Scor-data: 20 giugno (di ogni anno?)

Che sarebbe la «giornata del rifugiato» o forse no
Tre storie raccolte da d. b. (*)

1.
La prima delle tre storie che vi racconto oggi è la sintesi del racconto «Naufragio» della messicana Martha Elvira Patino, in Italia da molti anni. Partecipò al concorso «Eks&Tra», per scrittori e scrittrici migranti, e venne pubblicato nell’antologia «Terre emerse» (Fara editore, 1999) curata da Roberta Sangiorgi e Alessandro Ramberti.

«Apro gli occhi e trovo il mio volto riflesso nell’acqua cristallina. Ho dormito profondamente […] Dopo tanto fuggire dalla devastazione e poi il naufragio nel mare per lunghi giorni, c’è ancora speranza nel mio volto solcato da molte amarezze. […] Siamo salvi! Un mare così quieto è un paradosso rispetto a quello di poche ore fa, che furioso inondava la nostra barca e sembra volerci inghiottire […] Spesso mi ritorna in mente, come fosse stato ieri, la causa del nostro fuggire per il mondo in cerca di un luogo dove approdare […] La mia gente impreparata all’attacco, una lunga notte di disperazione […] Mia moglie era là in mezzo a quell’inferno. […] Fuggimmo così, feriti e dolenti io, mio figlio, alcuni amici e mio padre. Se qualcun altro è riuscito a sopravvivere come noi sarà uno dei tanti sfollati in giro per il mondo. […] La notte sarà propizia per toccare la riva. E’ meraviglioso essere ancora vivi». Uno stacco e poi il racconto riparte. «Sono passati molti mesi dal nostro arrivo sulle coste italiane e l’accoglienza è stata tutt’altro che facile e cordiale […] Ci siamo nascosti […] Stare insieme in uno spazio ristretto era diventato complicato […] Questi nativi accettano soltanto quegli stranieri che fanno comodo, gente disposta a fare i lavori che loro ripudiano».
Ed ecco il finale:
«Sento il mio fedele amico che mi chiama: – Enea, cosa indugi ancora? Lavinia ti aspetta e tutti quanto vogliamo festeggiare.
Ho sognato di nuovo mio padre Anchise […] mi diceva che lì sarebbe sorta un giorno una meravigliosa città. E che era mio compito ridare dignità a questa terra».

2.
Si racconta che Albert Einstein, in fuga dalla Germania nazista, finalmente arrivò alla frontiera con gli Stati Uniti. Si vide consegnare un modulo da compilare. Fra le domande lesse: «Razza». Non ci pensò molto Einstein e scrisse l’unica risposta possibile «umana».

3.
Testo di Riccardo Orioles tratto dalla rivista on line «Catena di san Libero».
«Mettiamo che – dopo lo tsunami (del 2004) – se ne sia salvato uno, anzi più d’uno, una barca intera, pescatori. Mettiamo che questa barca, sola, con pochi viveri, senza bussola, senza radio, abbia girovagato alla cieca per l’oceano, con un pesce ogni tanto, bevendo acqua piovana.
Mettiamo che siano sfuggiti alle ricerche, via via sempre più fiacche (navi ed elicotteri dovevano tornare ai loro compiti ordinari).
Mettiamo che nel frattempo, mentre essi navigavano, il loro Paese d’origine sia passato progressivamente dalla prima pagina a quelle interne, dai titoli a nove colonne ai dibattiti pacati. Mettiamo che nel frattempo la tv abbia avuto il tempo per ricominciare ad occuparsi regolarmente, (cioè per tutto il tempo) di politica, di campionato di calcio, di Bruno Vespa e di veline.
Mettiamo che dopo un periodo lungo ma ragionevole – il diluvio infine durò quaranta giorni – essi siano riusciti ancora, benché isolati dal mondo, a mantenersi vivi. Che abbiano attraversato oceani, circumnavigato afriche, traversato stretti. E che alla fine, all’alba di una mattina come tante altre, uno di essi – il vecchio a prua, quello che li ha guidati, quello che incredibilmente non ha mai perduto la fede – improvvisamente si scuota, e gracchi la parola stentata che nella loro lingua significa “Isola! Un’isola là all’orizzonte”. E che l’isola sia là davvero, e sia italiana, e sia Pantelleria.
I sopravvissuti allo tsunami la guardano come non hanno guardato mai nessuno.
Bevono l’ultima acqua, e si buttano sui remi. E in quel preciso momento una motovedetta armata si appresta (Allarme clandestini!) a salpare da qualche base. E una nuova camerata viene apprestata in qualche vecchio lager. E un nuovo articolo contro l’immigrazione clandestina viene frettolosamente vergato in qualche giornale.
Tutto questo è per loro, poiché la tecnologia è efficiente e veloce, e già da qualche ora un radar li seguiva. Ma essi, che non lo sanno, fanno forza sui remi.
Peccato che siano giunti così tardi. Se fossero arrivati prima, ci saremmo commossi anche per loro».
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 20 giugno avevo, fra l’altro, queste ipotesi: 1096: Zemun, arriva l’esercito “dei pezzenti” di Pietro l’eremita; 1859: Pietro Castellini ucciso dalle truppe pontificie; 1900: Cina, rivolta dei “boxers”; 1920: nasce Eduardo Mondlane; 1945: scienziati nazisti accolti negli Usa; 1964: Philadelphia, attacco del Kkk a una chiesa; 1976: «turatevi il naso e votate Dc» suggerisce Indro Montanelli; sempre 1976: Tell Al Zatar; 2004: l’incredibile vicenda della Cap Anamur. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

Redazione
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