Sardegna, una settimana di etnomusicologia

Intorno alla transumanza: al 20 al 25 settembre Esem

di Ignazio Sanna

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Il 32esimo «Seminario Europeo di Etnomusicologia», ESEM cioè European Seminar in Ethnomusicology, avrà per tema il fenomeno della transumanza, e quest’anno si terrà a Cagliari e Santu Lussurgiu, per la terza volta in Italia dopo Siena (1989) e Venezia (2004). Martedì 20 e mercoledì 21 settembre il congresso si svolgerà presso l’aula Coroneo del dipartimento di Storia Beni Culturali e Territorio dell’Università di Cagliari, nella Cittadella dei Musei di piazza Arsenale. Nel pomeriggio di mercoledì ci si sposterà a Santu Lussurgiu, dove da giovedì 22 a domenica 25 il seminario sarà ospitato nell’auditorium Pietro Sassu (dedicato all’etnomusicologo sassarese scomparso nel 2001). A partire dalle ore 18, al termine di ogni sessione, ci saranno concerti ad ingresso gratuito, di musicisti di diversa estrazione, come la SOAS Ceilidh Band (https://it-it.facebook.com/soasceilidhband/) della School of Oriental and African Studies di Londra e i tanti gruppi di musica sarda, fra i quali i Cuncordia a Launeddas e i Tenore Supramonte di Orgosolo. A questo link è disponibile il programma, che però non comprende il dettaglio della parte sonora della manifestazione: http://sites.unica.it/labimus/files/2016/09/XXXII-ESEM_Sardinia-2016.pdf.

Il comitato organizzatore, presieduto da Ignazio Macchiarella dell’università di Cagliari, comprende Giovanni Giuriati – La Sapienza di Roma – Ardian Ahmedaja e Ursula Hemetek dell’Institut für Volksmusikforschung und Ethnomusikologie della Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna e Marco Lutzu del Gruppo Analisi e Teoria Musicale del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna.

Il titolo completo del Seminario di quest’anno è «Musics/Music Makers/Musicologists’ Transhumance» e dunque fa riferimento agli spostamenti delle musiche, dei musicisti che le producono e/o le ripropongono e dei musicologi che le studiano. Così come il bestiame si sposta dalla montagna alla pianura e viceversa a seconda delle stagioni, allo stesso modo la musica – con coloro i quali le ruotano attorno – compie percorsi di varia natura, oggetto dei quali sono (fra i vari interventi previsti) quello di Kaja Maćko-Gieszcz sui movimenti migratori dei montanari della Bucovina e quello di Jill Ann Johnson, che s’interroga sulla nascita di nuovi generi a proposito della migrazione in Svezia delle musiche balcaniche. Suggestivo il titolo dell’intervento di Ewa Dahlig-Turek, «Percorsi musicali stagionali e teoria dei livelli temporali», che fa pensare a sovrapposizioni di luoghi e tempi diversi in cui le musiche popolari hanno potuto risuonare, così come quello di Rachel Harris, «Strutturazione musicale della transumanza spirituale» che evoca immagini di migrazioni dello spirito attraverso le varie forme musicali popolari. Da segnalare infine la tavola rotonda sulla “etnomusicologia dialogica” – in memoria di John Blacking, illustre etnomusicologo e antropologo sociale britannico, fondatore dell’ESEM, scomparso nel 1990 – quest’anno curata da Marco Lutzu e Ignazio Macchiarella.

Ignazio Sanna

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