Scor-data: 13 gennaio 1914

Perché uccisero Joe Hill (*)

di d.b.

Casey Jones è un macchinista crumiro. Quando i ferrovieri scioperano compatti lui è sempre lì a lavorare per maggior profitto del padrone e per indebolire i suoi compagni. Tutti lo odiano ma Casey Jones non molla, «ha una marcia in più». Un giorno però il suo treno finisce fuori binario: un normale incidente per mancanza di sicurezza oppure una mano arrabbiata contro i crumiri; chissà. Casey Jones vola in paradiso ma anche lì le cose non vanno bene: gli angeli scendono in sciopero e anche stavolta Casey Jones fa il crumiro. Finché… lo buttano giù pure dalle nuvolette.

Questa è una delle tante canzoni di Joe Hill, orecchiabile e su un ritmo travolgente: ancora oggi, 100 anni dopo, viene cantata nei cortei o negli scioperi (che i media rendono invisibili eppure ci sono) degli Stati Uniti.

Il 13 gennaio 1914 Casey Jones viene arrestato. Lo vogliono morto e così sarà.

Era nato in Svezia, il padre era un ferroviere. Il suo vero nome era Joel Emmanuel Hägglund che poi – nel 1902 emigrò negli Usa – cambierà in Joseph Hillström e abbrevierà in Joe Hill (che suona quasi come Joel). Dietro il cambio di nome forse le prime denunce e persecuzioni politiche successive al 1905, alla sua militanza.

È stato con Woody Guthrie (del quale si è spesso parlato in codesto blog) il più grande cantautore operaio oltre che militante, agitatore, sindacalista. Ma del sindacato “orizzontale”, gli Iww cioè gli Industrial Workers of the World, i celebri Wobblies, che – contrariamente alla tradizione del sindacato negli Usa – vollero e seppero organizzare gente di ogni mestiere, razza e colore (al proposito consiglio i due romanzi di Evangelisti: Su «One Big Union» di Valerio Evangelisti trovate la recensione del secondo).

Quando cantava la rabbia (ma anche l’allegria) proletaria, Joe Hill sapeva di cosa parlava: era stato minatore, spaccalegna, operaio, scaricatore di porto. E a ogni crisi diventava hobo, cioè un vagabondo, viaggiando da clandestino sui treni merci (al riguardo consiglio il film «L’imperatore del nord» anche se si riferisce a un periodo storico successivo) e vivendo in accampamenti- a volte organizzatissimi, più spesso no – di senza casa. Su quei treni “illegali” Joe Hill attraversò l’America, per cercare lavoro ma anche per organizzare chi veniva sfruttato.

Intanto scriveva canzoni che divennero famose negli Usa e poi in mezzo mondo: «Rebel Girl», «The Preacher and the Slave» e appunto «Casey Jones». Oggi a chi è giovane e non sa quasi nulla degli “altri” Stati Uniti, Casey Jones è ignoto (o conosciuto solo per essere un personaggio delle Tartarughe Ninja) ma negli Usa è quasi proverbiale: un giuda per 30 denari, traditore della sua classe.

Lo arrestano – il 13 gennaio del 1914 appunto – per l’omicidio di un negoziante e viene processato su base indiziaria. Eppure Joe Hill quasi non si difende in tribunale forse perché rassegnato alla (in)giustizia di classe, forse perché – ipotizza qualcuno – in una difficile situazione: conosce gli assassini ma sono anche loro negli Iww e non vuole tradirli. Non ci sono prove eppure è condannato a morte. Parte una mobilitazione internazionale ma tutto è inutile: i padroni avevano deciso di eliminare a ogni costo i militanti più noti degli Iww e lo fecero, a volte con i tribunali in processi-farsa e altre negli scontri in piazza dove le loro “milizie” si presentavano armate o addirittura con esecuzioni mirate.

Il testamento politico di Joe Hill è degno della sua vita. Scrive e ripete prima di essere ucciso: «Don’t mourn for me: organize!» (Non piangetemi: organizzatevi!).

E  la sua memoria non si è persa. Nel 1969 Joan Baez, al festival di Woodstock, gli dedica «I Dreamed I Saw Joe Hill Last Night» (cantata anche da Paul Robeson, da Pete Seeger e altre/i). Nel 1971 il film «Joe Hill», diretto dallo svedese Bo Widerberg, vince il premio della giuria al festival di Cannes. Ma soprattutto nei picchetti, anche oggi, c’è sempre negli Usa qualcuna/o che – rivolto a chi non partecipa allo sciopero – gli sussurra o gli canticchia : «Casey Jones, angelo del cielo / Casey Jones vola a testa in giù».

(*) QUESTA RUBRICA

Da ieri ogni giorno (salvo catastrofi sempre possibili) troverete in blog – a mezzanotte e un minuto – una «scordata» 24 ore in anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende un post dedicato alla memoria di una persona, di un’opera o di un evento che – per il “quieto vivere” dell’ideologia dominante – di solito viene dimenticata (o distorta) oppure che, per ignoranza o altro, resta comunque ignorata dai più. Capiterà anche – meno spesso – che si parli di personaggi o eventi notissimi ma per… offrire un altro punto di vista: in polemica dunque con le commemorazioni mutilate, omissive e rimossive, bugiarde, di parte e/o di genere e/o di classe e/o di razza e/o del normodotati-centrismo. Se qualcuna/o vuole aiutare Daniele e gli altri-le altre nell’impresa può prendere contatto su <pkdick@fastmail.it> : sono graditi i “pezzi” – che vengono rigorosamente pagati in zeuri, una moneta immaginaria – ma anche suggerimenti e critiche. Come vedrete le firme saranno varie (i post siglati db ovviamente sono miei) e molto diversi gli stili e le scelte. A volte ne troverete di brevissimi: magari solo una breve citazione, un disegno o una foto.

In che ambito «scor-date»? Di genere molto vario. Per esempio oggi io, sulla data del 13 gennaio, avrei potuto scegliere (nel mio archivio babelico) di lavorare su una di queste date: nel 1435 Eugenio IV condanna la schiavitù; nel 1610 Galileo “vede” Ganimede; nel 1846 inizia la guerra Usa-Messico; nel 1898 il «J’ accuse» di Zola; nel 1915 terremoto ad Avezzano; nel 1928 la linea Maginot; nel 1950 la polizia spara a Venosa; nel 1998 Alfredo Ormando si dà fuoco; nel 2004 inizia a circolare un cd con le foto di Abu Ghraib. Ma chissà quante altre ce ne sono a saper cercare…  Se l’idea delle “scor-date” vi piace linkatele o fatele circolare ma ovviamente citate la fonte: grazie. (db)

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