Scor-data: 11-12 novembre 1961

Nel Congo in fiamme 13 militari italiani sono uccisi per errore

di Donata Frigerio (*)

 

Se leggete o sentite Kindu forse pensate a nuove barrette al cioccolato. Non si tratta di dolciumi ma di una località in Congo, cioè in quella che ora si chiama Rdc, Repubblica Democratica del Congo (la cui capitale è Kinshasa) da non confondere con la confinante Repubblica del Congo (capitale Brazzaville). E lì nel 1961 morirono 13 soldati italiani.

Il Congo conquistò l’indipendenza dal Belgio il 30 giugno 1960 e subito divenne preda degli interessi occidentali. Un Paese troppo grande, ben posizionato in Africa per contrastare i Paesi allora filosovietici, scandalosamente ricco di materie prime: non poteva esser lasciato in balia di se stesso. Il Belgio aveva mantenuto molti quadri amministrativi, partecipazione nelle grandi aziende estrattive e truppe scelte, nella provincia del Katanga e appoggiò i movimenti. Così il 7 gennaio 1961 il presidente Patrice Emery Lumumba venne assassinato su mandato francese e statunitense, a causa della sua politica contraria alle ingerenze occidentali. Scoppiò in Katanga, la guerra “civile”.

Con questi fatti lontani c’entra anche l’Italia. Perché un contingente dell’Aeronautica militare era in missione in Congo dal 1960 in appoggio e su richiesta dell’Onu. Ma la missione italiana si chiuse – il 19 giugno 1962 – a seguito di quanto accaduto proprio a Kindu.

L’11 novembre 1961 due aerei “Vagoni volanti” C119 atterrano a Kindu, capoluogo del Maniema, non lontano dal confine con il Katanga. Trasportano rifornimenti per i caschi blu malesi che “monitorano” (per conto delle Nazioni Uniute) il territorio intorno a Kindu. I 13 uomini dell’equipaggio scaricano il materiale e si spostano nel campo accanto all’aeroporto. Nella zona non ci sono mai stati problemi con la popolazione ma, in quel periodo, c’era molta agitazione fra le truppe congolesi: girava voce che un contingente di militari belgi stava per arrivare per sostenere i ribelli del Katanga, i secessionisti. Un gruppo di militari congolesi vede i 13 italiani e li scambia per paracadutisti belgi, li assalta: nella colluttazione ammazza uno di loro, arresta gli altri, li imprigiona in un vicino carcere. Durante la notte alcuni militari entrano nella prigione e uccidono tutti gli italiani. Un agente di polizia congolese, testimone del fatto, mosso da pietà dispone la sepoltura dei loro corpi in due fosse comuni, prima che qualcuno, nel clima di tensione in cui si vive, possa infierire sui cadaveri. Le comunicazioni con l’Europa sono difficili, la notizia dell’uccisione dei 13 italiani giunge in Italia solo il 16 novembre… dopo alcuni tentativi di trattative, nella speranza che i militari fossero ancora vivi.

Non si trovano i corpi: la “fantasia” di certi italiani razzisti si inventa atti di cannibalismo sui cadaveri o la loro scomparsa perché gettati in pasto ai coccodrilli che nuotano nel vicino fiume…. Tutto smentito quando le salme sono consegnate alle autorità italiane le salme.

I corpi dei militari saranno sepolti in un “sacrario” accanto all’aeroporto di Pisa, nel marzo 1962, mentre una stele in loro ricordo si trova all’aeroporto di Fiumicino.

Solo nel 2007 ai parenti delle vittime è stato concesso il risarcimento per la loro morte.

Finisce in questo triste modo la missione militare dell’Aeronautica italiana in appoggio all’Onu. Per anni l’Aeronautica non ha più partecipato a simili ingaggi ma nel 2006 è tornata, con l’Unione Europea, in appoggio alla missione delle Nazioni Unite in Congo, per facilitare le prime elezioni presidenziali nel Paese, le prime libere dopo il 1960… E di questo in blog si è già parlato.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
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Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

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