Scor-data 18 maggio 1895

Nicaragua: nasce Augusto César Sandino

di David Lifodi (*)

Il 18 maggio 1895 nasceva uno degli uomini che ha fatto la storia del Nicaragua e del Centroamerica: Augusto César Sandino fu uno dei primi oppositori alla politica degli Stati Uniti, che consideravano l’America di sotto come il patio trasero.

Come avrebbe fatto Ernesto Che Guevara molti anni dopo, Sandino viaggiò per il continente, anche se principalmente nei paesi centroamericani e non in Latinoamerica: tra il 1920 e il 1923, spinto dalla necessità di guadagnarsi da vivere, lavora alla frontiera con il Costarica e poi in Honduras e Guatemala, dove trova un impiego nelle piantagioni di United Fruit, la compagnia Usa leader nella produzione e nella commercializzazione delle banane e padrona in tutto e per tutto del Centroamerica, tanto da imporre governi e orientamenti politici in base al proprio tornaconto personale.  In seguito, giungerà in Messico, e lì lavorerà per alcune imprese petrolifere. Durante il suo girovagare per questi paesi, Sandino aveva stretto legami con dirigenti sindacali, militanti anarchici e socialisti, leader delle organizzazioni operaie, oltre  a toccare con mano la miseria in cui viveva gran parte della popolazione. Lui stesso aveva sperimentato cosa voleva dire dover lavorare ogni giorno per portare  a casa qualcosa da mangiare: fin da giovanissimo aveva aiutato la madre, che si guadagnava da vivere come domestica e operaia agricola, nella raccolta del caffè, e aveva provato sulla sua pelle miseria e privazioni. Il Nicaragua veniva già da dodici anni di occupazione Usa, terminati nel 1925 per riprendere l’anno successivo, quando i marines furono di nuovo inviati nel paese per aiutare l’allora presidente, Adolfo Díaz, a bloccare i moti rivoluzionari. In quegli anni Sandino portò avanti alcune delle idee che, a buon diritto, lo possono classificare come un precursore dell’Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (Alba) e dell’Unión de Naciones Suramericanas (Unasur): il suo manifesto del 20 marzo 1929, intitolato “Plan de realización del supremo sueño de Bolívar” e rivolto al popolo nicaraguense, invitava a dar vita ad un esercito latinoamericano per la difesa della sovranità del continente e proponeva una sola nazionalità, quella latinoamericana, nel segno del libertador Simón Bolívar. Sempre su impulso di Sandino, nel 1927, era nato l’Ejército Defensor de la Soberanía Nacional de Nicaragua, che rivolse un appello alla lotta antimperialista condotta dal piccolo paese centroamericano contro il gigante statunitense. All’appello di Sandino risposero in molti, tra cui il guerrigliero salvadoreño Farabundo Martí, insieme a studenti, intellettuali e operai che giunsero da tutta l’America Latina. Il 1 gennaio 1933 l’avanzata delle truppe di Sandino si concluse con il ritiro dei militari statunitensi dal Nicaragua: pochi mesi prima il liberale Juan Bautista Sacasa era stato eletto presidente del paese. Come Emiliano Zapata, Sandino fu attirato in una trappola. Nonostante il ritiro dei marines, le violenze proseguivano in tutto il paese, ad opera della Guardia Nazionale di Anastacio Somoza, la cui dinastia terrà sotto scacco il paese fino al trionfo della rivoluzione sandinista del 25 luglio 1979.  Più volte Sandino si era recato a Managua per chiedere al presidente Sacasa di intercedere presso Anastacio Somoza affinché mettesse fine alle violenze della Guardia Nazionale nei confronti degli appartenenti all’ Ejército Defensor de la Soberanía Nacional de Nicaragua, fin quando, il 21 febbraio 1934, al ritorno da un incontro con lo stesso Sacasa, il guerrigliero fu catturato e ucciso da militari vicini alla guardia somozista. Pochi mesi più tardi, nell’agosto 1934, il Congresso sancì l’amnistia per tutti i crimini commessi dalla Guardia Nazionale: i Somoza immaginavano che sarebbe bastato assassinare Sandino per far dimenticare anche la sua ideologia, ma si sbagliavano.

Nel 1961 nacque il Frente Sandinista in onore del leader guerrigliero antimperialista degli anni ’30: al governo tra il 1979 e il 1984, fortemente permeato dai valori del cristianesimo e del marxismo rivoluzionario, il Frente riuscì ad abbattere il regime somozista, sradicare l’analfabetismo e dare impulso alla riforma agraria, nonostante la destabilizzazione messa in atto dai contras e dagli Stati Uniti.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 18 maggio avevo ipotizzato: 1498: Vasco De Gama arriva a Calcutta;1872; nasce Bertrand Russell; 1944: Dante Di Nanni muore da partigiano; 1974: il neofascista Silvio Ferrari salta in aria a Brescia mentre trasporta una bomba; 2010: muore Edoardo Sanguineti. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *