Scor-data: 21 settembre 1972

I segreti della Maddalena

di d. b. (*)  

Fu un accordo segreto, nel 1972, fra Giulio Andreotti e zio Sam a regalare la base di Santo Stefano (alla Maddalena) ai sommergibili nucleari. Sardegna, cittadine/i, Parlamento italiano furono tagliati fuori al punto che sulla base sventolò tranquillamente la bandiera a stelle e strisce. Un vessillo che un po’ prima, all’epoca dell’assalto Usa alle Filippine, Mark Twain propose di modificare: teschi al posto delle stelle. Visto l’alto numero di tumori intorno a La Maddalena forse la bandiera proposta da Twain non sarebbe fuori luogo. In alternativa si potrebbe cambiare il classico vessillo sardo: i 4 mori andrebbero anche imbavagliati e/o ammanettati oppure marchiati in fronte col simbolino dell’atomo.

Talmente segreto quell’accordo che è persino arduo stabilire se il regalo a zio Sam è datato 11 agosto o 21 settembre. In ogni modo, 33 anni dopo arriva – a sorpresa – l’annuncio: i sommergibili statunitensi di Santo Stefano saranno trasferiti fuori dal territorio nazionale «secondo tempi e modi che dovranno essere definiti più avanti». Così concordò nel 2005 il ministro della Difesa Antonio Martino con il collega Donald Rumsfeld. All’epoca Martino ringraziò (di che?) probabilmente auspicando altri 33 anni di silenzio sui tumori, sulle servitù militari e sul modello di guerra della “nuova” Nato. Nel frattempo La Maddalena è finita sui media per appalti, sprechi e ruberie di un G8 che non vi fu. I segreti restano: non si sa e non si deve sapere neppure quanti incidenti nucleari vi sono stati nelle acque sarde.

Aspettando almeno la verità sui tumori, vale la pena riprendere in mano un bel libro di Marco Mostallino, «L’Italia radioattiva» (sotto-titolo di ironia classicheggiante: «L’atomo, le armi, le scorie e il potere») pubblicato da Cuec nel 2004.

Mostallino ricorda l’articolo 11 della Costituzione e racconta, nel terzo capitolo, di bugie, pericoli, complicità, resistenze, di pochi mass media coraggiosi e di molti silenti. Riprende dal comitato sardo «Gettiamo le basi» l’elenco di «50 atomiche sotto il mare» ovvero dei principali incidenti ai sottomarini nucleari. Sardi e italiani son troppo giovani e ingenui per sapere queste storiacce nuke ma chi ha studiato l’inglese può avere qualche conferma persino dai documenti “de-classificati” della Us Navy e da siti ufficiali statunitensi.

Ove mai vogliate approfondire su www.reporterassociati.orgtrovate un ricco dossier di Salvatore Sanna. Lì vi sono i riferimenti all’Accordo segreto del ’72 che modifica altri accordi segreti del 1954 ma anche le novità del 1978 e poi del 1983 per garantire più libertà d’azione nel Mediterraneo e un migliore armamento (a esempio un’apposita versione dei missili Cruise). Notizie rintracciabili nei documenti del Congresso degli Usa e dell’Assemblea Atlantica, citati dalla letteratura specializzata in questioni militari ma “ignote” ai politici italiani. Si ricorda che i sub nuke vengono impiegati anche “contro terra”: nel 1986 contro la Libia e nelle campagne Desert storm ed Enduring Freedom. Si ricorda infine che i maddalenini hanno atteso invano un atto o un decreto che tutelasse (o almeno monitorasse seriamente) la loro salute.

Forse qualcuno pensa che la vicenda di Santo Stefano sia solo un’anomalia “sarda”. E’ bene allora ricordare che «unità navali a propulsione nucleare» transitano anche ad Augusta, Brindisi, Cagliari, Gaeta, La Spezia, Livorno, Napoli, Taranto, Trieste e Venezia.

Italia, amate (o armate?) sponde. Con chiare, fresche, plutoniche acque.   

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”. Ma qualche volta ci sono argomrenti più leggeri che… ogni tanto sorridere non fa male.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

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