Scor-data: 17 aprile 1996

Brasile: il massacro dei sem terra a Eldorado dos Carajás

di David Lifodi (*)  

Il 17 aprile 1996 rappresenta una delle date più nere per il movimento contadino latinoamericano: quel giorno 19 campesinos brasiliani appartenenti ai Sem Terra furono uccisi dalla polizia militare in quello che è passato alla storia come il massacro di Eldorado dos Carajás. I  militanti dell’Mst avevano occupato la strada rodoviaria PA- 150 per protestare contro il governo dello stato, insensibile alle necessità dei contadini di fornire loro i mezzi di trasporto necessari per recarsi a Belém, la capitale del Pará, a negoziare con l’Incra (l’ Instituto Nacional de Colonização e Reforma Agrária) per vedersi riconosciuto il diritto a rimanere nella fazenda Macaxeira, 35mila ettari, occupata da circa 1500 famiglie.

Eldorado dos Carajás si trova nel sudest del Pará: lì la polizia intervenne con una violenza inusitata. Rimasero feriti 69 Sem Terra e altri due morirorno nei giorni successivi. Le testimonianze, raccolte nel libro dello scrittore Eric Nepomuceno, O Massacre – Eldorado dos Carajás: uma Historia de Impunidade, sono sconvolgenti. Si trattò di un’azione premeditata, in uno stato dove le ingiustizie sociali e gli episodi di violenza ai danni dei campesinos per la questione agraria hanno sempre trovato terreno fertile nella più completa impunità. Lo scopo era quello di dare una spallata al Movimento Sem Terra, non a caso ben 13 dei manifestanti assassinati avevano ruoli di direzione e coordinamento all’interno dell’Mst.  Per la mattanza di Eldorado dos Carajás solo due persone sono state condannate, ma non è mai stata fatta luce sulla catena di comando che decretò l’aggressione contro il blocco stradale dei Sem Terra.Al termine di un estenuante quanto accidentato iter giuridico, il colonnello Mário Colares Pantoja e il suo braccio destro, José Maria Pereira de Oliveira, sono stati condannati rispettivamente a 228 e 158 ani di prigione, sebbene il codice penale brasiliano non preveda pene superiori ai 30 anni di reclusione.  Entrambi guidarono l’attacco militare, ma i quasi 150 poliziotti che dirigevano non hanno scontato nemmeno un giorno di carcere: tutti non colpevoli, nonostante si siano resi responsabili di vere e proprie esecuzioni a sangue freddo. La giustizia ingiusta del Pará non stupisce: è molto raro che i responsabili di episodi del genere, sia i mandanti sia gli autori materiali dei delitti, paghino per i loro crimini, e anche se condannati, difficilmente giungono a scontare la pena. Secondi dati divulgati dalla Commissione Pastorale della Terra (Cpt), dal 1985 ad oggi sono stati uccisi almeno 1700 contadini in conflitti agrari, ma solo 21 sono stati i mandanti condannati. Tra questi, per fortuna, il fazendeiro Vitalmiro Bastos Moura, autore morale dell’assassinio di Suor Dorothy Stang, la religiosa statunitense che ha dedicato la sua vita a lottare per la riforma agraria a fianco di indigeni e contadini uccisa nel febbraio 2005. Difficilmente la verità sulla strage di Eldorado dos Carajás verrà fuori. Almir Gabriel, allora governatore del Pará, è morto lo scorso 19 febbraio: aveva 80 anni e si è portato i segreti di quella mattanza nella tomba. Come mai non è stato chiamato in tribunale, quantomeno a testimoniare come persona informata sui fatti? È presumibile che l’ordine di attaccare la manifestazione degli oltre 2500 contadini senza terra, tra cui anche donne, anziani e bambini, sia venuto proprio da lui, ma la giustizia ha ritenuto evidentemente che la sua testimonianza non fosse utile ai fini della (pseudo)inchiesta. Nessuna richiesta di presentarsi in tribunale anche per due tra i più stretti collaboratori di Almir Gabriel: Paulo Sette Camâra, una sorta di ministro degli Interni dello stato, e Fabiano Lopes, comandante generale della polizia militare paraense, famosa in tutto il paese per proteggere i grandi proprietari terrieri. Inoltre, al Tribunal de Justiça del Pará sono successe altre “stranezze”. La maggior parte dei giudici convocati per lavorare sul caso ha rifiutato l’incarico, esclusa Eva do Amaral Coelho, che lo aveva accettato dichiarando provocatoriamente di non temere il Movimento Sem Terra. Alla fine il giudice incaricato di indagare sul massacro di Eldorado dos Carajás è stato Roberto Moura, il cui metro di giudizio non può che essere definito riprovevole: l’accusa aveva a disposizione non più di 90 secondi di tempo per imputare i quasi 150 poliziotti agli ordini del colonnello Pantoja. Il processo si è rivelato una farsa, e solo due militari sono stati condannati. Non è finita qui. In questa brutta storia non poteva mancare la multinazionale leader dell’estrazione mineraria, la Vale do Rio Doce, all’epoca ancora un’impresa statale. Sembra infatti che fu la Vale a pagare all’azienda di trasporti Transbrasiliana gli autobus che trasportarono i militari a Eldorado dos Carajás. Nel Pará, come del resto in tutto il Brasile, si confrontano due modelli di sviluppo molto differenti l’uno dall’altro.  Le morti dovute ai conflitti per la terra sono causate da una sete di sviluppo escludente, che privilegia i grandi produttori, sostiene la monocoltura e intende ridurre i contadini gli indigeni, il sottoproletariato urbano, gli afrodiscendenti e i piccoli agricoltori in schiavitù, non a caso, ancora oggi, una delle maggiori piaghe del Brasile contemporaneo. Dall’altra parte resiste in qualche modo il modello del movimento Sem Terra, che insiste con tenacia e coraggio sulla strada della riforma agraria, ma è in generale la concentrazione di risorse e potere che rende il Brasile uno dei paesi più diseguali al mondo. L’accaparramento della terra è un fenomeno sempre più diffuso anche a livello urbano, con gli sgomberi ai danni delle comunità che abitano in zone soggette alla riqualificazione immobiliare in vista dei mondiali di calcio previsti per il 2014 e i giochi olimpici a Rio de Janeiro in programma nel 2016.

Per non lasciare che la strage di Eldorado dos Carajás cada nell’oblio, dal 16 aprile 1997 il Movimento Sem Terra organizza ogni anno l’Abril Vermelho (l’Aprile Rosso), un mese di jornadas de lutas per  sensibilizzare la società civile, ma soprattutto le istituzioni, su una riforma agraria da sempre disattesa indipendentemente dal colore del presidente in carica al Planalto e dalla maggioranza prevalente al Congresso.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 17aprile avevo ipotizzato:1506: massacro di «marrani» a Lisbona; 1733: Laura Bassi è la prima donna in Europa a insegnare biologia e fisica; 1790: muore Benjamin Franklin; 1916: nasce Sirimavo Bandaranaike; 1961: inizia l’operazione Usa a Baia dei porci; 1965: grande manifestazione Sds contro l’escalation di Johnson; 1975: khmer rossi a Phnom Penh, inizia l’orrore; 1989: nasce «Blob»; 1991: Pietro Maso e soci (il logico risultato di ignoranza e soldi cantarono all’epoca i Pitura Freska); 2012: modificato l’articolo 81 (quello sul bilancio) della Costituzione. E chissà, a cercare un poco, quante altre «scor-date» salterebbero fuori su ogni giorno.

Molte le firme (non abbastanza per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

Redazione
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