Scor-data: 14 ottobre 1927

Gli errori della geografia: trovato il petrolio in Iraq

di Eduardo Galeano (*)  

«La guerra in Iraq nasce dalla necessità di correggere l’errore che la geografia aveva commesso quando mise il petrolio dell’Occidente sotto le sabbie dell’Oriente. […] Numerose gesta belliche ha compiuto e continuerà a compiere “la merda del diavolo” come le male lingue chiamano l’oro nero.

[…] Quando l’Iraq non era ancora l’Iraq, nacquero là le prime parole scritte. Sembrano orme di uccello. Mani abili le disegnano, con cannucce affilate, sull’argilla. […] Ai nostri giorni George W. Bush, forse convinto che la scrittura fosse stata inventata in Texas, ha scatenato con allegra impunità una guerra di sterminio contro l’Iraq. Ci sono state migliaia e migliaia di vittime, e non solo di gente in carne e ossa. E’ stata assassinata anche molta memoria. Numerose tavolette di fango, storia viva, sono state rubate o distrutte dai bombardamenti. Una delle tavolette diceva: Siamo polvere e nulla. Tutto quel che facciamo non è altro che vento.

[…] Quando il presidente George W. Bush invase l’Iraq dichiarò che la guerra di liberazione delle isole Filippine era il suo modello. Entrambe le guerre erano state ispirate dal cielo. […] A quel tempo lo scrittore Ambrose Bierce constatò: “La guerra è il cammino che Dio ha scelto per insegnarci la geografia”. E il suo collega Mark Twain, dirigente della Lega antimperialista, disegnò una nuova bandiera nazionale, che ostentava piccoli teschi al posto delle stelle.

[…] Pare che Churchill abbia detto: “La Giordania fu un’idea che mi venne in primavera, alle 4 e mezza del pomeriggio”. Nel mese di marzo del 1921, in soli tre giorni, il ministro delle Colonie Winston Churchill e i suoi 40 consiglieri inventarono una nuova cartina del Medio Oriente, crearono due Paesi, li battezzarono, designarono i loro monarchi e disegnarono le loro frontiere con un dito nella sabbia. Fu chiamata Iraq la terra abbracciata dai fiumi Tigri ed Eufrate, il fango dei primi libri, e si chiamò Giordania il nuovo Paese amputato dalla Palestina.

[…] Parigi, primavera 1937: Pablo Picasso si sveglia e legge. Il caffè gli si raffredda nella tazza. L’aviazione tedesca ha raso al suolo la città di Guernica. […] Molti anni dopo, a New York, Colin Powell pronuncia un discorso alle Nazioni Unite, annunciando l’imminente distruzione dell’Iraq. Mentre parla, il fondo della sala non si vede, Guernica non si vede. La riproduzione del quadro di Picasso, che arreda la parete, è stata completamente ricoperta da un enorme panno azzurro. Le autorità delle Nazioni Unite hanno deciso che quello non è lo sfondo più adeguato per la proclamazione di una nuova strage».

(*) Questo è un montaggio di alcuni brevi racconti “iracheni” che Galeano ha pubblicato in «Specchi» (edito da Sperling & Kupfer, nel 2008; traduzione italiana di Marcella Trambaioli) un libro che consiglio a chi si appassiona di storia, di giornalismo vero cioè non asservito ai poteri e di mondi sottosopra.

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

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