Scor-data: 17 aprile 1733

di Valentina Bazzarin*

Lei: “Amore, quando avremo un bambino…”
Lui: “E’ una domanda? La risposta la sai. Quando avremo un lavoro. Siamo tutti e due precari.”
Lei: “Si, ma io se aspetto di diventare professore associato campa cavallo… i ricercatori dopo la Gelminidiozia sono tutti a tempo determinato. Ho 33 anni e mi chiamano ancora giovane. Comunque non era una domanda, vorrei avere dei bambini, lo sai.”
Lui: “Si, forse ho qualche speranza in più io come tecnico. Poi tu se vuoi fare carriera devi concentrarti, scrivere e pubblicare.”
Lei: “Se tu mi dessi una mano in casa, magari sarebbe più facile”
Lui: “No devi solo fare meno cose e concentrarti sulla ricerca. Non puoi avere tutto e fare tutto. Non puoi riuscire a concentrarti”
Lei: “Ok, ricomincio. Amore, SE avremo un bambino o una bambina vorrei dare a lei o a lui un nome con una storia. Per esempio se fosse una bambina vorrei chiamarla Laura, come Laura Bassi”
Lui: “Perché? Che cosa ha fatto di tanto importante?”

Il 17 aprile di quasi tre secoli fa Laura Bassi fu la prima donna in Europa a poter insegnare biologia e fisica in un’aula universitaria. La bella storia di questa donna del Settecento per me è d’ispirazione e spero anche sia di buon auspicio; oggi nel 2013 il traguardo raggiunto da questa studiosa sembra paradossalmente quasi irraggiungibile. Ai vincoli formali di ieri, quando il genere di uno scienziato ne determinava formalmente l’esclusione dalla docenza in aula, se non previa concessione da parte del Senato Accademico e della Curia, sono stati sostituiti numerosi vincoli culturali e un boicottaggio costante, ma subliminale basato sul mantra “‘nonpuoifaretuttononpuoiaveretutto”.

Laura Maria Caterina Bassi Verratti, nata a Bologna, il 29 ottobre 1711 e deceduta il 20 febbraio 1778, non ha rinunciato proprio a nulla. Se si fosse accontentata di restare sola, se avesse rinunciato a sposarsi per dedicarsi solamente agli studi come una “scienziata di clausura” o avesse scelto un profilo clandestino per le sue ricerche, non insistendo per il riconoscimento da parte dell’università dell’attività svolta dagli studenti nel suo gabinetto per la ricerca, la sua storia sarebbe stata importante, ma non singolare. La straordinarietà della vita di Laura Bassi non risiede solo nell’ostinazione necessaria per farsi attestare come scienziata prima e come docente poi, di farsi rispettare da uomini di scienze, di fede e di cultura per l’intuizione e l’erudizione, ma nella serena decisione di essere anche moglie di un collega scienziato e madre dei 5 bambini cresciuti dopo le 8 gravidanze, di non dare troppo peso ai pettegolezzi o alle dicerie e di non scoraggiarsi con le delusioni. Nessuna concessione, nessuna rinuncia, nessuna negoziazione, nessun rimpianto. Solidità, determinazione non ottusa e abnegazione non cieca. Penso spesso che il girone degli accidiosi deve essere ben poco frequentato da donne, soprattutto da quelle che hanno utilizzato la cultura uso per contribuire, attraverso l’attività di scienziate e di docenti universitarie, allo sviluppo culturale e intellettuale della società in cui han vissuto.

Nella pagina web dedicata alla biografia di Laura Bassi sul sito dell’omonimo Liceo Linguistico, delle Scienze Umane e Musicale Bolognese leggiamo:

Fra i suoi estimatori e sostenitori anche il concittadino Cardinale Lambertini, divenuto poi Papa con il nome di Benedetto XIV. Nel 1738 Laura sposò il medico Giuseppe Veratti ed ebbe otto figli che educò personalmente pur non rinunciando, nel frattempo, alla ricerca e agli studi. Fu considerata dai contemporanei donna dotata di grande intelligenza e capacità, ugualmente preparata in latino, logica, metafisica, filosofia naturale, algebra, geometria, greco e francese. Il suo successo suscitò molta invidia, critiche scientifiche e pettegolezzi personali, ma Laura Bassi ricevette anche attestati di stima da parte di filosofi e di ricercatori italiani e stranieri. Fu in contatto, infatti, con i più importanti studiosi del suo tempo, da Volta a Voltaire.
Nel 1776 ebbe la cattedra di fisica sperimentale nell’Istituto delle Scienze fondato da Marsili. Morì il 20 febbraio 1778 e fu sepolta nella chiesa del Corpus Domini, vicino alla tomba di Luigi Galvani.

Il dibattito sui filtri basati sul genere nell’accesso al dibattito scientifico è di estrema attualità nel mondo scientifico, ma difficile soluzione, nonostante ci siano state suffragette, femministe, l’8 marzo ogni anno, Femen, politiche di conciliazione, quote rosa e via difendendo e opzionando posti e ruoli per le donne. La prestigiosa rivista Nature, ha dedicato ampio spazio al tema e nella sezione del sito Women presenta un’immagine in copertina che richiama ancora una volta il lavoro di Laura Bassi sull’elettricità: una donna circondata da un alone di scintille.

I racconti dei suoi allievi lasciano intuire come Laura Bassi fosse femminile anche nella filosofia di insegnamento e spiegasse prima attentamente la teoria e poi passasse alle dimostrazioni sperimentali. Le parole che vengono scelte per descriverla in aula sono

competenza, completezza […], ma anche con affabilità, mentre alla Laura Bassi fisico si deve un considerevole contributo all’approfondimento e alla diffusione della Fisica newtoniana, ed in generale, della Fisica moderna, non aristotelica, della sua epoca.

Durante le celebrazioni del 2011, a trecento dalla nascita, la città di Bologna la omaggio’ con un ampio tributo, con mostre, apertura di archivi, restauri e producendo un documentario sulla sua vita, di cui vi consiglio la visione e vi anticipo il trailer. Il documentario è intitolato Laura Bassi, una vita straordinaria, diretto da Enza Negroni e Francesca Mazza, prodotto da Valeria Consolo in collaborazione con l’Agenzia Informazione e Ufficio Stampa della Giunta regionale, Legacoop Commissione Pari Opportunità Emilia Romagna, Fondazione Barberini, Coop Adriatica, Fondazione Unipolis, Agda.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=KOFoF-S3fk4]

(*) Valentina Bazzarin è ricercatrice precaria al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali all’Università di Bologna e sogna di spera un giorno di poter ricercare, condividere i saperi ed insegnare libera dalle urgenze e dalle scadenze (altrui).

D.B. ricorda – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata», di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante ignora, preferisce dimenticare o rammenta “a rovescio”.

Molti i temi possibili.  Molte le firme e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevissimi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare mettetevi in contatto.

Valentina Bazzarin
Valentina Bazzarin lavora stabilmente come ricercatrice precaria (assegnista) all'Università di Bologna sin dal 2009, anno in cui ha ottenuto il Dottorato in Psicologia Generale e Clinica. Collabora in maniera saltuaria con la Bottega e con il Barbieri, scrivendo e descrivendo quel che vede e pensa durante i suoi numerosi viaggi.

Un commento

  • Questa «scor-data» di Valentina Bazzarin mi ha fatto tornare alla memoria un appunto che avevo scritto – e si era perso chissà dove – per il 31 ottobre 2011 cioè per i 200 anni dalla nascita di Laura Bassi e le relative iniziative a Bologna per ricordarla. L’ho ritrovato e già che ci sono lo ho postato in blog a quella data, 31 ottobre 2011 appunto (db)

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