Scor-data: 21 dicembre 1913

Primo cruciverba su un quotidiano

di Fabrizio Melodia (*)  

Non so voi, ma io sono un gran giocherellone. Amo scherzare con le parole, far giochi con la mente in vari campi e ambiti diversi, tenere la ragione in gioco e la fantasia a briglia sciolta; a coloro che mi richiamano a terra, rispondo spesso come il barone rampante del buon Italo Calvino.

Sono un grande appassionato di giochi enigmistici, da tavolo e di ruolo, non tutti nati in terra statunitense (anche se si potrebbe pensare il contrario, visto l’amore che gli anglosassoni hanno per le parole e i derivati da esse).

Alcuni enigmi con i quali tuttora giochiamo sono nati ai tempi dei romani, altri nella Grecia di Pericle e nell’Egitto dei Faraoni. Un antenato del gioco dell’oca moderno è nientemeno che il divertentissimo Senet, una sfida di rincorsa e di eliminazione, talmente in voga che molti nobili vi si facevano seppellire insieme per giocarlo nelle vite successive. Io l’ho giocato e devo ammettere che mi sono divertito un mondo, come per gli antichi astragali o i giochi matematici e di parole nati nei monasteri francescani.

Spesso di codesti giochi si è persa memoria storica, non si può facilmente risalire alla loro nascita precisa; ma di uno di questi se ne ha una matematica precisione. Infatti, il ben noto e divertentissimo cruciverba o “parole crociate” – pur esistendo già qualcosa di simile in precedenza proprio nella nostra penisola sotto forma di giochi enigmistici quali le “parole quadrate” o gli “acrostici doppi” – fu inventato da Arthur Wynne (1862-1945). Infatti il «New York World» – giornale edito a New York dal 1860 al 1931 – nel supplemento domenicale «Fun» pubblicò, il 21 dicembre 1913, un nuovo gioco denominato “word-cross puzzle” realizzato da Wynne, giornalista inglese di Liverpool. Il gioco aveva forma di losanga senza caselle nere. Queste infatti furono introdotte solo successivamente dando così la possibilità di avere più definizioni sulla stessa linea. Il nome del gioco fu poi cambiato in “crossword”.

Nella sua versione base il gioco si svolge su una griglia quadrata o rettangolare di caselle bianche e nere. Le caselle nere – non sempre disposte secondo una geometria regolare – rappresentano le interruzioni fra le parole che vanno a riempire le caselle bianche, una lettera per casella. Le parole vengono scritte nelle caselle bianche sia in senso orizzontale (da sinistra a destra), sia in senso verticale (dall’alto in basso), partendo dai numeretti che si trovano sui bordi e negli angoli creati dalle caselle nere.

Le parole inserite, che vengono suggerite da apposite definizioni, devono rispettare gli incroci che si vengono reciprocamente a creare nello schema fra parole orizzontali e verticali.

Uno schema di parole crociate è risolto quando tutte le caselle bianche sono state riempite e le parole corrispondono alle definizioni date.

Esistono parole crociate di diversi livelli di difficoltà, determinata sia dalle parole scelte, sia dall’ermeticità o dalla genericità delle definizioni usate per descriverle, sia dallo schema di gioco sopra indicato che può essere anche molto complesso.

In Italia, il gioco delle parole crociate si è diffuso all’inizio del XX secolo: la prima attestazione sicura è del 1925 e la prima attestazione della locuzione «parole incrociate» è del 1927.

Fra gli autori italiani è stato famoso per i suoi schemi particolarmente difficili da risolvere Piero Bartezzaghi (il suo cruciverba pubblicato dalla rivista «La Settimana Enigmistica» era chiamato per antonomasia “il Bartezzaghi”), il cui testimone è stato raccolto dal figlio Alessandro.

I migliori schemi sono difficili, ma non devono essere “astrusi”. Bartezzaghi sosteneva che l’abilità del creatore di parole crociate consiste nell’impegnare il solutore in una sfida leale, lasciandogli aperte le strade per completare il gioco.

Particolarmente ostico è «il cruciverba più difficile del mondo» redatto annualmente da Ennio Peres.

Ai tempi della scuola amavo anche crearne per far divertire me e i miei amici: si giocava di tutto, dalla battaglia navale ai labirinti, ai temibili cruciverba e alle sciarade. Ancora i videogiochi non erano entrati prepotentemente nella vita di noi ragazzi, che ascoltavamo musica con il walkman ad audiocassetta preregistrata e riavvolgevamo con l’uso della penna per risparmiare batteria.

I giochi enigmistici aguzzano l’ingegno e obbligano a usare lealtà, fantasia e ingegno estremo, inoltre aumentano “la necessità” dell’uomo come animale sociale, cosa che sarebbe stata promossa da filosofi quali Platone e Aristotele; quest’ultimo indicava l’uomo come “animale sociale” e la filosofia come la più alta forma dell’impiego della ragione.

Provate anche voi a creare un semplice cruciverba. Scegliete la prima parola, a esempio, “NAPOLEONE”. Ne scegliete una successiva, per esempio, per rimanere quasi in ambito, scegliamo “MANZONI”.

Incasellate la seconda sotto la prima, in questo modo.

NAPOLEONE

MANZONI

Sotto le prime tre lettere ponete punti neri, che andranno a segnare le caselle nere e guardate in verticale quali incroci di lettere formano delle parole. Cercate le parole e successivamente incasellate, continuate sino a formare quasi un quadrato, aiutandovi con i punti neri. Passate poi a numerare le parole, partendo da destra a sinistra, dopo vi aspetta solo l’elenco delle definizioni.

Ecco fatto, facile e divertente.

Purtroppo abbiamo perso molto questa nostra capacità di creare e giocare in compagnia: troppo spesso questa società non incentiva i “giochi della mente”. Una bella eccezione viene dal Comune di Milano, che ha fornito a uso gratuito una sala affinché le associazioni ludiche di giochi da tavolo potessero riunirsi, sino a formare «L’Università degli sports della mente», in cui si ritrovano realtà scacchistiche, enigmistiche, giochi di carte collezionabili, giochi di ruolo.

Il gioco è connaturato alla natura dell’uomo, e se egli non ne trova uno che lo soddisfi – come era solito ripetere lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung – allora si inventa la guerra.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Stefano Bartezzaghi, «Lezioni di enigmistica», Einaudi, Torino, edizione riveduta 2009.

Stefano Bartezzaghi, «Incontri con la sfinge. Nuove lezioni di enigmistica», Einaudi, 2004.

Stefano Bartezzaghi, «L’Orizzonte verticale. Invenzione e storia del cruciverba», Einaudi, 2007.

Giampaolo Dossena, «Il dado e l’alfabeto. Nuovo dizionario dei giochi di parole», Zanichelli, Bologna 2004.

Roger Millington, «Crossword puzzles, their history and their cult», Nelson, Nashville 1974.

Michel Arnot, «What’s gnu?», Vintage, New York 1981.

Invito inoltre a visitare i seguenti siti web:

www.aenigmatica.it, sito ufficiale del settimanale italiano per antonomasia di enigmistica.

www.enignet.it, sito ufficiale della Biblioteca Enigmistica Italia, a detta di molti il migliore.

digilander.libero.it/paroliamofi, sito dell’associazione fiorentina “Paroliamo e cantiamo”.

www.caprienigma.it, sito del Premo Capri dell’Enigma.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”. Qualche volta ci sono argomenti più leggeri che… ogni tanto sorridere non fa male.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 21 dicembre fra l’altro avevo ipotizzato: 1018: con l’invasione persiana di Kannauj di fatto si apre l’esodo dei cosiddetti zingari ; 1375: muore Boccaccio; 1824: muore Parkinson; 1863: muore Belli; 1907: migliaia di minatori in sciopero uccisi in Cile; 1913: primo cruciverba su un quotidiano; 1925: prima di «La corazzata Potiomkin»; 1949: nasce Sankara; 1950: muore Trilussa; 1988: 259 morti a Lockerbie. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

 

Redazione
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