Scor-data: 13 maggio 2007

La gran menzogna di Ratzinger sugli indios
di d. b. – recuperando un libro di Jean Ziegler (*)

«L’annuncio di Gesù non comportò, in nessun momento, un’alienazione delle culture precolombiane né fu un’imposizione di una cultura straniera». Così disse, nel 2007, l’uomo che si volle chiamare Benedetto (XVI). E’ una delle sue tante bugie, forse la più grande, dal punto di vista storico. Chi provò a smentirlo fu, quasi sempre, censurato dai media.
Eppure non è difficile documentare che in tutte le Americhe accade (con rarissime eccezioni) l’esatto contrario di ciò che Ratzinger sostenne.
Lascio la parola a un libro che, non per caso, si intitola «L’odio per l’Occidente» (tradotto in italiano nel 2010 da Marco Tropea editore): lo ha scritto Jean Ziegler, sociologo e politico svizzero, relatore speciale dell’Onu «per il diritto all’alimentazione» che è stato anche vicepresidente del Comitato consultivo del «Consiglio dei diritti dell’uomo».

Ecco una sintesi di uno dei capitoli di Ziegler, intitolato «Quando i porci erano affamati».
Inizia così.
«Nell’immensa basilica di Aparecida, a metà strada fra Rio de Janeiro e San Paolo, i raggi del sole al tramonto fanno scintillare le vetrate dai colori vivaci. L’edificio è stato costruito in occasione della visita del papa. Costo dell’operazione: 37 milioni di dollari. In questo pomeriggio autunnale, il calore satura l’atmosfera. Figura fragile interamente vestita di bianco, voce tremula, eloquio lento, domenica 13 maggio 2007 Benedetto XVI si rivolge a migliaia di credenti e a 200 cardinali, arcivescovi e vescovi.
Nel suo discorso Joseph Ratzinger dice: “La fede cristiana ha animato la vita e la cultura di questi Paesi durante più di 5 secoli. […] In effetti, l’annuncio di Gesù e del suo Vangelo non comportò, in nessun momento, l’alienazione delle culture precolombiane né fu un’imposizione di una cultura straniera. […] Che cosa ha significato l’accettazione della fede cristiana per i Paesi dell’America latina e dei Caraibi? Conoscere e accogliere Cristo, il Dio sconosciuto che i loro antenati, senza saperlo, cercavano nelle loro ricche tradizioni religiose. Cristo era il Salvatore a cui anelavano silenziosamente”.
Di rado una menzogna storica è stata proferita con altrettanta disinvoltura.
Nel 1550 erano passati 60 anni dalla “scoperta” spagnola delle Americhe. Il massacro degli aztechi e degli aymara e le spaventose carneficine commesse dalla soldatesca iberica inquietarono persino il palazzo reale di Madrid e la corte papale di Roma».
Ne seguì il celebre dibattito teologico (a Valladolid) – che Ziegler riassume nel suo libro – fra Bartolomè de Las Casas, «difensore degli indios», e Juan Gines de Supulveda, «partigiano della tesi della “sub-umanità” degli esseri umani appena scoperti». Ziegler spiega che non c’erano dubbi sul risultato della “controversia”: in ballo c’erano interessi economici troppo grandi.
Ancora Ziegler.
«Si stima che aztechi, incas e maya fossero tra i 60 e i 90 milioni all’arrivo dei conquistadores; un secolo e mezzo più tardi erano rimasti in tre milioni e mezzo […] Per quei “porci affamati” [i conquistadores] che non avevano né cultura né compassione – ma che disponevano di polvere nera, cavalli e spade affilate -. gli astronomi, i contadini, i costruttori, i matematici e i botanici aztechi, aymara, quechua o maya erano solo animali […] Nel 1543 Potosì, nuova città costruita ai piedi del Cerro Rico, era l’insediamento più popoloso delle Americhe e uno dei più ricchi di tutto il mondo occidentale […] Nel corso di 3 secoli a Potosì vennero estratte 40mila tonnellate d’argento. Otto milioni di indios persero la vita in quelle miniere. […] Gines de Supelveda giustifica così la sofferenza degli indios: “Meritano di essere trattati in questo modo perché i loro peccati e le loro idolatrie offendono Dio”. Karl Marx ci offre una spiegazione più realistica: l’accumulazione iniziale del capitale, base dello sviluppo industriale, finanziario e politico dell’Occidente, ha avuto luogo nell’emisfero Sud. Ecco le parole di Marx: “Il capitale viene al mondo grondante di sangue […] In genere la schiavitù velata degli operai salariati in Europa aveva bisogno del piedistallo della schiavitù senza veli nel nuovo mondo”. […] Gli indios si sono dunque “silenziosamente” e “ardentemente sottomessi ai benefici dell’Inquisizione e della conversione forzata al dogma di Roma, come dichiara Benedetto XVI?».
Più avanti Ziegler racconta le mille rivolte contro la schiavitù e il martirio di Tupac Amaru, di Josè Gabriel Condorcanqui (che prese il nome di Tupac Amaru secondo) e di Julian Apaza (Tupac Katari) che al boia disse: «Voi potete uccidermi ma io ritornerò e saremo milioni».
(*) Più volte in blog si è parlato di Jean Ziegler e del suo coraggioso muoversi controcorrente cercando la verità dove regna la menzogna. E più volte le «scor-date» hanno ruotato intorno a questi temi e alle menzogne della Chiesa di Roma e delle altre religioni organizzate.
Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 13 maggio avevo, fra l’altro, queste ipotesi: 1871: legge «Guarentigie»; 1888: abolizione schiavitù in Brasile; 1917: «apparizione» a Fatima; 1960: la Corte Costituzionale sancisce il diritto delle donne ai pubblici uffici; 1964: diga di Assuan; 1972: Parigi, una simbolica Norimberga contro la violenza sessista; 1978: legge Basaglia; 2010: muore Giuseppe Gozzini. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)
TA

Redazione
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