Scor-data: 14 giugno 1985

La convenzione di Schengen
una sintesi di Remo Agnoletto (*)

Con l’espressione «Convenzione di Schengen» si fa riferimento a un trattato che coinvolge sia alcuni Stati membri dell’Unione europea sia Stati terzi. Gli accordi, inizialmente nati al di fuori della normativa Ue, ne divennero parte con il Trattato di Amsterdam, e vennero integrati nel Trattato sull’Unione Europea (meglio noto come Trattato di Maastricht).
Gli Stati membri che non fanno parte dell’area “Schengen” sono il Regno Unito e l’Irlanda.
Gli Stati terzi che partecipano a Schengen sono Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein: fra questi Stati e quelli dell’Unione Europea sono ancora possibili controlli doganali per le merci e Iva.
Complessivamente, 26 Stati europei aderiscono quindi allo Spazio Schengen o Zona Schengen. Altri 4 (Cipro, Romania, Bulgaria, Croazia) non hanno ancora attuato nella pratica tutti gli accorgimenti tecnici necessari per aderire all’area Schengen e mantengono i controlli alla frontiera. Discorso in qualche modo opposto per altri 3 Stati. Uno, Monaco, fa parte dell’Area Schengen tramite la Francia. Altri 2 (San Marino e Vaticano) fanno parte di Schengen di fatto in concomitanza con l’entrata in vigore degli Accordi in Italia: con essi il numero degli Stati in cui “c’è Schengen” sale a 29.
Si può definire la «Convenzione di Schengen» come una cooperazione rafforzata all’interno dell’Unione Europea. L’accordo fu firmato – a Schengen che è un comune del Lussemburgo, sul fiume Mosella – il 14 giugno 1985 fra Benelux, Francia e Germania con l’intento di eliminare progressivamente i controlli alle frontiere comuni e introdurre un regime di libera circolazione per i cittadini degli Stati firmatari, degli altri Stati membri della Comunità o di Paesi terzi coinvolti. La «Convenzione di Schengen» completa l’accordo e definisce le condizioni di applicazione e le garanzie inerenti all’attuazione della libera circolazione, firmata il 19 giugno 1990 dagli stessi cinque Stati membri e successivamente entrata in vigore solo nel 1995.
Sia l’accordo che la convenzione di Schengen (con tutte le regole adottate sulla base dei due testi e gli accordi connessi) formano «l’acquis di Schengen». Dal 1999, «l’acquis di Schengen» è integrato nel quadro istituzionale e giuridico dell’Unione Europea in virtù di un protocollo allegato al trattato di Amsterdam.
Gli accordi di Schengen sono stati estesi nel tempo agli altri Stati membri: l’Italia ha firmato gli accordi nel 1990, la Spagna e il Portogallo nel 1991, la Grecia nel 1992, l’Austria nel 1995 mentre Finlandia, Svezia e Danimarca (attraverso un adattamento dello statuto particolare) si sono aggiunti nel 1996. Per quanto riguarda l’eliminazione dei controlli alle frontiere degli Stati dell’Ue che hanno aderito all’«acquis di Schengen» devono attendere la decisione del Consiglio dell’Unione europea.
Anche due Paesi terzi, l’Islanda e la Norvegia, fanno parte dello spazio di Schengen dal 1996. La loro partecipazione al processo decisionale è tuttavia limitata. La Svizzera ha aderito per le frontiere di terra il 12 dicembre 2008. Il Liechtenstein ha aderito il 19 dicembre 2011.
I nuovi Paesi membri Ue dal 2004 e dal 2007 sono obbligati a entrare nello spazio Schengen, ma per 4 di essi l’accordo non è ancora entrato in vigore: gli altri Paesi Ue hanno ottenuto un periodo transitorio prima di avviare la libera circolazione delle persone; inoltre i nuovi Paesi membri devono dotarsi di tutte le infrastrutture adeguate a implementare il sistema di informazione Schengen.
Il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda non hanno aderito al Trattato di Schengen per svariati motivi:
hanno leggi di immigrazione (in particolare il Regno Unito) differenti e molto più permissive rispetto al resto d’Europa;
gli organismi di controllo dei passaporti non sono forze di polizia (ma personale civile con poteri limitati) mente le frontiere esterne “Schengen” devono essere gestite da polizia o polizia militare;
i due Paesi applicano già il Common Travel Area che rimuove le frontiere fra loro, per aderire al Trattato di Schengen dovrebbero rinegoziare tale accordo;
la questione legata alla sovranità sulle Isole del Canale e l’isola di Man (non fanno parte del Regno Unito, ma sono una dipendenza della Corona britannica. Il libero mercato è solo con il Regno Unito);
entrambi i Parlamenti hanno avuto una certa ostilità sul funzionamento di Schengen.
Due microstati (San Marino e Città del Vaticano) non hanno firmato il trattato, ma aderiscono indirettamente all’accordo in quanto non hanno barriere doganali con l’Italia. Però la Santa Sede ha espresso il desiderio di firmare il trattato ed entrare così nell’accordo ufficialmente.
Gli obiettivi:
Abolizione dei controlli sistematici delle persone alle frontiere interne dello spazio Schengen.
Rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne dello spazio Schengen.
Collaborazione delle forze di polizia e possibilità per esse di intervenire in alcuni casi anche oltre i propri confini (per esempio durante gli inseguimenti di malavitosi).
Coordinamento degli Stati nella lotta alla criminalità organizzata di rilevanza internazionale (per esempio mafia, traffico d’armi, droga, immigrazione clandestina).
Integrazione delle banche dati delle forze di polizia (il Sistema di informazione Schengen, detto anche Sis).
Organismi
La cooperazione intergovernativa era gestita da un Comitato Esecutivo, dotato di Segretariato. La firma del Trattato di Amsterdam nel 1997 ha portato all’integrazione degli accordi di Schengen nell’Acquis comunitario, attraverso un protocollo addizionale. Perciò dal 1º maggio 1999 il Consiglio dell’Unione Europea è subentrato al comitato esecutivo istituito dagli accordi di Schengen. Dal 1999 quindi, gli Stati che divengono membri dell’Unione Europea sono vincolati a recepire nella totalità l’acquis di Schengen, sebbene le sue disposizioni vengano applicate gradatamente.
In Italia l’organo preposto al controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen è il Comitato parlamentare apposito che vigila anche sull’attività di Europol, sul controllo e la vigilanza in materia di immigrazione.
Il 21 dicembre 2007 sono entrati nello spazio Schengen nove dei dieci Paesi entrati nell’Ue nel 2004 (resta fuori Cipro). A partire da tale data sono stati quindi rimossi i controlli di frontiera terrestri e marittimi mentre quelli negli aeroporti sono stati mantenuti fino al 30 marzo 2008. Tale proroga è stata concessa per dar modo di riorganizzare gli scali aerei.
L’eliminazione di ogni controllo di dogana sarà oggetto di ulteriori determinazioni dei ministri degli interni dei Paesi Ue. Mancano all’appello anche Romania e Bulgaria entrati nell’Uinione Europea nel 2007.
La Svizzera, che non fa parte dell’Ue, ha aderito al trattato nel 2004 che, dopo ripetuti rinvii, è entrato in vigore il 12 dicembre 2008 (per i confini terrestri) e il 29 marzo 2009 (per gli aeroporti). Il Liechtenstein, che aveva il confine con la Svizzera aperto, ha firmato gli accordi per mantenere tale situazione. Il 28 febbraio 2008 ha firmato un accordo per l’integrazione formale nello spazio Schengen, ratificato nel marzo 2011; dopo un processo di valutazione, la sua adesione è avvenuta il 19 dicembre 2011.
Islanda e Norvegia non sono nell’Ue ma insieme a Danimarca, Finlandia e Svezia fanno parte dell’Unione Nordica dei passaporti che aderisce allo spazio Schengen.
Ogni Stato sottoscrittore dell’accordo può sospendere l’uso del trattato per un limitato periodo e per specifici motivi. Solitamente accade quando uno Stato vuole rafforzare le misure di sicurezza per “importanti eventi”.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 14 giugno avevo, fra l’altro, queste ipotesi: 1869: accoltellato Lobbia; 1913: centomila donne ai funerali di Emily Wilding Davidson; 1928: nasce il Che; 1966: dopo 4 secoli abrogato Indice libri proibiti; 1968: muore Quasimodo; 1979: muore Demetrio Stratos; 2002: muore Yudenia Martinez. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

Remo Agnoletto

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