S-T, il vocabolario di Monica Lanfranco

S come Scienza

Vale la pena di visitare il sito nordamericano del Museo delle donne nella scienza e nella tecnologia:

c’è da stupirsi di quanti nomi che spesso sappiamo non vengono mai citati quando si parla di storia delle discipline scientifiche: Emilie de Chatelet matematica e fisica, Marie Sklodowska Curie, scopritrice della radioattività, Caroline Herschel astronoma, Hildegard di Bingen, matematica e  medico, Dorothy Mary Crowfoot Hodgkin, studiosa di cristallografia ed ecografista, Hypatia, epistemologa, Ada Byron Lovelace, prima studiosa dei computer,e così via. Gravata dal pregiudizio di non essere adatta al fragile ed emotivo cervello delle donne la scienza è stata però la disciplina che di più ha usato le donne come terreno di studio, e oggi il delirio prometeico del governo totale delle vite sul boccheggiante pianeta ha appunto come obiettivo di conquista il corpo riproduttivo femminile, il suo potere, attraverso la clonazione, la riproduzione in provetta dell’esistenza. Come direbbe mia zia, invece di trovare la cura per le malattie, gli uomini giocano a fare dio. E non è uno scherzo.

IN LIBRERIA

La morte della natura : le donne, l’ecologia e la rivoluzione scientifica di Carolyn Merchant, Garzanti

Donne di scienza: esperienze e riflessioni a cura di Rita Alicchio e Cristina Pezzoli, Rosenberg Sellier

Sul genere e la scienza di Evelyn Fox Keller, Garzanti

Vita, scienza, cyberscienza di Evelyn Fox Keller, Garzanti

Una vita fra le stelle di Margherita Hack, Di Renzo editore

Incubo genetico di Nancy Kress, Nord

S come Scrivere

Ci si può approcciare al tema in maniera concreta come Grace Paley, che afferma:  “spesso le donne scrivono cose brevi perché vengono spesso interrotte”; oppure assertiva alla de Beauvoir: “una donna scrittrice non è una donna di casa che scrive, ma qualcuno la cui intera esistenza è condizionata dalla scrittura”; o ancora incoraggiante alla Mansfield: “meglio scrivere sciocchezze che niente del tutto”. Sta di fatto che scrivere è stata la modalità femminile nei secoli per sfuggire alla pazzia della segregazione, della discriminazione, per costruire a volte mondi separati e più vivibili. Tant’è che fa orrore che ci siano nel mondo milioni di persone che non sanno scrivere, né quasi certamente scriveranno mai, e che la quasi totalità di loro sono donne. Scrivere come terapia, come libertà, come segno della differenza. Qualcuno potrà anche lamentarsi, come faceva Katya Mann, che invocava “ in questa famiglia deve pur esserci qualcuno che non scrive” ma di certo l’accesso alla parola scritta è indiscutibilmente una priorità irrinunciabile.

IN LIBRERIA

Scrivere al buio: Maria Nadotti intervista bell hooks, La Tartaruga

Scrivere ed essere : lezioni di poetica di Nadine Gordimer, Feltrinelli

Nel territorio del diavolo : sul mistero di scrivere di Flannery O’ Condor,  Theoria

Scrivere la vita di una donna di Carolyn G. Heilbrun, La Tartaruga

S come Solitudine

Le leggende metropolitane dicono che la divina Greta Garbo asserì “voglio vivere sola”, e comunque anche se non lo disse davvero poi così fece. Condizione maledetta, celestiale privilegio (probabilmente entrambe le cose, dipende dalle situazioni) sia come sia la singleness è un dato di fatto nelle società tecnologiche; ma attenzione a non storicizzare. Essere sola (leggi: senza uomo) per una donna è stata una condizione di disagio se non di pericolo di vita, ed è ancora oggi un fattore sospetto: sarà mica lesbica? Sarà mica troppo zoccola? Cosa nasconde di sbagliato e sconsigliabile? Sono alcune delle domande inespresse quando ci si imbatte in un esemplare del genere. Da soli non si può, diceva un manifesto dell’Arci di una decina di anni fa; viene da dire: dipende. Per metà del genere umano farcela ha significato e significa comunque dovere fare da sé, nella migliore delle ipotesi con altre, senza appoggio da parte degli uomini, quando non sono contro apertamente.

Si chiama separatismo quando è politica, e in questa chiave di solito è una fase transitoria necessaria per mettere a fuoco le questioni.

IN LIBRERIA

Solitudine : singles urbani tra pionerismo e sopravvivenza di Rita Cacciamo, Anabasi

L’albero della solitudine di Gabriella Parca, SugarCo

Il pozzo della solitudine di Radclyffe Hall, Dall’Oglio

Vivere sola di Loretta Stroppa, Rizzoli

T come Tenerezza

“Le donne, benchè dicano il contrario, non vedono nella tenerezza che un punto d’avvio verso l’amore”: cosa dire di questa frase di Marguerite Yourcenar che ci obbliga a fare i conti con l’annoso problema della contiguità, per noi pollastre, fra sentimenti e corporeità? A rincarare la dose ci si mette anche George Sand, che con la sua imperiosa visione del mondo, letteraria e non, asserisce: “Devo amare teneramente o morire”. Insomma la durezza e la spigolosità necessarie a quante usano il femminismo e la differenza di genere come lente prioritaria con la quale guardare il mondo non incidono sullo zoccolo duro di un sentimento, la tenerezza appunto, che risulta indispensabile alla vita femminile. Un sentimento che è sembrato poter abitare la politica persino secondo il Che, che donna non era, quando affermava che la tenerezza è rivoluzionaria. A volte basterebbe che fosse di questo mondo. Speriamo.

IN LIBRERIA

Alexis, o il trattato della lotta vana di Marguerite Yourcenar, Feltrinelli

Andante con tenerezza di Laura Mancinelli, Einaudi

La civiltà della tenerezza. nuovi stili di vita per il terzo millennio di Giuliana Martirani, Paoline

Lettere di George Sand, Rizzoli

T come Tradimento

Ovvero come cambiano i tempi. In bene, se pensiamo che il tradimento è stato per millenni sinonimo di morte certa per le donne, giustiziate nelle più variopinte versioni del sadismo umano (lapidazione, impiccagione, annegamento) mentre oggi in buona parte del mondo non è più possibile uccidere impunemente una donna perché fedifraga. In  male, se pensiamo che mezzo pianeta (da noi persino i calciatori) si è attivato per evitare che una giovane nigeriana (ma ce ne sono altre pronte nelle carceri) venisse lapidata per questo ‘reato’, in questo nostro terzo millennio cablato. In malissimo, se oggi si discute allegramente se sia il caso, qualora si vestano i panni di moglie tradita, di risarcirsi sull’amante del marito affinchè lei ti paghi con i regalini che il tuo consorte traditore le ha fatto.  Proprio vero che nella nostra Italia azzurra nulla è più immune dalla transazione economica. Per carità, i soldi sono importanti, ma l’etica e i sentimenti sono un’altra cosa. Essere infedeli a ogni dogma, quello sì è il bello e il buono della vita, almeno questo mi pare ci abbiano tramandato donne del calibro di Simone De Beauvoir, Aung Suu Kyi e Rigoberta Menciù.

IN LIBRERIA

Tradimenti: l’imprevedibilità nelle relazioni umane di Gabriella Turnaturi, Feltrinelli

L’estate del tradimento di Hong Ying, Mondadori

Delitto e castigo di Matilde Serao, Rizzoli

L’isola di Arturo di Elsa Morante, Einaudi

Redazione
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