San Lazzaro protegge dall’amianto?

di Vito Totire (*)

San Rocco si è “specializzato” – con san Sebastiano – contro le malattie infettive ma anche contro la silicosi come mostrano le testimonianze votive, anche nell’ Appennino bolognese. Abbiamo sempre detto che San Lazzaro (di Savena) e Rubiera rappresentano in Emilia la punta più avanzata delle buone pratiche in materia di censimento e monitoraggio del cemento-amianto. Queste esperienze (che hanno storie diverse alle spalle) sono state di fatto sottostimate dalla Regione Emilia-Romagna con il risultato di boicottarne la diffusione. Nel suo ultimo piano regionale amianto la Regione E/R ha affermato che le esperienze dei censimenti locali indotti da ordinanze dei sindaci non hanno mostrato maggiore efficacia rispetto al …non fare niente!

Il piano regionale è stato ovviamente discusso con quelle che la Regione considera le “parti sociali” – gli altri – non esistono – ma per tornare a San Lazzaro (**) e dintorni:

  1. Le condizioni che rendevano congruo un intervento di bonifica della Artlegno risalgono a decenni fa… fuori luogo quindi ogni trionfalismo; più opportuno attestarsi sul detto bolognese “meglio piuttosto che niente” e non sulla incredibile ipotesi del “non è mai troppo tardi”…La bonifica arriva in effetti tardi. Le nostre denunce, segnalazioni e pressioni negli ultimi anni sono state numerose: arrivammo alla provocatoria proposta di rinominare il sito “Borgo amianto”, proposta che oggi dobbiamo ritirare e francamente, nonostante i ritardi, ci fa piacere
  2. Un tot – difficile da quantizzare – di fibre di amianto è volato via dalle coperture di Artlegno e ce le dovevamo comunque risparmiare. Nella esposizione a rischio, tanto più se cancerogeno, il fattore tempo è essenziale
  3. Occorre allargare ora la osservazione da Artlegno all’immediato circondario: sono presenti su terreno demaniale, coperture in cementoamianto – “piccole” ma assolutamente spappolate – che devono essere, anche esse, bonificate e con urgenza
  4. Il sito di via Valdifiori, sempre a San Lazzaro, lo abbiamo segnalato noi e a quel momento non era stato censito; niente da aggiungere anche perché fu poi bonificato in tempi ragionevoli (dalla data della prima segnalazione); l’episodio è piuttosto motivo di riflessione per quanti hanno ipotizzato (poi fatto o non fatto … non sempre si sa) di utilizzare droni per la vigilanza; la nostra opinione (il tema è stato di recente discusso nella “rete nazionale dei comitati locali anti-amianto”) è questa: prima il censimento tramite ordinanza sindacale, i droni dopo, nel caso vi fossero dubbi di siti per i quali non si è provveduto ad aderire all’ordinanza del sindaco
  5. San Lazzaro – lo diciamo dal 1999 – deve aggiungere al censimento dell’ amianto in superficie anche quello underground: acqua “potabile” e fognature : tema su cui da lungo tempo la Ausl nega l’accesso ai dati disponibili
  6. Andiamo nei dintorni: a Pianoro l’amministrazione non ha risposto a numerose e reiterate segnalazioni; da via Irma Bandiera (pieno centro) alla località Zena (anche qui centro abitato); purtroppo gli amministatori di Pianoro si autocollocano, per usare un termine medico, fra i “non responder”… dobbiamo chiedere l’intervento del Prefetto?
  7. Il massimo dell’incongruenza è nel comune di Loiano: per il fibro-cemento di via delle Croci a quindici mesi dalla nostra prima segnalazione – 9 dicembre 2019 – ancora oggi non sappiamo se è cementoamianto! Quanto ci vorrà per la bonifica?
  8. Anche a Sasso Marconi è emerso un sito industriale dimesso (Metalplast) ; il che ripropone il solito interrogativo: i sindaci che si sono succeduti, almeno dal 1992, non hanno ritenuto di dover emanare una ordinanza?
  9. Problemi esistono a Bologna città e nella provincia di Parma, ma torneremo sul quadro generale in vista della giornata mondiale delle vittime dell’amianto (28 aprile)
  10. Se prendiamo atto della bonifica di Artegno, pur sottolineando che è stata fatta con grave ritardo, ci chiediamo se San Lazzaro, Loiano, Sasso Marconi, Bologna e l’appennino parmense siano sullo stesso pianeta…

AVANTI CON LE BONIFICHE, ESIGIAMO ORDINANZE SINDACALI IN TUTTI I COMUNI ITALIANI (E DEL MONDO). Diamo continuità alla campagna lanciata nel 2017 assieme a Legambiente dell’Emilia-Romagna con un appello personale a tutti i sindaci del territorio.

Bologna, 1.4.2021

(*) Vito Totire è presidente nazionale AEA, l’Associazione nazionale Esposti Amianto

(**) cfr il post di un anno fa Cemento-amianto: “pulizie di Pasqua” come… ma anche Deamiantizzazione a San Lazzaro? Oppure… del luglio 2018 e ancor prima E quando San Lazzaro senz’amianto? del dicembre 2017

L’IMMAGINE

Mica facile scegliere il san Lazzaro giusto, volendo seguire il consiglio semi-serio di “votarsi” dato da Totire. Sono tre (se ci fidiamo di Wikipedia). Lazzaro di Betania, resuscitato da Gesù, venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa copta. Poi c’ è il famoso mendicante lebbroso protagonista della parabola di Gesù nota come “Lazzaro e il ricco Epulone” (ma è solo nel Vangelo di Luca: ci può bastare?). A chiudere il trio Lazzaro di Costantinopoli detto l’Iconografo: fu perseguitato dall’imperatore bizantino iconoclasta Teofilo ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quelle ortodosse … come patrono dei pittori e dunque lo abbiamo arruolato per illustrare il post.

 

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