San Petronio o san Petardo?

Cattive abitudini: Vito Totire chiede se per ricordare (il 4 ottobre) il santo bolognese c’è bisogno di nocivi fuochi artificiali

Sono passati solo 7 anni dall’enciclica Laudato Si’: di sicuro qualcuno se ne è scordato.

Il 4 ottobre viene celebrato (da molte persone) san Petronio. Coabita nella stessa giornata con il più conosciuto s. Francesco, patrono d’Italia mentre Petronio viene invocato come protettore solo di Bologna. Ci chiediamo: oggi quale è la ratio dei fuochi artificiali annunciati per domani, cioè la sera del 4 ottobre? La vicenda è vischiosa; noi da decenni “invochiamo” l’ abolizione della perniciosa tradizione che – nonostante Covid, cambiamenti climatici, inflazionate professioni di fede green – resiste. Ma chi la sostiene, oltre ai fabbricanti e commercianti di fuochi? Interpellata in occasioni analoghe la Chiesa spesso esprime dissenso e contrarietà: dal vescovo di Ravenna a numerosi parroci locali. La posizione è spesso: “noi non c’entriamo si tratta di iniziative della Pro Loco”. L’ultimo confronto a Monghidoro – dove era previsto l’uso dei fuochi per festeggiare la Madonna il 14 agosto – si è concluso con l’annullamento delle manifestazione. Motivo? «non si sa». Non era una iniziativa della parrocchia, la sindaca alla quale abbiamo suggerito una ordinanza di divieto (fatta peraltro nel 2021, motivo la siccità) ha fatto cortesemente sapere che l’ordinanza non era prevista perché la manifestazione era abolita.

Diversi anni fa l’infaticabile cardinale Zuppi in procinto di presenziare alla festa di san Cristoforo a Ozzano Emilia ci ha fatto capire che i fuochi non riscuotevano il consenso entusiasta della Chiesa e che a Ozzano si usavano perché facevano parte del “pacchetto delle festa”.

Segnali positivi vengono da Bari (san Nicola). Nella recente festa i fuochi sono stati sostituiti da giochi di luce. Non ci è chiarissima la differenza anche perché abbiamo chiesto chiarimenti a residenti del quartiere più interessato ma non abbiamo ricevuto risposta. Certo san Nicola aveva registrato un precedente inquietante, nel 2003: i cannoncini erano stati direzionati non verso l’alto ma verso le barche delle fedeli le quali – mogli di pescatori – pare non fossero particolarmente allenate al nuoto. Gli effetti furono disdicevoli: le signore furono per fortuna tutte messe in salvo ma il panico andò a mille. La svolta barese ha a che fare con quell’evento del 2003 o con il ricordo della strage di Modugno del 2015? Modugno è confinante con Bari – le due zone industriali comunali si fondono – già sito di produzione delle mine antiuomo (Valsella sud poi Tecnovar) e appunto, nel 2015, teatro di una delle più grandi stragi operaie dell’ultimo secolo in Italia, ma forse la più “ignorata”.

Siamo consapevoli che Bologna è una città gattopardesca, conservatrice e parolaia: una città in cui una parte del ceto politico (non tutto ovviamente) ammicca al movimento Fridays For Future ma questi giovani sono stanchi di chi ammicca senza passare ai fatti. Se davvero “le chiacchiere stanno a zero” chiediamo che san Petronio non venga associato a sprechi e inquinamento. Più in generale chiediamo il bando della produzione e dell’uso dei fuochi artificiali in tutte le occasioni e non solo nelle feste religiose. Sul versante laico-ecologista ci appelliamo invece alla memoria di Giorgio Nebbia, anche perché qualche frangia del movimento ecologista su questo tema pare agnostico o disinteressato. Interroghiamoci invece sulla sofferenza che c’è dietro ogni merce. Contrastiamo le merci nocive, «sbagliate» e, ancor più – sempre seguendo l’appello di Nebbia – le «merci oscene» tra le quali i fuochi d’artificio sono un gradino più basso delle armi … ma comunque inquinano e causano morti.

(*) Vito Totire è portavoce della «Rete europea per l’ecologia sociale»

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

4 commenti

  • Perfettamente d’accordo.
    Qui di seguito una lettera inviata alla stampa nello scorso mese di agosto-
    “L’ultimo giorno dell’anno, in molte città italiane, vengono proibiti i fuochi artificiali. Infatti sono migliaia gli animali che muoiono a causa dei botti.
    Il comune di Curtatone, con singolare perspicacia, ne fa una questione di stagione: i botti sono dannosi in inverno, ma non fanno danni in estate. Infatti li ha proposti alla conclusione della Fiera delle Grazie E ancora una volta ho il dubbio che la scelta sia il frutto di una commissione di esperti.
    Il sottoscritto può essere semplicisticamente liquidato come un rompiballe, ma credo che le persone di buona volontà, se ancora esistono, non possano evitare di avere un “botto”, anche piccolo, di indignazione”.

  • Stefano Scardovi

    I fuochi d’artificio sono da secoli stupore, meraviglia, forma d’arte. Soprattutto forma d’arte, sono fuochi d’allegrezza, gioia, spensieratezza, e di rara bellezza. E’ molto irrispettoso trattarli come “problema”, indignarsi per qualcosa che, solo nelle menti diaboliche, non è e non è mai stato. Se a uno non piacciono i fuochi, non vuol dire che a una moltitudine di persone, e sono tanti, fidatevi di un bolognese che lo fa di mestiere, sia per passione che per lavoro. Si, è una passione ma anche un lavoro onesto e molto duro. Dall’alto del vostro piedistallo, vorrei proprio vedervi non usare tutto ciò che inquina. Questi sono discorsi da vecchia radical chic.

  • Si sono vecchio, ma sicuramente non sono mai stato un radical chic.
    Non sono e non sono mai stato su di un piedistallo, ma ho visto personalmente molti animali morire, ma questo non si può dire perché i fuochi d’artificio sono una forma d’arte. Purtroppo ho scoperto che affermarlo significa entrare nella ristretta cerchia dei radical chic.
    Grazie per lo spunto di riflessione!
    P.S. Prima di dare un giudizio sulla vita di una persona bisognerebbe contare almeno fino a dieci.

  • a mio parere è prferibile una critica al silenzio; la critica esplicita è utile perchè mette chi la ha indotta nelle condizioni di comprendere le motivazioni dell’altro; nondimeno certe critiche possono essere profondamente sbagliate;
    radical chic a noi ? è come dare del bolscevico a Draghi (per fare un esempio); il termine (radical chic) è stato coniato con intento denigratorio e quindi non ce ne assumiamo la paternità ma comunque siamo molto distanti da quello che chiunque potrebbe intendere per “radical chic” visto che i nostri riferimenti sono la cultura operaista, certo non quella generica ma quello della cultura operaia che si è sempre posto l’obiettivo non solo delle critica al modo di produzione ma anche all’oggetto della produzione ; tema peraltro al centro della attenzione del movimento ecologista (vedi Giorgio Nebbia, Centro nuovo modello di sviluppo di Gesualdi);
    altro errore : attribuirci mancanza di rispetto ; assurdo: manchiamo di rispetto ai lavoratori se diciamo che le sigarette causano il cancro ?
    la produzione di fuochi è lavoro duro e onesto?
    Onesto come produrre sigarette , duro certamente tanto è che vogliamo eliminarlo (è il comparto che nell’ultimo secolo ha registrato il umero più alto di morti , in relazione al numero di addetti);
    lavorare ai fuochi artificiali è una passione ?
    occorre sviluppare passioni ecocompatibili …e ce no sono tante ;
    i fuochi producono stupore e allegria…anche qua ci sono modi diversi di arrivare a senzazioni piacevoli , sorvoliamo sul fatto che certi criminali li considerino uno status simbol , i gusti possono coincidere casualmente ; ad ogni modo i fuochi inquinano , non piacciono a tutti ma l’aria, il suolo, le acque sono di tutti e quindi gli estimatori dei fuochi di questo devono tenere conto;
    inquinare di meno ? E’ la nostra preoccupazione di tutti i giorni e in tutti gli atti della nostra vita quotidiana , proprio per questo occorre assolutamente eliminare gi sprechi e gli inquinamenti inutili.
    Per concludere: utile e necessario discutere con tutti e chi manifesta dissenso sulle nostre proposte ha un atteggiamento preferibile a chi “censura” le critiche come hanno fatto , anche per s.Petronio , i “giornaloni”.
    Alla fine , siamo certi , la produzione e l’uso saranno aboliti ma , come al solito, troppo tardi.

    Vito Totire, Rete europea per l’ecologia sociale

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