Scor-data: 16 dicembre 2010

Perché uccisero Marisela

di Flavio Lotti (*)  

Voglio partecipare a questa giornata straordinaria di mobilitazione contro la violenza sulle donne con un ricordo. Il ricordo di una donna straordinaria uccisa da una violenza inaudita che nessuno ha ancora voluto fermare.
E’ stata la prima a parlarmi del femminicidio, nel 2007, quando venne a Perugia per partecipare alla Marcia per la pace Perugia-Assisi e all’Assemblea dell’Onu dei popoli. Si chiamava Marisela Ortiz.

Marisela era un’insegnante psicologa messicana. Una donna a cui un giorno viene sequestrata, torturata, seviziata e ammazzata la figlia di 17 anni, Rubi. Una donna che, nonostante il dolore straziante e l’inazione complice della polizia, decide di ribellarsi, di cercare la verità, i resti della figlia e gli assassini. Marisela è determinata, non ha più paura di niente e riesce a consegnare il colpevole alla polizia. L’assassino viene arrestato, ammette le sue colpe, indica la discarica alla periferia della città dove sono sparsi i pezzi del corpo di Rubi. Ma poco dopo tre giudici corrotti lo liberano per mancanza di prove. Marisela comincia così una nuova vita. Riunisce altre donne, fonda un’associazione contro i femminicidi a Ciudad Juárez, organizza manifestazioni, denuncia i silenzi, le complicità, riceve continue minacce di morte. Fino al giorno che in cui le minacce diventano realtà. Marisela viene freddata con un colpo di pistola sulla testa il 16 dicembre 2010 mentre partecipava ad una manifestazione davanti all’ufficio del governatore di Ciudad Juarez.
Ancora oggi il suo assassino e i suoi mandanti sono senza nome.
Marisela era una donna semplice che aveva deciso di non lasciarsi piegare dalla violenza e dalla paura. Marisela era una donna che aveva deciso di non fermarsi in superficie ma di andare alle radici della violenza, laddove più forte è l’intreccio tra le mafie, la criminalità organizzata e il potere politico. Marisela aveva scelto di rispondere con la nonviolenza. Era diventata un difensore dei diritti umani. Ricordo ancora il calore del suo sorriso, il coraggio delle sue parole e la serenità del suo sguardo.
Possa il suo calore, il suo coraggio e la sua serenità aiutarci a continuare, ogni giorno, tutti i giorni, in ogni dove di questo nostro mondo il suo impegno contro tutte le forme di violenza sulle donne, per la giustizia e il rispetto dei diritti umani.

(*) Questo testo di Flavio Lotti circolò in rete intorno al 14 febbraio 2013, giornata mondiale contro il femminicidio.

L’8 aprile 2011 il settimanale «Internazionale» ospitò un articolo su Marisela del giornalista e scrittore messicano Juan Villoro. Nell’articolo – che era intitolato«Due donne messicane con lo stesso nome» – si racconta di due diverse Marisela, entrambe messicane. La prima è Marisela Morales Ibanez, viceprocuratrice per le inchieste speciali sul crimine organizzato (che l’8 marzo 2011 ha ricevuto a Washington il premio International Women of Courage 2011); la seconda è la Marisela di cui racconta qui sopra Lotti che però Villoro chiama Marisela Escobedo. E l’articolo di Villoro conclude così: «Tra le sfide della viceprocuratrice c’è quella di arrestare l’assassino di una donna che portava il suo stesso nome, una donna che ha lottato contro la violenza lontano dalle auto blindate, in una terra desolata, in un luogo dimenticato e normale. La patria dell’altra Marisela: il Messico».

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 16 dicembre fra l’altro avevo ipotizzato: 1838: i boeri sconfiggono gli zulu; 1862: commissione segreta sul brigantaggio; 1901: nasce Margaret Mead; 1917: nasce Clarke; 1928: nasce Dick; 1942: decreto anti-zingari di Hitler; 1974: parte il messaggio «c’è qualcuno lassù?»; 2010: il tribunale di Milano dichiara ammissibile la Class Action (contro la Voden Medical): è la prima volta in Italia.E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

 

Redazione
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