Scor-data: 17 febbraio 1848

Scor-data: 17 febbraio 1848

di R. Malvina La Rosa (*)

Il 17 febbraio è giorno di festa per la Chiesa valdese: in quella data, nel 1848, furono promulgate dal re Carlo Alberto di Savoia le «Lettere Patenti» con le quali i Valdesi furono ammessi«a godere di tutti i diritti civili e politici de’ Nostri sudditi; a frequentare le scuole dentro e fuori delle Università, ed a conseguire i gradi accademici. Nulla è però innovato quanto all’esercizio del loro culto ed alle scuole da essi dirette».

Dunque fu un atto di libertà per gli abitanti delle «valli-ghetto» a sud-ovest di Torino: grazie a ciò, essi divennero cittadini e sudditi del regno, non furono più un popolo segregato e isolato sulle montagne, spogliato di ogni diritto; tuttavia fu un atto limitato, poiché non comprendeva la libertà religiosa, dato che il cattolicesimo romano restava l’unica confessione di Stato dichiarata dallo Statuto albertino.

Siamo nel 1848, anno carico di tensioni rivoluzionarie, denso di sviluppi in tutta Europa, e la scelta del Regno di Savoia deve essere letta in tale contesto storico, ma il “magnanimo” Carlo Alberto, come fu definito in seguito da molti, magnanimo non lo era stato davvero: in linea con il suo carattere titubante e incerto, si era deciso alla firma delle «Lettere» quasi costretto dalla pressione su di lui esercitata dal marchese Roberto D’Azeglio che, negli anni precedenti, con impegno, aveva sensibilizzato l’opinione pubblica torinese creando un vivace fermento, alimentato dalla stampa, da un movimento di pensiero popolare e dal supporto di personalità come quelle di Vincenzo Gioberti, di Cavour e di Cesare Balbo, che firmarono (insieme a centinaia di altri notabili) nel 1847 una petizione rivolta al re a favore dei Valdesi e degli Ebrei.

Ciò nonostante, il passo fu importante e fondò la svolta definitiva verso il riconoscimento della piccola Chiesa protestante, tanto vessata nei secoli, quanto significativa nel suo resistere ed esistere in una nazione, la penisola italica, da più di un millennio dominata direttamente e indirettamente dalle forze e dagli interessi della curia romana. E credo proprio attraverso le sanguinose persecuzioni, perpetrate nel tempo a più riprese (non solo in Piemonte, ma pure in Calabria, dove esisteva una comunità valdese piuttosto ampia, fino al suo annientamento avvenuto nel XVI secolo), i Valdesi si costituirono come «popolo», in difesa della propria identità religiosa, culturale, linguistica: popolo di cristiani evangelici, con orgoglio affrancati dall’autorità papalina, di antica tradizione italo-provenzale, di lingua occitana.

Dopo lunghi e dolorosi periodi di carcerazioni, espulsioni, repressioni, torture, di lotte e scontri, finalmente, a metà del XIX secolo, avvenne la svolta e da essa nacque la memoria della nostra festa della Libertà: in quella lontana sera del 1848, quando giunse alle valli la notizia delle «Lettere Patenti», su tutte le montagne della zona furono accesi moltissimi falò, a testimoniare la gioia di chi che, per centinaia d’anni, era stato perseguitato e spogliato di tutti i diritti civili e politici.

Così da allora, ogni anno, la sera del 16 di febbraio le Valli sopra ed intorno a Pinerolo (Val Pellice, Val d’Angrogna, Val Germanasca, Val Chisone) si illuminano di tanti piccoli e grandi fuochi, attorno ai quali si radunano in allegria uomini e donne, giovani e vecchi, bambini di tutte le età, per ricordare un momento fondamentale del passato non solo valdese ma (oggi più che mai bisogna affermarlo) italiano ed europeo. Anzi, credo si possa dire con serenità che la storia della Chiesa valdese e del suo popolo – pur nell’indiscutibile marginalità territoriale, ma forte degli intensi rapporti con le “avanguardie” civili e religiose rappresentate da città come Ginevra o Strasburgo – ha contribuito a formare parte di quell’identità e di quella cultura del rispetto e della libertà di coscienza, che appartengono alla storia d’Europa.

L’Italia, certo, anche dopo l’Unità, non è sempre stata generosa ed evoluta in tale senso tuttavia, nel moto perenne della Storia, la lotta per la conquista delle libertà – perché le forme della libertà sono tante e tutte devono essere coniugate con i princìpi di «rispetto giustizia ed uguaglianza», in altro modo si degenera in arbitrio – ha avuto fasi alterne e difficili, che testimoniano l’impegno a cui ciascuno di noi è chiamato quotidianamente, sia esso credente agnostico o ateo: non dimenticare le conquiste sociali e umane ottenute continuando a difenderle dalle aggressioni, come se fossimo in lotta perenne contro un nemico invisibile.

Oggi la festa del 17 febbraio continua a rimanere un momento fondamentale della memoria storica valdese, tuttavia l’attiva e concreta presenza delle sue chiese su tutto il territorio italiano, la laicità di pensiero nella vita civile, la forza di affrontare le sfide etiche del terzo millennio in modo critico (e non dogmatico a-prioristico) hanno fatto sì che questa comunità si aprisse a persone nuove, di formazione e cultura eterogenee che, negli ultimi decenni, sono entrate a farne parte; e mi piace osservare che la nostra Festa ha ampliato le sue prospettive, assumendo una polisemia che, dalla memoria storica di un popolo, si allarga all’attualizzazione del messaggio di cui quel medesimo popolo è stato messaggero: la libertà.

Libertà di credere o di non credere, perché forse è sulla linea di confine che possiamo avvicinarci alla Verità.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – o anche due, come oggi – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione la gente “per bene” ignora, preferisce dimenticare o rammenta a rovescio. Molte le firme e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevissimi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • Ho sempre nel mio cuore la Solidarieta vera e concreta dei Valdesi:quando la celere ci massacrava nelle strade e nelle piazze (soprattutto intorno a piazza Cavour dove andavo al classico Dante Alighieri) le porte della loro chiesa erano sempre aperte per tutti. Che il Vostro Dio vi abbia in gloria. (scritto da un Anarchico Ateo). Marco Pacifici.

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