allegato
nel quale sono riportate le condizioni in cui versano gli undici nuclei familiari che siamo riusciti a rintracciare sui circa 20 che sono stati sgomberati dal “Campo Nomadi” de La Barbuta.  Contro l’Ordinanza Sindacale del Comune che disponeva lo sgombero abbiamo presentato ricorso al Tribunale Civile di Roma per violazione di diritti costituzionalmente garantiti. E’stato discusso nell’udienza del 17 settembre nella quale l’avvocato del Comune ha dichiarato che lo sgombero sarebbe stato accompagnato dalla istituzione in Prefettura di un Tavolo Tecnico per provvedere a soluzioni abitative alternative e che nessuno sarebbe rimasto privo di assistenza.. In base a tali assicurazione la Giudice non ha impedito che il Comune procedesse allo sgombero che è avvenuto il 23 settembre. Però ha avuto le conseguenze che abbiamo rilevato e descritto nel prospetto. Nel quale abbiamo riportato dati ed informazioni ma non siamo stati capaci di riportare né lo sguardo né la voce delle persone che abbiamo intervistato, perché non sappiamo descrivere l’avvilimento, la mortificazione, lo sgomento che quegli sguardi e quelle voci esprimevano, sentimenti di chi non ha dove dormire o è forzato in convivenze anche con estranei, in pochi metri quadrati superaffollati.
Gli avvocati stanno ora studiando come intervenire sul piano legale per ottenere che il centinaio di persone sgomberate abbiano protezione.
Intanto è necessario soccorrere quelle  con le quali siamo riusciti e riusciremo a metterci in contatto, perché molte di loro nelle condizioni attuali sono nella impossibilità di procacciarsi di che vivere con i “lavoretti” cui prima ricorrevano.
Vi chiediamo per questo di volerci inviare quanto vi è possibile, mediante bonifico sul conto corrente dell’associazione il cui iban è: IT50V0538703241000035100781.

Nella causale potete indicare “donazione sgombero” e , fornendo l’attestazione bancaria potrete portare l’importo in detrazione o deduzione nel 730. Il rendiconto di questa operazione lo troverete nel nostro sito, http://www.cittadinanzaeminoranze.it/ insieme alle ragioni per le quali lo sgombero operato contraddice quanto lo stesso Piano del Comune prevedeva.. .
Per sostenere quest’opera di giustizia non vi chiediamo soltanto un contributo finanziario. Chiediamo a chi voi vive a Roma anche di partecipare alla manifestazione
IN PIAZZA PER I DIRITTI E LA GIUSTIZIA SOCIALE
https://fb.me/e/17DOKvwQU
che si terrà
sabato 16 ottobre in piazza dell’Immacolata (San Lorenzo).
Vi parteciperà una rappresentanza delle persone sgomberate per rivendicare che anche Rom Sinti e Caminanti sono cittadini/e e hanno gli stessi nostri diritti.
Un ringraziamento ed un saluto da parte di tutte e tutti noi.
Per Cittadinanza e Minoranze – Nino Lisi (tesoriere)

(*) cfr I Rom e le Rom de La Barbuta contro… ma anche Roma-rom: il ping-pong degli sgomberi crudeli e Roma, campi Rom: ennesimo sgombero, insensato e crudele

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

3 commenti

  • Quello che fa più male in tutta questa vicenda è l’ipocrisia dei mezzi di comunicazione che piangono, giustamente, per il trattamento delle donne afgane, i cui diritti vengono violati e che contemporaneamente non vedono quel che succede sotto i loro occhi. Mai proverbio è stato per loro apparentemente appropriato quanto l’assunto biblico “Vedono la pagliuzza negli occhi altri e non vedono la trave nei propri occhi.” Tale detto andrebbe a pennello se però i “giornalisti” di regime fossero in buona fede.

  • Gianluca Cicinelli

    Ha fatto benissimo l’associazione Cittadinanze e Minoranze a non interagire nel momento elettorale specifico della votazione. Però adesso la domanda andrebbe fatta, e a me interesserebbe conoscere la risposta del candidato di centrosinistra Gualtieri, la risposta di quegli altri già la conosciamo. Perchè se si vogliono i voti a sinistra rivendicando discontinuità con la giunta Raggi, che è quella che ha disposto lo sgombero senza alternative umanitarie minime, dovrebbe dirci cosa farebbe in questo caso un’eventuale giunta di centrosinistra.

  • Giuseppe Scuto

    In questo momento a Roma la teppa fascista sta creando il caos sostenendo che , in un paese percorso e colpito dall’epidemia, sia una libertà quella di sottrarsi al vaccino, quella di condividere e spargere la morte, con e fra i propri concittadini. La Polizia recita la “repressione” prestandosi alla commedia del manganello e dell’impotenza. Non si capisce perchè coloro che praticano un assalto disumano e fascista alla vita dei loro concittadini, non possano essere fermati, denunciati e poi anche processati per i reati commessi.
    Si tratta di gente che, oltre all’amore per il fascismo, pratica anche l’amore per la morte: plebe dannunziana, con cento anni di ritardo.

    Anni fa i poliziotti non esitavano ad arrestare i giovani universitari, i lavoratori ribelli e tutto il resto dei “nemici della legge.” Ora gli sbirri non hanno la dignità professionale di fermare i delinquenti fascisti e, in flagranza di reato, trasferirli agli arresti e metterli a disposizione dell’autorità giudiziaria
    Sarebbe corretto che si chiedesse su questi fatti un’inchiesta giudiziaria sui reati commessi in continuazione e non fermati o contrastati da quei simpaticoni della Polizia di Stato e da quei simpatici Carabinieri, che normalmente non esitano a sparare. uccidendoli a piccoli delinquenti, gente che infrange qualche articolo del codice della strada, piccoli poveracci che non rispettano un posto di blocco o vendono stupefacenti sulla pubblica via. etc.
    Questi topi di fogna, con il tricolore in mano, mimano un attacco fascista alla CGIL. Ci sarà pure chi li organizza e sostiene.
    Magistratura, polizia, carabinieri ed esercito potrebbero e dovrebbero fermarli, produrre per tutti un’accusa davanti ad un tribunale, interrogare e capire chi sono i capi, di che natura sono i reati.
    Sembrerà una sciocchezza, ma sono convinto che : I FASCISTI AMANO LA MORTE.
    Chissà perchè, ma è dal 1920 che continuano a dimostrarlo, in tutte le maniere possibili.
    Diamogliene un poco, ma di “morte civile” il Carcere.

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