Scor-data: 20 agosto 1956

Guerra d’Algeria: Congresso della Soummam

di Karim Metref (*)

Siamo nel 1956. Il Fronte di Liberazione Nazionale algerino ha dichiarato da due anni la guerra contro il sistema coloniale francese. Il primo novembre 1954 con una dichiarazione solenne (1) e una serie di azioni concordate, un gruppo di giovani militanti decisi e stanchi dalle lotte interne fra la direzione del Ppa (Partito del Popolo Algerino) e il suo leader storico, Messali Hadj, crea il Fronte di Liberazione Nazionale (Fln) e il suo braccio armato l’Aln, l’Esercito di Liberazione Nazionale e colpisce contemporaneamente su tutto il territorio. Con questa azione simbolica, il conflitto era ben iniziato, ma l’Fln in realtà non era molto coordinato. Si trattava più di gruppi armati sparsi su un territorio vasto come l’Europa occidentale e che avevano pochi mezzi di comunicazione e la quasi impossibilità di riunirsi per decidere insieme.

Il territorio era diviso in wilayat (provincie) e ogni wilaya aveva un suo comando militare, mentre il comando politico era stato quasi tutto costretto a rifugiarsi all’estero. Ogni comandante di wilaya aveva un po’ una propria visione della lotta per l’indipendenza, una propria metodologia di lotta e organizzazione.

Abane Ramdhane
Abane Ramdhane

Nel 1955 esce di carcere un personaggio importante del movimento nazionale algerino: Abane Ramdhane. Abane è un giovane intellettuale. Ha alle spalle anni di lotta clandestina e di attivismo clandestino nell’Organizzazione Segreta (Os), braccio armato del Ppa. Quando l’Fln viene creato, però, Abane è in carcere. Non è stato quindi all’origine del movimento. Ma Krim Belkacem, uno dei principali attori della creazione della formazione rivoluzionaria, capisce subito l’importanza del giovane militante. E presto lo porta a diventare la mente pensante della rivoluzione algerina.

Come prima azione, Abane riesce a convincere tutti i movimenti algerini a raggiungere il giovane fronte. Grazie a lui, nelle montagne e nella direzione nazionale del Fronte convergono militanti dell’Union démocratique du manifeste algérien (Udma) di Ferhat Abbas. Gli islamisti riformisti del movimento degli Ulema di Abdel Hamid Ibn Badis, i sindacalisti dell’Ugtadi Aissat Idir, gli studenti dell’Ugea di Abderrahmane Taleb (che poi, dopo l’attentato dell’estrema destra francese a Rue de Thébes a Algeri, diventerà il costruttore di bombe per “la battaglia di Algeri”) e altri militanti nazionalisti, progressisti e anti-colonialisti. Il Partito Comunista Algerino di Bachir Hadj Ali, invece, raggiungerà il Fronte più tardi. Dopo aver provato senza successo una via propria alla lotta armata.

In secondo luogo, il nuovo teorico della rivoluzione algerina intraprende la organizzazione di un congresso. E, suprema sfida all’amministrazione coloniale, decide di farlo in Algeria e non in una delle sedi estere del Fronte di Liberazione a Rabat, Tunisi o il Cairo.

É la valle del fiume Soummam, nella regione di Bejaia, che viene scelta, sia per la sua posizione al centro del Paese che per le sue montagne boscose e la sua popolazione completamente acquisita alla causa della rivoluzione.

Come data si sceglie il 20 agosto. Data del primo anniversario dei massacri della regione di Costantina. Massacri compiuti nel 1955 dall’esercito francese e da milizie di coloni armati, che secondo alcuni non ha niente da invidiare nei metodi né nei numeri a quello dell’8 maggio 1945 (di cui avevamo parlato in un’altra scordata). Il mese di agosto è anche buono per il clima. Gli spostamenti dei partigiani si facevano lungo le catene montuose dell’Atlas del Tel e dell’Atlas del sahariano, dove le condizioni meteorologiche in altre stagioni potevano creare ostacoli.

Il congresso fu un grande successo. Nessuna informazione filtrò e i servizi segreti francesi furono colti di sorpresa totale. Alla riunione furono presenti quasi tutti i grandi leader della rivoluzione. Solo l’esecutivo in esilio di Benbella non riusci a entrare in tempo per partecipare. E fu proprio quell’esecutivo estero che fu il primo avversario della Charta nata dal Congresso della Soummam (2).

Il congresso riorganizzò le zone interne e la gerarchia politico-militare della lotta. L’accento fu messo sulla priorità del comando politico su quello militare e sulla priorità dell’organizzazione interna su quella estera, di quelli che lottano e soffrono sul territorio nazionale su quelli comodamente sistemati nei palazzi del Cairo, Tunisi e Rabat. Il documento finale chiarì tutti gli aspetti sia della lotta che quelli del progetto di nazione da costruire dopo l’indipendenza. Si parla di uno Stato sociale, democratico, laico e pluriculturale. La guerra è definita guerra contro l’ingiustizia e non guerra razziale, culturale o religiosa. Il congresso della Soummam fu una vera svolta nella guerra. Lo Stato francese prese coscienza di avere di fronte una forza politica organizzata e lucida e non bande di criminali come aveva finora sempre affermato e non tardò ad accettare l’idea di trattati di pace.

Ma nel contesto politico internazionale di allora (e anche di oggi) chi voleva una Algeria indipendente, plurale e democratica? Nessuno. Né il blocco dell’Est, né quello dell’Ovest, né l’Egitto di Nasser, né le giovani nazioni vicine.

Nel maggio 1960 Abane Ramdhane fu convocato in Marocco per un incontro con alcuni leader dell’estero e venne strangolato dai sicari di Abdelhafid Boussouf, il patron del Malg, i futuri servizi segreti algerini. Poco a poco la direzione estera riprese il controllo politico e nel 1962 la Charta del Congresso della Soummam fu sostituita dalla dichiarazione del Congresso di Tripoli (3) istituendo le basi della futura dittatura del partito Fln e delle élites militari.

Poi – come si sa – il 5 luglio 1962, l’esercito delle frontiere (forza militare formata nei campi profughi in Tunisia e in Marocco) entra e prende il potere costringendo i rivoluzionari della prima ora al carcere o all’esilio… Da quel giorno fino a oggi, il progetto del Congresso della Soummam di una Algeria plurale e democratica rimane un sogno nel cassetto della storia.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

 

Karim Metref
Sono nato sul fianco nord della catena del Giurgiura, nel nord dell’Algeria.

30 anni di vita spesi a cercare di affermare una identità culturale (quella della maggioranza minorizzata dei berberi in Nord Africa) mi ha portato a non capire più chi sono. E mi va benissimo.

A 30 anni ho mollato le mie montagne per sbarcare a Rapallo in Liguria. Passare dalla montagna al mare fu un grande spaesamento. Attraversare il mediterraneo da sud verso nord invece no.

Lavoro (quando ci riesco), passeggio tanto, leggo tanto, cerco di scrivere. Mi impiccio di tutto. Sopra tutto di ciò che non mi riguarda e/o che non capisco bene.

Un commento

  • Segnalo una intervista di Jean Ziegler del 2011, che mette in luce il ruolo internazionale di questo paese e sottolinea che alcuni principi contenuti nella piattaforma della Soummam ancora continuano. In politica estera per esempio. Alcune valutazioni, non tutte, di 3 anni fa di Ziegler sono ancora valide, a mio avviso. Quelle che riguardano il ruolo internazionale dell’ Algeria, per esempio.

    http://www.ossin.org/integralismo-terrorismo-/algeria-alqaida-indipendenza-algerina-sonatrach-petrolio.html

    L’ Algeria e’ un paese con molte contraddizioni, ma certi racconti, dalla diffamazione della compagna Louisa Hanoune e del Parti des Travailleur a valutazioni generali colorate di nero sono lontani da una descrizione oggettiva e veritiera della realtà algerina.

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