Scor-data: 12 novembre 1943

La Gestapo arresta il calciatore partigiano di origini italiane Rino Della Negra

di David Lifodi (*)

Rino Della Negra era un concentrato di generosità e coraggio, ci metteva sempre il cuore, e un po’ di follia, sia quando faceva le sue sgroppate sulla fascia destra nei campi da calcio sia in occasione delle azioni di guerriglia urbana messe in atto dal III distaccamento dell’Ftp-Moi, i Franchi Tiratori Partigiani – Mano d’Opera Immigrata. Fu in occasione di uno dei tanti sabotaggi contro i nazisti che occupavano la Francia, il 12 novembre 1943, che la Gestapo riuscì a catturarlo: ad essergli fatale un attacco contro un portavalori tedesco sventato dalle SS. Catturato insieme ad altri suoi compagni, Rino Della Negra sarà fucilato il 21 febbraio 1944 nel forte di Mont-Valérien.

Del resto, la sfida tra il calciatore partigiano e la melma nera che terrorizzava l’Europa era cominciata fin da prima della sua nascita. Rino era nato nel 1923 a Vimy, nel nord della Francia, dove i suoi genitori si erano rifugiati in fuga dalle prime persecuzioni del fascismo in Italia. La Gestapo gliela aveva giurata, a lui e a quelli dell’Ftp-Moi, uno dei pochi gruppi armati rimasti nella regione parigina e composto da comunisti spagnoli, italiani, francesi, rumeni, ungheresi, ebrei e polacchi guidati dal leggendario comandante armeno Missak Manouchian. L’assalto al portavalori non era la prima azione armata dell’Ftp-Moi contro nazisti e fascisti, tanto che la Gestapo aveva fatto tappezzare Parigi ed altre città francesi del cosiddetto affiche rouge, il cartello rosso in cui annunciava la detenzione e la fucilazione di 22 membri del gruppo, tra cui Della Negra. Il 7 giugno 1943 il calciatore aveva partecipato all’attentato contro il generale von Apt, conclusosi con la sua esecuzione, tre giorni dopo Della Negra aveva svolto un ruolo di primo piano nell’assalto alla sede parigina del Partito fascista italiano, mentre il 23 giugno 1943 era stata la volta della caserma Guynemer a Rueil-Malmaison a cadere sotto la pioggia di fuoco dei partigiani dell’Ftp-Moi. Fino al 1942, l’anno in cui decise di passare ala clandestinità rifiutando di partire per il Servizio del Lavoro Obbligatorio in Germania, secondo l’ordine imposto dalle SS, Rino Della Negra aveva continuato a giocare a calcio e a svolgere il ruolo di colonna portante della Red Star Olympique, squadra dilettantistica della banlieu parigina che nel 1934 e nel 1938 si era aggiudicata il titolo di campione della Seconda Divisione. Nel 1926 il padre di Rino trovò lavoro ad Argenteuil, a pochi chilometri da Parigi: a 14 anni Della Negra già lavorava come operaio nella fabbrica Chausson à Asnier, ma il suo vero sogno era quello di diventare un giocatore di calcio. Dalle partite giocate in strada, Rino arrivò alla Jeunesse Sportive Argenteuillaise, la prima società dove militò, fin quando non fu ingaggiato dalla Red Star, club fondato nel 1897 da Jules Rimet, il padre della Coppa del Mondo, e che dal 1940 al 1942 avrà tra le sue file il grande Helenio Herrera. Leo Foenkinos, il capitano della Red Star negli anni Quaranta, ricorda che la passione per il football di Rino Della Negra era tale che ogni tanto si presentava agli allenamenti anche nei primi mesi in cui era già entrato in clandestinità, ma i suoi compagni non gli fecero mai domande esplicite sull’Ftp-Moi, poiché sospettavano che il tecnico della squadra fosse un collaborazionista. A capo del III distaccamento dell’Ftp-Moi c’era il cosiddetto “triangolo”, una cellula composta da tre persone che dirigeva l’intero reparto: tra loro un altro italiano, Spartaco Fontanot, anch’esso emigrato in Francia con la famiglia e ucciso al forte di Mont-Valérien (dove dal 2003 sorge un monumento che ricorda i caduti della Resistenza) insieme a Della Negra e ad altri tre antifascisti italiani: Cesare Luccarini, Amedeo Usseglio e Antonio Salvadori. La caratteristica che accomunava i militanti dell’Ftp-Moi era quella di essere in gran parte esuli che avevano raggiunto la Francia in fuga dal nazifascismo ormai imperante in buona parte dell’Europa. Rino Della Negra, uno tra i partigiani più giovani, era molto apprezzato dal comandante del distaccamento, l’armeno Missak Manouchian, giunto in Francia in fuga dal genocidio compiuto dalla Turchia contro il popolo armeno che provocò quasi due milioni di vittime tra il 1915 e il 1918. Falegname di mestiere, in Francia Manouchian aveva frequentato le università operaie della Confédération Générale du Travail (Cgt), era divenuto redattore del giornale del Comitato di soccorso all’Armenia e aveva aderito al Partito Comunista Francese (Pcf). Dal giugno 1942 al novembre 1943 l’Ftp-Moi porterà a termine 229 azioni contro gli occupanti tedeschi, compreso l’attentato al generale delle SS Julius Ritter, ma poi anche Manouchian e i superstiti che erano riusciti a sfuggire alle retate della Gestapo finiranno per essere arrestati e giustiziati il 21 febbraio 1944 a Mont-Valérien, tra cui i componenti del gruppo provenienti da Ivry sur Seine, cittadina nei pressi di Parigi e storica roccaforte del Pcf.

Attualmente, la Red Star Olympique è rinata con la nuova denominazione di Red Star Football Club 93, ha mantenuto come sede storica quella della cittadina di Saint-Ouen, nella banlieu parigina, e milita nel Championnat National, la terza serie del campionato francese: i suoi tifosi, da sempre, uniscono la passione per il calcio a quella politica nel segno dell’antifascismo, dell’antirazzismo e della militanza internazionalista.

 

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info.

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo.  (db)

 

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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