Sara Ongaro e la (sua) vita che ci respira

La spiritualità del quotidiano quando i tempi sono difficili.
di Angelo Maddalena

 

Le ultime parole di questo libro di Sara Ongaro sembrano rievocare quelle di una scena del docufilm Mi sembra di viaggiare con te, di Gabriele Perni: “Non ho tempo per abbattermi”, dice il protagonista, mentre Sara scrive: “Io sento che sono troppo impegnata nel secondo presente. Non ho tempo per la delusione e la tristezza”.
Un libro profondamente cristiano anche se non nomina molte volte Gesù e il Vangelo, e al tempo stesso buddista senza nominare troppe volte Buddha. Anche l’inizio del libro di Sara rievoca la prima pagina del libro Riflessioni sul Dhammapada di Ajahn Minindo: “Non è in realtà possibile immaginare qualcosa di veramente nuovo. Quasi tutto quello che pensiamo è un riassetto del passato”.
Sara, al contrario, scrive: “Tutte le cose che qui leggete le hanno già scritte e dette altri esseri umani, più volte nei secoli: non hanno nulla di unico e particolare”. Invece il libro di Sara contraddice questo assunto, perché non è solo un rievocare una saggezza antica attraverso la rielaborazione di una esperienza di cristianesimo di base, sociale e radicato nel Vangelo del Regno (quello di Matteo, citato insieme a passi di altri evangelisti) né solo un ricordarci l’importanza del distacco dalle cose per vivere una vita piena.
E già la particolarità di questo libro (che all’inizio potrà spiazzare?) è il titolo stesso del primo capitolo: Una soglia: riflessioni su salute e malattia (scritto nel 2013). Sara parla con cognizione di causa perché ha attraversato, nel periodo in cui ha scritto questo capitolo, un periodo di malattia fisica. E’ antropologa di formazione, e il suo sguardo risente di questo respiro ampio. “Entrare in contatto con la malattia è il primo passo per scoprire che la malattia è una porta, una soglia, un gradino nella scala della vita, della felicità, di ciò a cui ciascuno è destinato nella sua vita terrena e oltre”, dice Sara all’inizio del primo capitolo.
Il titolo del secondo capitolo è rievocativo anche di alcuni passaggi che troviamo nelle prime pagine: Dello stare: la mistica oggi. I felici tempi in cui viviamo da imparare ad ascoltare. “L’atteggiamento che sviluppiamo nel nostro stare nel quotidiano con presenza è un atto politico”, scrive all’inizio di questo capitolo. La mistica di questo libro è anche quella di chi vive il presente in senso personale e collettivo, più avanti farà riferimento anche a esperienze che ha vissuto dal di dentro, come la serie di mobilitazioni internazionali poi confluite a Genova, a luglio del 2001.
Ma l’andamento dei capitoli indica sempre un oltre, una dimensione spirituale e, appunto, mistica, e il titolo del terzo capitolo lo ricorda e sottolinea: Fra separazione e morte, là dove sempre inizia la nostra trasformazione. Il paragrafo di una pagina successiva titola: Dov’è la forza? Morire ogni giorno per vivere sempre. Alla fine di questo paragrafo c’è scritta una data: Agosto 2023.
“L’evoluzione è andata avanti così: aprendo brecce nei muri, nell’oscurità, nella compattezza della violenza, del non amore, della cecità, da parte di piccoli gruppi, in certi momenti si sono ingranditi, hanno aggregato molti, per poi di nuovo sparire, come un fiume carsico”.
C’è in queste pagine un equilibrio tra personale e collettivo, tra visione antica e slanci contemporanei, con piccoli cedimenti che a volte possono sembrare segni di ingenuità ma non lo sono se inquadrati nell’insieme del testo. Questo libro è anche un vademecum forse, e in alcuni passaggi ci sono piccoli esercizi per liberarsi o per canalizzare rabbia o delusione o rancore, ma anche questi passaggi fanno parte di un insieme per cui non rischiano mai di sembrare precetti.
L’ultimo capitolo si intitola Vivere il lato oscuro e la rivoluzione presente. C’è un andamento circolare e un ritorno di cose dette all’inizio e poi sviluppate e ribadite, come questo passaggio dell’ultima pagina: “Neanche il crollo di tutto o la tragedia climatica o la violenza ovunque o la menzogna e la manipolazione di ogni cosa, sono motivi sufficienti per smettere di vivere relazioni umane, intense, positive, perché siamo esseri umani comunque, e continuiamo ad essere capaci di questo. Nessuno, dall’esterno di noi, ci può privare di questa capacità”.
Sara Ongaro
La vita ci respira
La spiritualità del quotidiano quando i tempi sono difficili
Gabrielli editori
17,00 euro 
pagg. 176
Redazione
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