Scor-data: 21 novembre 1889

Nasce Isotta Gervasi, la prima “medico condotto” in Italia

di Remo Agnoletto (*)

Primogenita di otto sorelle, Prosperina Isotta Gervasi nasce il 21 novembre 1889 a Castiglione di Ravenna.

Il padre Emilio, un imprenditore edile, e la madre, Virginia Ridolfi, pongono molta cura nell’educazione delle loro figlie.

Fu un personaggio eclettico, straordinario, il cui ricordo è legato alla sua professione medica. Si era laureata in medicina nel 1917 e poi si specializzò in pediatria all’Università di Modena nel 1919. Esercitò in vari paesi della Romagna, prima a Savarna, poi a San Zaccaria e a Cervia, riuscendo subito a conquistare la stima e l’affetto dei suoi pazienti, che curava senza chiedere compensi. Isotta doveva superare non poche diffidenze nell’esercizio che derivavano dal suo essere donna, pure così generosa ed energica. Nei suoi spostamenti in una zona tanto vasta andava a piedi o in bicicletta con infilate al manubrio due vecchie sporte di paglia. Alla fine acquistò una motocicletta. Non si faceva mai pagare per i suoi interventi: le bastava la gratitudine. Fu il primo medico condotto in Italia. Nel 1929 fu anche tra le prime a possedere e guidare un’auto (la Fiat 500). Poi nel 1932 prese una Balilla per spostarsi velocemente da una casa all’altra e visitare in una giornata un maggior numero di pazienti.

Figura singolare, di grande cultura, non solo scientifica, Isotta Gervasi frequentò diversi salotti intellettuali e fu amica, fra gli altri, di Antonio Beltramelli, Aldo Spallicci, Marino Moretti, Alfredo Panzini e della cervese Lina Sacchetti.

Nell’estate 1919 incontrò alle Terme di Fratta (fra Bertinoro e Forlimpopoli) Grazia Deledda, della quale divenne medico curante nei suoi soggiorni cervesi. Il carattere eccezionale di Isotta suscitò l’ammirazione di Grazia Deledda, che la ritrasse in una novella intitolata «Agosto felice» del 1935, che descriveva un suo piacevole soggiorno a Cervia. Isotta, “la dottoressa”, era descritta come la fata Melusina, fata «davanti al letto del malato, sia un principe o un operaio, al quale oltre alle sue cure sapientissime regala generosamente bottiglie di vino antico e polli». Quando andava nelle campagne a visitare e curare i suoi pazienti, il compenso che le veniva offerto era il più delle volte costituito da qualche frutto, una bottiglia di vino, farina, o un pollo, che lei provvedeva a distribuire anche a quelle famiglie che ne avevano più bisogno. Per questo suo donare agli altri, Isotta Gervasi era considerata la “dottoressa dei poveri”. Sapeva essere umile con gli umili e signorile con i signori. Il suo ricordo rimane nei borghi contadini dell’entroterra romagnolo, fra i pescatori del Borgomarina, i salinari, fra le famiglie impegnate nel nascente turismo di Cervia. Per il suo operato generoso ricevette diversi riconoscimenti. Nel 1965 ottenne il “Premio Missione del Medico” della Fondazione Carlo Erba. Nel ricevere il premio parlò del suo essere medico e osservò: «Mi sento umiliata nel chiedere una parcella, non ho mai domandato a nessuno cinque lire. Con la vitaccia che ho fatto correndo al capezzale dei miei malati in tutte le ore, in tutte le stagioni, se dovessi ricominciare la mia vita farei ancora il medico». Isotta Gervasi morì a Modena il 17 giugno 1967. A lei sono state intitolate una strada e una scuola media di Cervia ed ora la prima “Casa della Salute ” della Provincia di Ravenna.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 21 novembre avevo, fra l’altro, queste ipotesi:
1694: nasce Voltaire; 1898: nasce Magritte; 1920: assalto fascista a Bologna (in blog un anno fa); 1921: nasce Muum Shirl; 1935: una bella pagina di «Il buio oltre la siepe»; 1942: nasce il tormentone di «Titti il canarino» (in originale la frase è palindroma); 1963: muore Robert Stroud, «l’uomo di Alcatraz»; 1995: accordi Dayton… e chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (
db)

Remo Agnoletto

  • Giuseppe Lodoli

    A proposito di medici donne: un mio parente generale e sua moglie cercarono in tutti i modi di evitare che una loro figlia facesse il medico (non era ritenuto un mestiere da donna). Portarono perfino la suddetta in udienza privata da Pio XII che la sconsiglio’. Ma lei fece il medico per cinquant’anni circa a partire dal 1955 (circa). gl

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