Salvini pistolero

di Giorgio Cremaschi

QUESTO RIDICOLO PISTOLERO È IL MINISTRO DEGLI INTERNI DELLA REPUBBLICA FONDATA SULLA COSTITUZIONE ANTIFASCISTA.
Matteo Salvini non sbaglia un colpo nel presentarsi come se fosse tra i nazisti dell’Illinois, nel film Blues Brothers.
Con il fucile, che maneggiava fin quando era guardia padana, che in campagna elettorale ha brandeggiato alla fiera delle armi, che da vecchio, immaginiamo, continuerà a mostrare, Matteo Salvini sarebbe una macchietta, una versione ottusa e minacciosa dell’americano del Kansas City di Alberto Sordi.
Non meriterebbero attenzione questa ed altre sue imbecillità, se non fosse che Salvini è vice presidente del Consiglio e soprattutto ministro degli Interni. Qui il suo pistoleggiare diventa pericoloso e incostituzionale. Pare addirittura che Salvini abbia firmato un patto di consultazione con l’industria delle armi, che così potrebbe ufficialmente intervenire sulle legge per la legittima difesa e per il possesso delle armi, che il governo ha in programma di varare. Così – mentre negli USA i governanti, persino Trump, si devono sempre più giustificare di fronte ad una opinione pubblica che, di fronte a tante vittime, ogni giorno di più ripudia la libertà di sparare – in Italia abbiamo un ministro di polizia che si pavoneggia tra le armi e con chi le produce. Nemmeno lo sceriffo in Alabama oggi Salvini riuscirebbe a fare incontestato, ma da noi sta diventando normale che chi comanda la polizia sponsorizzi sorridendo i fucili.
La nostra Costituzione antifascista non prevede un ministro degli Interni pistolero, dunque dobbiamo darci da fare affinché Salvini emigri dove c’è la libertà di sparare e, soprattutto, di comprare armi. Così lui alla fine potrà realizzare il suo sogno e noi uscire da un incubo.

LA VIGNETTA – scelta dalla “bottega” – è di Vincenzo Apicella.

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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