Salvare Peltier: da Covid e galera

L’articolo di Giorgio Langella e l’appello del «Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera». E il prossimo 6 febbraio si manifesta

(Foto di Kenny, Wikimedia Commons)

 

Leonard Peltier ha il covid!

di Giorgio Langella (*)

La notizia arriva ed è un colpo, anche se non inatteso. Qualcosa di logico, viste le condizioni nelle quali è costretto a vivere …

Perseguitato da quasi 46 anni dopo un “processo farsa” (per lui “tragedia”) con il quale la “giustizia statunitense” lo condannò a due ergastoli utilizzando prove rivelatesi inesistenti e costruite, testimonianze in seguito ritrattate, dopo il rifiuto di riaprire il processo grazie alla presentazione di prove che lo scagionavano, dopo il diniego da parte di numerosi presidenti statunitensi di concedergli la grazia (unica possibilità di uscire dall’inferno carcerario), Leonard Peltier, prigioniero politico, colpevole di essere un attivista per i diritti dei nativi americani, ha contratto il covid nel carcere di massima sicurezza di Coleman, in Florida.

Peltier ha 77 anni, soffre di diabete ed è malato di cuore. Nel messaggio dell’International Leonard Peltier Defense Committee si viene a sapere che i sintomi del covid erano apparsi alle 7.30 della mattina e il test, risultato positivo, gli è stato fatto verso le 17. Nel frattempo Leonard è rimasto in carcere a contatto con gli altri detenuti. Nell’articolo di Huffpost, viene anche evidenziato che non aveva ricevuto la terza dose del vaccino.

Leonard Peltier è un uomo giusto e integro perché non si è mai piegato a una (in)giustizia discriminatoria e di parte che lo costringe in una cella dal 6 febbraio 1976, una data che è bene ricordare.

Facciamo appello a tutte le organizzazioni politiche e sociali, alle istituzioni e a tutti i cittadini che credono ancora nella giustizia perché facciano sentire la loro indignazione di fronte alla persecuzione alla quale Leonard Peltier è sottoposto da 46 anni.

Partecipiamo alle manifestazioni e ai presidi che si svolgeranno in città di varie nazioni (a Milano il prossimo 6 febbraio alle 17 in piazza della Scala).

Mostriamo al mondo che Leonard Peltier non è solo, che è parte di tutte le persone convinte (e ne hanno le prove) che per Leonard ingiustizia è stata fatta.

Non c’è più tempo. È indispensabile protestare con forza, alzare la voce, pretendere che Leonard Peltier venga trasferito in ospedale e che abbia tutte le cure possibili. È necessario farlo perché ogni voce, anche la più flebile, è importante, perché bisogna essere uniti per esigere la sua liberazione fisica e immediata.

(*) ripreso da www.pressenza.com/it

LEONARD PELTIER HA IL COVID: SIA LIBERATO SUBITO ED ABBIA CURE ADEGUATE

del «Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera» di Viterbo

Leonard Peltier ha il Covid: sia liberato subito ed abbia cure adeguate.

Chiediamo a tutte le persone di volonta’ buona di diffondere la notizia della sua malattia e l’appello affinche’ sia adeguatamente curato e finalmente liberato.

Non permettiamo che un uomo di 77 anni, un uomo generoso e valoroso, un uomo tenacemente impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, un uomo detenuto da 46 anni pur essendo innocente dei delitti che gli sono stati attribuiti sulla base di “prove” dimostratesi false e di “testimonianze” dimostratesi altrettanto false, rischi di morire in carcere.

Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d’America di concedergli la grazia e liberarlo immediatamente.

Inviamo all'”International Leonard Peltier Defense Committee” (sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact@whoisleonardpeltier.info) messaggi di solidarieta’ per Leonard Peltier.

Promuoviamo ovunque possibile iniziative pubbliche per la sua liberazione.

Facciamo sentire la voce dell’umanita’.

*

Una minima notizia su Leonard Peltier

La vicenda di Leonard Peltier puo’ essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell’American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e’ ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette “prove” e le cosiddette “testimonianze” erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un’apprezzata attivita’ di pittore, poeta, scrittore.

Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico («La mia danza del sole. Scritti dalla prigione») edito in Italia nel 2005: «Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell’omicidio di due agenti dell’FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e’ affidato all’ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell’American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent’anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall’opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu’, Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e’ chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell’oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e’ la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi’ via): i nativi la chiamano la danza del sole» (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).

Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin’s Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d’essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l’opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara – Denver – Oxford, 2013, piu’ volte ristampata. Si puo’ utilmente consultare anche il sito dell’«International Leonard Peltier Defense Committee»: www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e’ disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).

Nella sua autobiografia Leonard Peltier ha scritto: «Tutti facciamo parte dell’unica famiglia dell’umanita’. Noi condividiamo la responsabilita’ per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano. Credo che il nostro compito non sara’ terminato fin quando anche un solo essere umano sara’ affamato o maltrattato, una sola persona sara’ costretta a morire in guerra, un solo innocente languira’ in prigione e un solo individuo sara’ perseguitato per le sue opinioni. Credo nel bene dell’umanita’. Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara’ un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio».

Nella sua autobiografia Leonard Peltier ha scritto anche: «Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie – per le famiglie degli agenti dell’Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si’, per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi’ come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e’ mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso. Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche’, in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni. Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio’ che sono. Ed e la piu’ terribile rivincita che potessi immaginare. Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne’ inteso farlo. E, si’, sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e’ la mia identita’. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio. Non cedero’ mai. Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta’ degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi’ la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell’inconsolabile dolore. Sono ventitre’ anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e’ con voi e con noi che il processo di guarigione puo’ iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l’aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu’ di chiunque era li’. Sembra sia sempre l’innocente a pagare il prezzo piu’ alto dell’ingiustizia. E’ sempre stato cosi’ nella mia vita. Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame. Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente. Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio’ che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l’ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita. Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E’ questo il motivo per cui sono qui».

Un appello del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli

Il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, recentemente scomparso, il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente – con una conferenza stampa, un video e un tweet – la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d’America di concedere la grazia a Leonard Peltier.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:

«Inviero’ una lettera alle autorita’ statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell’American Indian Movement, in carcere da 45 anni. Spero che le autorita’ accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque».

“I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years. I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere”.

A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita’, associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita’ dell’impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico.

Alcuni riferimenti utili

Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone@gmail.com, naila.clerici@soconasincomindios.it, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com,

Per contattare l’«International Leonard Peltier Defense Committee»: wwww.whoisleonardpeltier.info, contact@whoisleonardpeltier.info

Siti utili: Centro studi americanistici “Circolo Amerindiano”: www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta’ con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

4 commenti

  • QUATTRO INCONTRI A MILANO E IN LOMBARDIA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

    Venerdi’ 4 febbraio a Osnago (provinca di Lecco) presso il circolo Arci “La Loco” in via Trieste 23 con inizio alle 18,30.
    Sabato 5 febbraio a Novate Milanese presso il circolo “Sempre avanti” in via Bertola 11 con inizio alle ore 18,30.
    Domenica 6 febbraio a Milano in piazza Duomo presidio musicale dalle 17.
    Venerdi’ 11 febbraio a MIlano presso il C.O.A. T28 in via dei Transiti 28 con inizio alle 19,30.
    Partecipa Andrea De Lotto del “Comitato di solidarieta’ con Leonard Peltier” di Milano.

    Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana:
    e-mail: bigoni.gastone@gmail.com, naila.clerici@soconasincomindios.it, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com
    Per contattare l'”International Leonard Peltier Defense Committee”: wwww.whoisleonardpeltier.info, contact@whoisleonardpeltier.info

  • L’APPELLO URGENTE DI AMNESTY INTERNATIONAL AL PRESIDENTE BIDEN PER LA LIBERAZIONE IMMEDIATA DI LEONARD PELTIER, ORA ANCHE MALATO DI COVID
    [Dal sito di Amnesty International USA: http://www.amnestyusa.org]

    President Joseph Biden
    The White House
    1600 Pennsylvania Ave NW
    Washington, DC 20500, USA
    White House Comment line: (202) 456-1111
    Webform: https://www.whitehouse.gov/contact/
    Dear Mr. President,
    The news that 77-year-old Native American activist Leonard Peltier has contracted COVID-19 in federal prison has greatly heightened concern for his well-being given his age and his serious medical conditions, including diabetes, kidney disease and a heart ailment.
    Pending before you is Leonard Peltier’s clemency petition in which he seeks commutation of his sentence. Many have called for his release over the years on humanitarian grounds, including the National Congress of American Indians and several Nobel laureates, including the late Archbishop Desmond Tutu. Most recently, the Chairperson of the Senate Indian Affairs Committee, Senator Brian Schatz, has urged you to grant clemency, in line with your administration’s commitment to “righting past wrongs” in the criminal justice system.
    Leonard Peltier has always maintained his innocence of the murder of two FBI agents during a confrontation with members of the American Indian Movement on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota in 1975. There are serious concerns about the fairness and reliability of proceedings leading to his trial and conviction in 1977. These concerns have led the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial to call for clemency.
    Even without the serious additional serious factor of COVID-19, there remain deep concerns about Leonard Peltier’s deteriorating health.
    I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.

  • SU YOUTUBE UN APPELLO DI RICCARDO NOURY PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER, DETENUTO INNOCENTE DA 46 ANNI E MALATO DI COVID
    E’ on line su YouTube un video di Riccardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International, che chiede la liberazione di Leonard Peltier, nativo americano impegnato per i diritti umani e in difesa della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente e attualmente malato di covid.

    Amnesty International ha rinnovato il suo appello per la liberazione di Leonard Peltier. Di seguito il testo.
    President Joseph Biden
    The White House
    1600 Pennsylvania Ave NW
    Washington, DC 20500, USA
    White House Comment line: (202) 456-1111
    Webform: https://www.whitehouse.gov/contact/
    Dear Mr. President,
    The news that 77-year-old Native American activist Leonard Peltier has contracted COVID-19 in federal prison has greatly heightened concern for his well-being given his age and his serious medical conditions, including diabetes, kidney disease and a heart ailment.
    Pending before you is Leonard Peltier’s clemency petition in which he seeks commutation of his sentence. Many have called for his release over the years on humanitarian grounds, including the National Congress of American Indians and several Nobel laureates, including the late Archbishop Desmond Tutu. Most recently, the Chairperson of the Senate Indian Affairs Committee, Senator Brian Schatz, has urged you to grant clemency, in line with your administration’s commitment to “righting past wrongs” in the criminal justice system.
    Leonard Peltier has always maintained his innocence of the murder of two FBI agents during a confrontation with members of the American Indian Movement on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota in 1975. There are serious concerns about the fairness and reliability of proceedings leading to his trial and conviction in 1977. These concerns have led the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial to call for clemency.
    Even without the serious additional serious factor of COVID-19, there remain deep concerns about Leonard Peltier’s deteriorating health.
    I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.

    Un altro appello per la liberazione di Leonard Peltier e’ stato promosso dall’International Leonard Peltier Defense Committee sulla piataforma change.org.
    Di seguito il testo.
    Leonard Peltier has COVID, 46 years in prison! Hospitalize and free him now!
    On Friday, January 28, Leonard Peltier tested positive for COVID-19 at Coleman I U.S. Federal Penitentiary. Leonard’s life is in danger due to his age and health conditions! His supporters and family urgently ask you to sign our petition calling for his immediate transfer to a medical hospital properly equipped for COVID treatment. We also call on President Joe Biden to grant Leonard Peltier clemency immediately.
    Join us to save Leonard Peltier’s life – please sign the petition:
    Transfer Leonard Peltier without delay to a hospital to receive treatment for COVID!
    President Joe Biden, Listen to the people, grant Leonard Peltier clemency today!
    Every day that passes without Leonard treated in a hospital endangers his life.
    We are calling for Leonard’s transfer to a hospital immediately. Prison isolation is not care! It is subjecting him to a possible death sentence without proper medical intervention!
    Leonard is 77 years old. He has serious health problems that gravely complicate someone his age with COVID: diabetes, an abdominal aortic aneurysm, kidney disease, high blood pressure, and he has had open heart surgery.
    The Bureau of Prisons failed to protect Leonard from COVID.
    The BOP must act immediately to save his life!
    It is unconscionable that he was not afforded the booster shot in time to avoid COVID contagion. A booster shot assures a much higher chance of survival. The Bureau of Prisons’ failure to give a third shot to the prisoners on time means that they are now obligated to get Leonard Peltier hospitalized immediately. He must be granted the most aggressive treatment available to assure a higher rate of survival, such as monoclonal antibodies, and certainly oxygen to prevent stress and injury to his body.
    Organizations and prominent individuals in the U.S. and around the world, are urgently calling for his freedom. 46 years in prison is not justice, it is an outrageous punishment for a man who is innocent. Even his trial prosecutor James H. Reynolds, now says, “I have realized that the prosecution and continued incarceration of Mr. Peltier was and is unjust.” Read the full text of the letter here.
    Leonard Peltier is a renowned political prisoner, wrongly imprisoned for 46 years. He is Anishnaabe and Lakota, an enrolled member of the Turtle Mountain Reservation in North Dakota. From an early age, Leonard actively advocated for his people against brutal racism and poverty.
    Leonard Peltier’s case is one of the most egregious and wrongful convictions in modern U.S. history. The U.S. railroading of Leonard into prison for 46 years is another example of the government’s continued genocidal policies towards the Native Nations and denial of their sovereignty. As a member of the American Indian Movement, he was one of the young men who came to help protect the embattled community of Elders and Youth on Pine Ridge Reservation in June of 1975, where over 60 members of the Oglala Lakota Nation had been murdered over a period of three years. As traditional people they were singled out and brutalized for opposing an extremely corrupt tribal leader, Dick Wilson.
    During the terrible violence against innocent residents on Pine Ridge, in an incident completely provoked by the FBI, two plainclothes agents raided the encampment over a supposed warrant. In the shoot-out that followed, the two agents and one Native man were killed.
    Three men were indicted on charges of murder of the FBI agents. Two of the defendants, Bob Robideau and Dino Butler, were exonerated by an all-white jury on the grounds of self defense. But the third person accused, Leonard Peltier, had sought refuge in Canada and wasn’t tried at the same time. The FBI then decided he would pay the price for all three men, despite his innocence.
    People around the world have demanded Leonard Peltier’s freedom for decades, including Nelson Mandela, Archbishop Desmond Tutu, 96 members of U.S. Congress, the National Congress of American Indians, Secretary of the Interior Deb Haaland.
    And in an important new development, on January 26, Senator Brian Schatz (D-Hawaii) Chair of the Senate Indian Affairs Committee, urged President Joe Biden, “I write to urge you to grant a commutation of Leonard Peltier’s sentence.”
    To learn more about Leonard Peltier and his case, visit http://www.whoisleonardpeltier.info/home/about-us/
    NOTIZIE RICEVUTE DA “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo – 19 febbraio 2022

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