Sci-Fi: per non perdere la rotta #4

di K. G. Sage

Oggi apriamo una finestra su alcuni filoni che non sempre rientrano nell’ambito della Science Fiction.

La classificazione dei romanzi in base al genere non rientra nel dominio delle scienze esatte. Questo perché molte opere presentano parallelamente elementi distintivi propri di generi diversi. E anche se il fenomeno fornisce ad addetti ai lavori e semplici appassionati lo spunto per animate discussioni può creare difficoltà di inquadramento al lettore non specializzato.

Prendiamo ad esempio l’Ucronia, genere che ipotizza decorsi storici alternativi. Un romanzo che tratteggi la permanenza della civiltà ellenica fino ai giorni nostri o ipotizzi uno scenario in cui i nativi americani non siano stati sterminati dai colonizzatori europei sarebbe un ucronico Storico. Ma se gli elleni della nostra storia a un certo punto si impadronissero di una tecnologia aliena o i pellerossa raggiungessero la salvezza attraversando un varco dimensionale e iniziassero una nuova vita in un universo parallelo staremmo leggendo un romanzo di Fantascienza. Un esempio di romanzo ucronico è The man in the high castle, capolavoro di P. K. Dick del 1962 uscito in Italia nel 1965 con il titolo La svastica sul sole.

Generi affini all’Ucronia sono Utopia e Distopia, solitamente ambientati in un ipotetico futuro.

Il primo narra di società che hanno raggiunto lo status ideale. Ordinamenti perfetti presso i quali il benessere psico-fisico-economico è generalizzato, esteso a ogni singolo individuo. Un romanzo che vedesse realizzata l’utopia socialista rientrerebbe nel genere Fantapolitica. Laddove i mezzi per raggiungerla fossero forniti da un individuo di intelligenza superiore acquisita attraverso una mutazione genetica parleremmo invece di Fantascienza. Un classico esempio del genere ci è fornito da Robert A. Heinlein nel suo Starship troopers, romanzo del 1959 arrivato in edizione integrale nelle librerie di casa nostra solo nel 1980 con il titolo Fanteria dello spazio (in edizione rimaneggiata già nel 1962).

Al contrario la Distopia ci mostra realtà sociali distorte nelle quali la felicità è un miraggio lontano e le condizioni socio-politiche si presentano rigide, oscure e penalizzanti. L’esposizione romanzata di una società costruita sul modello dell’antica Sparta ma ambientata in un luogo immaginario dove regna la magia avrebbe le caratteristiche per essere considerata Fantasy. La stessa, con un’ambientazione reale e l’introduzione di armi laser e campi di forza, sarebbe Fantascienza. Il più celebre distopico? Nineteen Eighty-Four, apprezzato romanzo di George Orwell (pseudonimo di Eric Arthur Blair) del 1949, approdato in Italia l’anno successivo con il titolo 1984.

I tre generi fin qui presi in esame possono anche essere reputati sottogeneri del Fantapolitica (personalmente inquadro l’ibridazione tra questo e i precedenti come Crossover), che a sua volta può avere o meno risvolti fantascientifici. Mettiamo che un racconto sia ambientato nell’immaginario mondo di Elfolandia, dove un malvagio angelo nero scioglie il Gran Consiglio Elfico e si autoproclama plenipotenziario; il nostro Fantapolitico sarebbe senza dubbio un Fantasy. Con la stessa trama, un’ambientazione marziana e omini verdi dalle corte antenne e un bulbo intermittente sulla fronte in luogo degli elfi avremmo un Fantapolitico che rientra a pieno diritto nei ranghi della Fantascienza.

Spesso è l’ambientazione a fare la differenza. Ma possono essere discriminanti anche elementi scientifici o irreali, come abbiamo visto.

Segue le stesse regole il genere Viaggi nel tempo. Nato come espediente narrativo, un ingegnoso pretesto per proiettare il lettore in un tempo diverso dal proprio, si è conquistato l’appellativo di ‘genere’ attraverso una vasta bibliografia di opere che spesso hanno il pregio di affrontare argomenti controversi e coinvolgenti come il paradosso o il butterfly effect. A questo punto siamo abbastanza competenti da intuire che laddove la traversata temporale sia resa possibile dalla magia avremo tra le mani un Fantasy. Se invece fosse opera di un complicato marchingegno, inutile sottolinearlo, una volta letto il romanzo dovremmo riporlo nel ripiano della nostra libreria riservato alla Fantascienza. Citazione d’obbligo: The time machine, H. G. Wells 1895 (Un’esplorazione del futuro, 1902 [Edizioni successive titolate La macchina del tempo]).

Solitamente il genere Spy Story denota maggiori affinità con il Giallo, il Noir e il Thriller. Ma quando il genere che ha donato al mondo le figure ormai divenute mitologiche dello scienziato pazzo con la fissa di conquistare il mondo e dell’astuto agente segreto sciupafemmine impenitente – nonché gli apprezzati cliché della base segreta e del lavaggio del cervello – incontra elementi quali tecnologia avveniristica, viaggio spaziale, collocazione temporale futura siamo di fronte a un esempio di Spy-Fi. A chi fosse all’asciutto del genere suggerisco di approcciarlo attraverso i romanzi dell’agente segreto 007 donati al mondo dallo scrittore britannico Ian L. Fleming.

Nella prossima puntata vi mostrerò alcuni casi di fantascienza ibrida e capiremo che cosa lo Slipstream ha in comune con la Science Fiction.

[ C O N T I N U A ]

Redazione
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2 commenti

  • Secondo me quello che contraddistingue la fantascienza è lo sguardo. La volontà allegorica e critica. Anche la sociologia è una scienza, anche le scienze umane sono scienze. Quando c’è uno spostamento, una “traslazione” (così l’abbiamo definita con Franco Ricciardiello nel nostro “Manuale di scrittura di fantascienza”), ovvero uno spostamento allegorico, allora c’è fantascienza.
    Parlandone da un punto di vista ideologico (in senso buono), trovo molto utile, bello e sensato includere, non escludere, delle istanze e dei modi, piuttosto che escluderli. L’ucronia è fantascienza. La fantapolitica è fantascienza. (Ecco, magari i razzi spaziali guidati da bianchi eroi contro le forze del male mi suonano molto meno fantascientifici. Ma forse invece lo sono anche loro.)
    Più fantascienza per tutt*, insomma 🙂

    • Se vogliamo, ogni cosa è fantascienza.
      Magari la magia e altri elementi (al momento) poco scientifici lo sono un po’ meno. Perlomeno fino a quando non diverranno futuribili.
      D’accordo che la fantascienza possa includere, rispettando tempi e modi, premesse che ad oggi appaiono distanti o addirittura discordanti.

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