Scor-data: 13 marzo 1914

Giovanni Lilliu, alla scoperta della civiltà sarda

di  Ignazio Sanna (*)

(Foto: http://www.comune.nuoro.it/media/images/ComStampa/2012/ProfGiovanniLilliu.jpg)

Giovanni Lilliu è stato una delle figure più importanti della cultura sarda del Novecento. Se non ci avesse lasciato il 19 febbraio di un anno fa avrebbe compiuto 99 anni il 13 marzo di quest’anno. In occasione dell’anniversario della sua scomparsa l’Università di Cagliari gli ha intitolato la Cittadella dei Musei, che oltre al Museo Archeologico ospita alcune delle principali mostre permanenti della città. Già sede del Regio Arsenale all’epoca del Regno di Sardegna, oggi appartiene all’ateneo cagliaritano, che ha giustamente deciso di omaggiare la figura dello scopritore della Reggia Nuragica di Barumini, (Foto: http://www.lamiasardegna.it/images/storia-atlantide/barumini.jpg)

il comune della Marmilla dove nacque Lilliu. Il complesso nuragico nel 2000 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Professore ordinario di Antichità sarde, l’archeologo fu anche Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, e nel 1990 fu nominato Accademico dei Lincei. Sul finire della sua brillante carriera, nel 2007, fu insignito dell’onorificenza della Regione Autonoma della Sardegna Sardus Pater, la cui denominazione fa riferimento a una divinità nuragica alla quale era dedicato il Tempio di Antas, nei pressi del comune di Fluminimaggiore, nel Sulcis.

Ma Lilliu non è stato soltanto un archeologo. E’ stato anche uno dei principali sostenitori della valorizzazione e della salvaguardia della lingua sarda, assieme a personaggi quali Francesco Masala e Umberto Cardia, in tempi nei quali erano in pochi a condividere questa visione. Pur non essendo questa la sede adatta per approfondire la questione, vale la pena di ricordare come tutte le tematiche legate alla specificità culturale della Sardegna, e la lingua in modo particolare, siano sempre state osteggiate e svalutate dai detentori del potere, almeno a partire dal passaggio dell’isola ai Savoia, se non da prima. Durante il ventennio fascista vennero sostanzialmente bandite perfino le lingue straniere, figuriamoci quelle minoritarie. Con l’avvento della televisione il processo di omogeneizzazione linguistica è proseguito, con il risultato positivo di migliorare la conoscenza e l’uso dell’italiano su tutto il territorio statale, ma con quello negativo di scoraggiare sia l’uso che la conoscenza di sardo, friulano, ladino e altre lingue locali. Attualmente in Sardegna si discute della possibilità di un riconoscimento ufficiale della lingua che ne consenta l’utilizzo anche nei documenti pubblici. La questione è spinosa perché si scontra con le difficoltà che comporterebbe la scelta di una delle varianti principali a scapito delle altre. Ci sono diverse proposte in campo. Non resta che sperare che ne venga fuori qualcosa di buono.

In conclusione possiamo sottolineare come l’omaggio a Giovanni Lilliu sia stato completato da una scultura di Pinuccio Sciola a lui dedicata

e una targa bilingue a ricordo dell’evento

(Foto: http://www.unica.it/pub/7/show.jsp?id=21610&iso=96&is=7).

 

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 13 marzo avevo ipotizzato: 1307: cattura di fra Dolcino; 1663; «ogni cittadino è libero di ammazzare gli zingari»; 1858: ghigliottinato Felice Orsini; 1912: ad Haiti nasce Morisseau-Leroy: 1930: «ufficialmente» scoperto Plutone; 1954: Giap attacca i francesi a Dien Bien Phu; 1965: due morti alla marcia Selma-Montgomery; 1979: muore Graziella Fava nell’incursione all’associazione stampa di Bologna; 1983: Marianela Garcia; 1984: muore Peccei; 1998: ucciso Amori, leader dei Sem terra; 2002: Raffaele Ciriello ucciso in Palestina. E sul 14 marzo queste le ipotesi: 1549: muore Antonio di Cathegero, santo «nero»; 1794: Whitney brevetta la macchina sgranatrice per il cotone; 1879: nasce Einstein; 1883: muore Marx; 1922: con l’arresto di Harry Thuku inizia la lunga lotta in Kenia; 1955: Giulia Occhini condannata; 1972: Feltrinelli muore su un traliccio; 1973: celebre invettiva di Breytenbach; 1978: Israele invade il Libano; 1985: l’Italia ratifica la Cedaw; 1990: si suicida Bruno Bettelheim; 2000: un padroncino dà fuoco a Ion Cazacu; 2007: condanna “teologica” per Sobrino; 2009: Morales espropria i latifondisti e contemporaneamente Veltroni annuncia che andrà in Africa; 2011: Fukushima e lo stesso giorno Gelmini dice che in Italia ci sono più bidelli che carabinieri. E chissà, a cercare un poco, quante altre «scor-date» salterebbero fuori su ogni giorno.

Molte le firme (non abbastanza però per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo un gran bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • L’anno scorso, visitando il nuraghe Albucciu ad Arzachena, ho acquistatovl’ultimo libretto divulgativo scritto da Lilliu, quasi un manuale obbligatorio anche per i turisti per provare a capire la Sardegna nuragica. E’ stata per me anche un’occasione di ricordare la proposta fattami, alla fine anni ’90, di pubblicare un testo tecno-didattico sull’ossidiana di Monte Arci, cosi’ abbandonata culturalmente e materialmente nella sua “capitale, Pau. Scriverlo con Lilliu, come l’editore mi aveva proposto, sarebbe stato un onore. Poi non ne ho saputo piu’ nulla: chissa’ se gliene aveva parlato….

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